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PIRELLI E VALDARNO, PUNTO IN CONSIGLIO PROVINCIALE FIRENZE
Lo stato dello stabilimento di Figline nelle trattative condotte finora. L'assessore Di Fede risponde a domanda d'attualità di Rifondazione

Pirelli di Figline. In Consiglio provinciale di Firenze l'assessore ai Rapporti con l'Assemblea Giovanni Di Fede ha fatto il punto sullo stabilimento rispondendo a una domanda d'attualità del gruppo di Rifondazione comunista.
La Pirelli di Figline produce cordicella metallica per pneumatici ed occupa nello stabilimento valdarnese circa 390 lavoratori. Il settore cordicella metallica (steel cord) del Gruppo Pirelli ha il suo centro direzionale a Figline e la produzione suddivisa in cinque stabilimento fra Italia (Figline), Turchia, Brasile, Cina e Romania, mentre lo stabilimento in Germania è stato appena chiuso. Il prodotto viene venduto anche ad importanti concorrenti come Goodyear e Continental.
Più volte negli ultimi anni le Istituzioni - Regione, Provincia e Comune di Figline - si sono occupate della Pirelli per monitorare situazioni di potenziali crisi interne.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto alle Istituzioni di farsi promotrici di un incontro con l'azienda perché preoccupate delle sorti dello stabilimento e delle possibili ricadute su tutto il territorio.
Il 4 luglio il Presidente della Provincia Andrea Barducci, insieme all'assessore regionale Simoncini e al sindaco di Figline Nocentini, hanno incontrato prima la dirigenza aziendale da sola e poi insieme alle organizzazioni sindacali e alla Rsu.
L'azienda ha riconfermato la volontà di cedere tutto il settore della cordicella metallica e di aver affidato a delle banche la ricerca di un partner che possa rilevare il business pur mantenendo una presenza di Pirelli.
Dal I luglio la Pirelli, con un cessione di ramo d'azienda, ha fatto confluire in una nuova newco (sempre di proprietà del gruppo) tutto il business della cordicella metallica.
Le Istituzioni e i sindacati hanno chiesto garanzie occupazionali al momento dell'ingresso del nuovo partner e che l'eventuale vendita debba avvenire al Ministero dello Sviluppo economico. Hanno anche espresso insoddisfazione rispetto all'esito dell'incontro perché da parte dell'azienda non sono stati presi impegni rispetto alle garanzie occupazionali.
Il Presidente della Provincia si è impegnato con le altre Istituzioni e con le organizzazioni sindacali a monitorare gli sviluppi della situazione per cercare di preservare i livelli occupazionali dello stabilimento di Figline Valdarno.
Nel frattempo si è fatta avanti la multinazionale Bekaert, come probabile acquirente.
Il 21 gennaio scorso si è svolto un incontro al Ministero per lo Sviluppo economico con le parti interessate. Al termine del confronto le parti hanno concordemente valutato che non sussistono le condizioni per un'intesa nei tempi estremamente brevi ritenuti indispensabili dai rappresentanti del gruppo Pirelli.
Vi sono punti di consapevolezza ritenuti riferimenti utili per chi dovrà gestire il negoziato per la cessione della steel cord. La tutela occupazionale e produttiva che l'acquirente dovrà garantire per lo stabilimento di Figline Valdarno dovrà essere di non meno 36 mesi dalla chiusura del negoziato (che avverrà dopo il necessario pronunciamento dell'Antitrust europea).
Il gruppo Pirelli, inoltre, viene chiamato a farsi parte attiva presso l'acquirente affinché si renda disponibile ad accogliere il formale invito del Governo italiano ad un incontro di conoscenza ed approfondimento degli obiettivi che la multinazionale belga Bekaert si pone con l'acquisizione.
Pirelli ha confermato la disponibilità a riferire nella sede ministeriale gli esiti del confronto con Bekaert. A questo riguardo concorderà la data dell'incontro.
"Siamo in presenza di una delocalizzazione con il rischio drammatico di vedere cancellare 500 posti di lavoro tra lo stabilimento di Figline e l'indotto - ha commentato per Rifondazione il capogruppo Andrea Calò. Questa fase interlocutoria pesa negativamente solo ed esclusivamente sui lavoratori e sulla comunità del Valdarno fiorentino. Pirelli non si muove in modo attendibile. Non è un caso che le organizzazioni sindacali abbiano ribadito che al primo punto della vertenza ci sia la tenuta occupazionale. Su questa vertenza si gioca lo stop alla desertificazione produttiva e manifatturiera a Figline".

07/02/2014 16.55
Provincia di Firenze - Ufficio Stampa Consiglio