DAGLI SCAVI SOTTO PALAZZO MEDICI RICCARDI È RIEMERSA LA STORIA DELLA CITTÀ DALL’EPOCA PRE-ROMANA A FIRENZE CAPITALE
Importanti ritrovamenti archeologici al piano interrato della sede della Provincia di Firenze. Scoperta una deviazione del Mugnone ad opera degli antichi Romani. Affiorato anche un pezzo di muratura della quinta cerchia muraria
Nell’ambito del programma di interventi per la conservazione, valorizzazione e potenziamento museale di Palazzo Medici Riccardi, la Provincia di Firenze sta realizzando dei lavori di scavo che hanno prodotto alcuni '''rinvenimenti archeologici''' di notevole interesse scientifico. Sono riemerse importanti tracce della storia della città, dall’epoca pre-romana fino al periodo di Firenze capitale. Tra i vari ritrovamenti è tornato alla luce anche un tratto dell’antico corso del torrente Mugnone deviato dagli antichi Romani. I resti della villa usata per riempire il letto del torrente hanno riconsegnato ai ricercatori numerosi oggetti dell’epoca, tra cui strumenti di medicina usati probabilmente dal proprietario della casa. Tra questi appare di notevole interesse la statuina usata per studi anatomici: un pezzo unico nel suo genere.
Gli scavi sotto Palazzo Medici Riccardi hanno riportato alla luce anche un pezzo di muratura, presumibilmente appartenente alla quinta cerchia muraria (1172-75) della città di Firenze.
“Con questa scoperta archeologica Palazzo Medici Riccardi non solo arricchisce la sua importanza dal punto di vista storico culturale, ma aumenta anche il suo richiamo turistico, grazie ad una nuova concezione di complesso museale che sta prendendo forma mano a mano che procedono gli scavi”. È quanto ha detto '''Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze''', illustrando i risultati della campagna di scavi che è stata avviata nel piano interrato della sede della Provincia e della Prefettura. “Tutto ciò – ha aggiunto il Presidente - è stato possibile grazie all’impegno della Provincia che ha garantito comunque i fondi necessari, nonostante i tagli di risorse che il governo centrale ha imposto all’ente. Alla luce di queste importanti scoperte diventa indispensabile un rinnovato impegno della Regione Toscana che già in passato ha sostenuto con convinzione lo sforzo della Provincia per la valorizzazione e il potenziamento museale di Palazzo Medici Riccardi. Insieme alla regione Toscana ci auguriamo di potere accedere ai fondi europei che saranno disponibili dal 2014 per interventi di carattere storico culturale”.
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“SOTTO IL PALAZZO”'''
'''EPOCA ROMANA'''
Durante lo scavo dei vani scantinati è stato individuato un livello limo-sabbioso archeologicamente sterile di origine alluvionale identi?cato con la sponda naturale del '''torrente Mugnone''', che al momento della fondazione di Florentia scorreva in questa zona in direzione dell’Arno in cui si riversava all’altezza dell’attuale Ponte Vecchio.
In piena epoca romana, intorno al II sec. d.C., tale corso è stato regimentato e l’intera zona, paludosa e acquitrinosa a causa della presenza del Mugnone, qui assai rami?cato, è stata boni?cata grazie all’apporto arti?ciale di strati di riempimento, terra presa per praticità da zone limitrofe antropizzate, ma ormai abbandonate. Antropizzate per la molteplicità dei reperti che restituiscono, materiali in estremo stato di frammentazione, ma appartenenti a tutte le classi ceramiche romane, oggetti per il gioco e l’igiene personale, oltre che resti di pavimentazioni e di decoro parietale.
Una particolarità da mettere in evidenza riguarda''' un piccolo gruppo di reperti in metallo''', di cui fanno parte oggetti riconducibili a strumenti chirurgici, oltre che ad una piccola statuina in rame, probabile modellino di studio e ad un cucchiaio/contagocce, da ricondurre al corredo di un medico.
