FORMAZIONE ANCORA SCONOSCIUTA PER MOLTE IMPRESE
I dati emersi in un convegno di Provincia e Isfol
La Provincia di Firenze e l’Isfol hanno realizzato una ricerca sull’offerta di formazione professionale nel territorio provinciale. La ricerca è stata presentata nell’ambito del convegno “Il sistema dell’offerta formativa della provincia di Firenze”, i cui lavori si sono tenuti questa mattina nella Sala degli Specchi di Palazzo Borghese.
Nel 2003 Sono stati finanziati dal Fondo sociale europeo 32 progetti di formazione professionale continua. Nel complesso sono state svolte 118 attività ed erogate quali 9.000 ore di formazione, con una media di 275 ore per progetto, per una spesa prevista di oltre un milione di euro, che corrisponde a una media di 767 euro per ciascuno dei circa 1.400 allievi ammessi. Positivamente elevato, rispetto ad una media nazionale del 36,9%, il coinvolgimento delle lavoratrici coinvolte, che sono state il 45% del totale degli allievi.
A proporre e svolgere le attività sono state 16 agenzie di formazione e 10 imprese. Si tratta di strutture talvolta collegate ad associazioni datoriali ma più spesso fondate su piccoli gruppi di professionisti. E le attività si evidenziano spesso non legate a programmi di sviluppo locale, non inserite in strategie mirate, poco radicate sul territorio, con una eccessiva dipendenza dei proponenti dal sistema di finanziamenti pubblici. Un fenomeno particolarmente evidente per le piccole e medie imprese, per le quali si evidenzia la quasi totale assenza di una dimensione di rete degli interventi formativi, mentre le grandi imprese paiono più attente ai mutamenti di mercato e coscienti del ruolo della formazione. Ne emerge un’offerta a “macchia di leopardo”, nella quale solo alcuni soggetti si muovono nell’ottica di sinergie con le parti sociali e con le istituzioni e la cultura della formazione continua viene vissuta dalle imprese come un lusso riservato a pochi: le piccole imprese svolgono un ruolo marginale, l’incidenza delle imprese che fanno formazione è bassa rispetto al bacino potenziale, le iniziative proposte non corrispondono adeguatamente ai fabbisogni aziendali.
I dati resi noti oggi indicano alla Provincia, confermandone comunque le scelte, l’opportunità di insistere nel puntare su meccanismi che mettano a rete i sistemi formativi e premino iniziative che integrino più soggetti e più imprese, e fra esse soprattutto quelle che non hanno già goduto di finanziamenti per la formazione; che partano da un’analisi esaustiva dei fabbisogni formativi; che mirino al sostegno strategico delle microimprese; che abbiano una breve durata; che coinvolgano il lavoro atipico, data l’esigenza di fornire i lavoratori soggetti a mobilità di formazione che assicuri loro competenze certificate.
“Il nostro obiettivo – ha detto il vicepresidente della Provincia Andrea Barducci – è concertare con le parti sociali e con le aziende interventi che siano sempre più rispondenti alle necessità del territorio. Se la cultura imprenditoriale della formazione non è ancora sufficientemente radicata, e molto c’è da lavorare soprattutto nella piccola e media impresa, è indispensabile rafforzarla coinvolgendo i titolari delle aziende nelle attività, monitorando i fabbisogni, semplificando ulteriormente le procedure di accesso ai finanziamenti e agevolando lo svolgimento delle procedure burocratiche”.