COLACEM, RIFONDAZIONE: "FARE IL PUNTO IN PROVINCIA FIRENZE"
"Necessario che la Giunta riferisca in Consiglio sulla situazione"
Chiusura dello stabilimento Colacem di San Francesco (Pontassieve). Le organizzazioni sindacali ottengono al Ministero del Lavoro due anni di cassa integrazione straordinaria per i 48 lavoratori con il vincolo che, tra un anno, si verifichino due condizioni: il rifinanziamento dell'ammortizzatore sociale da parte del Governo e l'avvenuta ricollocazione di almeno un terzo dei dipendenti in altre attività lavorative.
La Fillea Cgil chiede il pieno coinvolgimento delle Amministrazioni locali e regionali per realizzare piani di ricollocamento dei lavoratori, l’avvio di progetti per lo sviluppo industriale locale, nonché una gestione attenta della drammatica dimissione e bonifica del sito. Convocato il tavolo procedurale di crisi dell’Amministrazione Provinciale.
Con una domanda d'attualità i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, nell’esprimere solidarietà ai lavoratori della Colacem, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze di riferire sulla situazione dell’azienda, sullo stato degli ammortizzatori sociali, sull’esito dell’incontro al tavolo di crisi, sulle misure che verranno adottate a sostegno e tutela dei lavoratori, dei salari e redditi nonché sugli impegni che verranno adottati per la ricollocazione dei lavoratori ivi compreso gli eventuali processi formativi e tutte le misure inerenti la piena occupazione.
Di seguito il testo del documento.
"E’ trascorso solo un anno e mezzo da quando lo storico cementificio Colacem di S. Francesco (Pontassieve) fu ceduto dall'Italcementi al Gruppo Colacem con la prospettiva di intraprendere degli investimenti al fine di rilanciare la ripresa della sua attività.
Purtroppo la crisi del settore delle costruzioni , con il conseguente calo di circa il 40% della produzione del prodotto a livello nazionale,non hanno mai permesso al gruppo di raggiungere gli obiettivi prefissi.
Contestualmente alla crisi del gruppo le organizzazioni sindacali hanno incontrato più volte la proprietà per ricercare possibili strade di ripresa dell'attività , a tutela dell’occupazione e dei redditi dei 48 lavoratori (impiegati). Nonostante il forte impegno sindacale a scongiurare la dismissione il Gruppo Colacem ha annunciato la chiusura dello stabilimento e l’avvio delle procedure previste dalla legge.
La chiusura del cementificio rappresenta una altro drammatico fronte della pesante crisi occupazionale che sta interessando la Valdisieve investita da una preoccupante desertificazione delle attività produttive e da una insostenibile precarizzazione per centinaia di lavoratori, in un contesto di grande recessione economica e sociale.
Come non ricordare la vicenda della delocalizzazione della Nord Light delle Sieci (Pontassieve) - leader nel campo dell’illuminazione a Led- dove il gruppo Artemide ha comunicato la decisione di trasferire tutta la produzione presso i suoi stabilimenti di Pregnana M.se e Telgate (Bg) dal prossimo 2 Gennaio mettendo a rischio i posti di lavoro di 22 lavoratori tra operai ed impiegati e il pronunciamento del Tribunale di Firenze dove il 13 novembre ha dichiarato fallita l'Hmv Srl, officina meccanica di precisione di Sieci (Pontassieve), che viveva ormai da mesi una situazione finanziaria difficile e dove già da marzo si erano verificati ritardi nei pagamenti delle retribuzioni ai lavoratori che da maggio sono rimasti senza stipendio. Qui sono 12 i lavoratori rimasti per i quali il sindacato sta cercando “.. soggetti che possano rilevare l’azienda in modo tale da riassorbire più lavoratori possibili e l’attivazione degli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione straordinaria o la mobilità…” mentre procede la vertenza al fine di far recuperare gli stipendi arretrati e il TFR.
Negli incontri avuti con la Direzione della Colacem dichiara la Fillea Cgil “… abbiamo avviato la definizione di un percorso per il sostegno del reddito dei lavoratori a partire dal ricorso agli ammortizzatori sociali, anche se rimane molto alta la preoccupazione per la perdita del lavoro oltre che per la perdita di una fabbrica così importante perl'economia locale…”, da qui l’appello al pieno “…coinvolgimento delle Amministrazioni locali e regionali per realizzare piani di ricollocamento del personale, avviare progetti per lo sviluppo industriale locale, nonché per gestire l'eventuale fase di dimissione e bonifica del sito…”.
Sulla crisi della Colacem si è poi svolto al Ministero del Lavoro un incontro dove è stato ottenuto “…due anni di cassa integrazione straordinaria, con il vincolo che, tra un anno, si verifichino due condizioni: il rifinanziamento dell'ammortizzatore sociale da parte del Governo e l'avvenuta ricollocazione di almeno un terzo dei dipendenti in altre attività lavorative…”. In quella sede è stata confermata purtroppo la decisione della dismissione del sito senza alcun margine di trattativa.
La Colacem era comunque un'azienda storica per il territorio il cui bacino occupazionale coinvolgeva l 'intera area della Valdisieve, Mugello e Valdarno Fiorentino. Della questione “…la settimana prossima, si occuperà anche la Provincia di Firenze che insieme alle istituzioni locali ed ai sindacati, sarà chiamata ad impegnarsi per trovare la strada del ricollocamento al maggior numero possibile di lavoratori…”.
Gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista
nell’esprimere la solidarietà ai lavoratori della Colacem S. Francesco (Pontassieve),
nel ritenere grave la decisione della proprietà di dismettere lo stabilimento con il conseguente licenziamento dei 48 lavoratori,
nel dichiarare il proprio sostegno politico e istituzionale alla vertenza e a fronte dell’incontro annunciato al tavolo di crisi dell’Amministrazione Provinciale
chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla situazione della Colacem, sullo stato degli ammortizzatori sociali, sull’esito dell’incontro al tavolo procedurale, sulle misure che verranno adottate a sostegno e tutela dei lavoratori, dei salari e redditi.
Altresì chiediamo di sapere gli impegni che verranno adottati per la ricollocazione dei lavoratori ivi compreso gli eventuali processi formativi e tute le misure inerenti la piena occupazione".