Nel vano 1 è stata inoltre rinvenuta una struttura di fondazione ad anfore, costituita da sei '''anfore '''rinvenute in cerchio in?sse in verticale, che trasportavano salse di pesce dalla Betica e dalla Lusitania tra il I ed il II sec. d.C. Si tratta di un intervento di boni?ca, volto ad impedire la risalita di acqua ed umidità dal terreno sottostante, formando uno strato di isolamento a intercapedine che aveva il vantaggio di preservare la struttura che vi era fondata sopra, struttura che nel nostro caso non si è conservata, ma che è stata asportata dalla costruzione dei vani interrati ed intercettata dallo scavo per le fondazioni del cortile di Michelozzo ad opera di uno dei plinti di fondazione.
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EPOCA MEDIEVALE'''
All’epoca medievale probabilmente appartiene la struttura muraria rinvenuta in stato di fondazione al di sotto del muro di delimitazione Nord del vano 6, quest’ultimo infatti poggia direttamente sul manufatto antico, sfruttandolo come sottofondazione.
Potrebbe trattarsi di '''una porzione della quinta cerchia muraria di Firenze''', edi?cata tra il 1172 ed il 1175 e di cui una porzione è venuta in luce lungo via de’ Gori durante uno scavo dei primi anni ’80. A svantaggio di questa tesi è però un eccessivo arretramento del suo corso verso Palazzo Medici Riccardi, spiegabile forse con un avancorpo esterno nei pressi della porta su via Larga. Il prosieguo dello scavo verso Est potrà darci nuovi elementi per veri?care l’esatta cronologia del manufatto.
'''EPOCA RICCARDIANA'''
FORNO:
All’epoca riccardiana risale una delle strutture meglio conservata negli scantinati, l’ipotesi al momento più probabile la riconduce ad '''un forno sotterraneo''' fatto costruire dal marchese Giuseppe Riccardi per servire la cena alle persone di servizio (ben 250), in occasione della Festa da Ballo data a Palazzo in onore della visita a Firenze dell'Arciduca Ferdinando d'Asburgo, Governatore di Milano e di sua moglie Maria Beatrice d'Este il 21 maggio del 1780.
Il forno era ancora ben conservato quando il Palazzo fu venduto dai Riccardi al Demanio (1814), come si deduce dalla relazione di stima del palazzo fatta dall'architetto Marco Moretti per incarico dei giudici delegati nelle cause riguardanti il patrimonio del signor Vincenzo Riccardi.
Dai risultati preliminari delle campionature della malta utilizzata come legante della struttura e dell’intonaco che riveste completamente tutte le sue parti interne, consegue trattarsi in tutti i casi della stessa composizione, indizio che il manufatto è stato realizzato nello stesso tempo e non per fasi successive, mentre la mancanza di annerimento delle pareti interne accerta il breve utilizzo della struttura.
Tra i '''reperti''' recuperati dallo strato di riempimento che la obliterava, spicca una forchetta a quattro rebbi, con manico a violino doppiamente ?lettato, tipico di un modello detto “Fiddle thread”, ampiamente diffuso dalla ?ne del XVIII a inoltrato XIX secolo.
VASETTO IN VETRO:
L’esemplare è un manufatto attribuibile alla produzione vitrea del XVI-XVII secolo. Si tratta di '''piccoli vasetti''' per l’uso della mensa di cui non è precisabile l’esatta funzione e che sono stati interpretati dagli studiosi come contenitori per il sale o le salse piccanti. I primi esemplari compaiono alla ?ne del XV secolo, ma la grande diffusione avviene fra XVI-XVII secolo con la ritualizzazione del convivio. Ad un primo esame sembrerebbe trattarsi di un manufatto di un certo pregio, ipotesi che per ora può essere suffragata solo dall’uso del vetro blu per ottenere il quale era necessario impiegare ossidi metallici piuttosto rari e molto cari.
Il proseguimento dello scavo è molto atteso, soprattutto per la presenza di due dati interessanti da veri?care: il primo riguarda un vano adibito molto probabilmente a stalla, a giudicare da una porzione di basolato individuata al momento; il secondo riguarda una pavimentazione coeva alla costruzione medicea del palazzo o addirittura preesistente.
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Le presenti indicazioni sono state elaborate dall’archeologa Daniela Stiaf?ni. Lo studio è a cura di B&P Archeologia, Archeologia e Beni Culturali, a firma di Carlotta Bigagli e Alessandro Palchetti.''