IMMIGRAZIONE, DIBATTITO E RISOLUZIONI IN CONSIGLIO PROVINCIALE FIRENZE
Confronto pacato, ma non si raggiunge un'intesa per un documento comune
Tragedia di Lampedusa. Approvata in Consiglio provinciale di Firenze una risoluzione di cordoglio e solidarietà per le vittime presentata da Pd, Sel, Rifondazione comunista, Radicali nel Gruppo Misto. Contro di essa hanno votato due consiglieri del Pdl (Franchi e Comucci), Guido Sensi (Fratelli d'Italia, nel Gruppo Misto) e Marco Cordone della Lega Nord. Si è astenuto l'Udc, mentre altri tre consiglieri del Pdl (Aiazzi, Ciampolini, Massai) e Salvatore Barillari (Gruppo Misto) non hanno partecipato al voto.
Un'altra risoluzione, del gruppo Pdl, che metteva in risalto da una parte la commozione per le famiglie e le nazioni delle vittime e dall'altra la responsabilità dell'Unione Europea, è stata respinta. Hanno votato a favore i consiglieri del Pdl, Lega Nord, Udc e Guido Sensi (Fratelli d'Italia, nel Gruppo Misto). Contrari invece Pd, Sel, Rifondazione comunista, il consigliere Alessandro Cresci di Progetto Toscana/Idv e i Radicali nel Gruppo Misto. Due consiglieri di Progetto Toscana/Idv (Cantini e Clementini) si sono astenuti, mentre Salvatore Barillari (Gruppo Misto) non ha partecipato al voto.
Le risoluzioni sono state votate dopo il dibattito avviato dalla comunicazione del Presidente del Consiglio provinciale Piero Giunti.
La capogruppo del Pdl Erica Franchi ha sottolineato "l'equilibrio del confronto" per spogliare di ideologia un avvenimento così grave. "L'Europa - ha detto - non può lavarsene le mani. Gli Stati da cui vengono i migranti sono ancora più in fermento per i conflitti che ci sono nei territori. E' sbagliato accusarsi gli uni gli altri. Non si può stare tra coloro che fanno finta di non vedere quello che accade. Il Centro di accoglienza di Lampedusa è un problema non risolto da tutti quelli che finora hanno governato".
Per il capogruppo del Pd Stefano Prosperi "la tragedia di Lampedusa risalta, colpisce il cuore. E' l'ennesima strage della disperazione, ma insieme non siamo impotenti. Dobbiamo garantire la libera circolazione delle persone costruendo non muri, ma corridoi umanitari".
Massimo Lensi (Radicali nel Gruppo Misto) ha sottolineato che i referendum abrogativi sulla legge Bossi-Fini puntavano a un ripensamento su questo tema così delicato, "eppure le firme non sono state sufficienti. Non intendo fare polemica, ma quanti sono contrari a quella legge potevano di più spingere sul referendum. L'emigrazione è un fenomeno che non si blocca. E' principio del diritto evasivo. Bisogna affrontarla con intelligenza e sguardo in prospettiva"
"La tragedia che si è consumata - dice Marco Cordone (Lega Nord) - nella mattinata di giovedi 3 ottobre nelle limpide acque siciliane di Lampedusa dove si sono registrate centinaia di vittime innocenti, ci ha lasciato storditi per le sue immani proporzioni. Per evitare simili tragedie, vi è la necessità assolutà di decisioni e azioni da parte dell'Unione Europea ed allo stesso tempo pensiamo che sia giusto presidiare le coste da cui partono i clandestini respingendo i barconi e salvando così tante vite umane".
"Sofferenza e cordoglio" da parte di Samuele Baldini (Udc) e ringraziamento "per quanti in quelle ore di disperazione hanno mostrato il volto più bello dell'Italia. L'immigrazione richiede una risposta intelligente e umana. Non si deve usare la sofferenza per fini di parrte".
Guido Sensi (Fratelli d'Italia, nel Gruppo Misto) sottolinea come la legge Bossi Fini "ha le sue radici nella Turco Napolitano. Le regole ci vogliono. Se è vero che homo sapiens è anche sinonimo di emigrazione, credo tuttavia che non si debbano mescolare mescolare dolore e disegni legislativi".
Alessandro Cresci (Progetto Toscana/Idv) rimarca come "siamo a noi a definire clandestini immigrati che non lo sono. Sono persone con nome e cognome. Non mi piace che gli eroi siano sempre quelli morti. Se si fossero salvati, come sarebbero stati considerati? Dobbiamo abrogare leggi vergognose, come la Bossi-Fini".
Giuseppe Carovani (Pd) ha posto l'accento sul fatto che è possibile prevenire le tragedie "con strade regolari, in modo normale", senza gridare al nemico: "L'Italia ha fatto meno di altri Paesi. Si tratta di impostare un altro ragionamento. E' anche un nostro interesse comportarci così".
Filippo Ciampolini (Pdl) auspicava una sintesi tra le due risoluzioni, andando oltre "alla Bossi-Fini sì o no. Diamo mandato alla Commissione per trovare un dispositivo condiviso". In questo senso e per favorire un percorso condiviso, ha annunciato che non avrebbe partecipato al voto sulla risoluzione Pd-Sel-Rc-Misto Radicali.
Lorenzo Verdi (Rifondazione comunista) ha invitato a non decontestualizzare i fatti di Lampedusa anche in rapporto alla Bossi-Fini, "legge criminogena e criminale. Apriamo corridoi umanitari. Non sono accettabili le accuse al ministro Kyenge e alla Presidente della Camera Boldrini. Ci vuole un politica completamente diversa".
Andrea Cantini (Progetto Toscana/Idv) ha trovato condivisibili aspetti delle due risoluzioni presentate. Su quella del Pdl ha annunciato l'astensione.
Stefano Fusi (Pd) ha parlato di "naufragio della nostre coscienze. L'immigrazione va ripensata in modo radicale. Il nostro Paese si preoccupa di qualche barcone, mentre in Libano i profughi sono un milione. Si fa la guerra in Libia, ma non siamo capaci di dare una risposta ai libici che scappano. Cominciamo noi a rispondere, non rigiriamo la frittata all'Ue".
Riccardo Lazzerini (Sel) ha giudicato insufficienti gli strumenti messi in campo finora in ordine all'immigrazione, primo fra tutti la Bossi-Fini.
Salvatore Barillari (Gruppo Misto), non condividendo la piega ideologica che a suo avviso prendeva il dibattito, ha deciso di non partecipare al voto. Quanto alla Bossi-Fini, "piuttosto che stare a divedersi, la legge poteva essere cambiata".