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FOLCO CHITI BATELLI. SEGNI D’ANIMA E DI CITTÀ
Una selezione di circa cento opere per riscoprire il prezioso lascito uno dei protagonisti dell’arte toscana del XX secolo scomparso nel 2011. Dal 22 febbraio al 25 marzo nel Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi

Opera di Folco Chiti Batelli

Folco Chiti Batelli è scomparso nel 2011 lasciando nel suo studio centinaia di opere, frutto di un’applicazione al mestiere quotidiana e silenziosa; uno straordinario patrimonio, del tutto inedito, intorno al quale è nata l’idea di realizzare una mostra che ripercorresse l’intero lavoro dell’artista come mai era accaduto in precedenza.
L’esposizione Folco Chiti Batelli. Segni d’anima e di città, aperta al pubblico dal 22 febbraio al 25 marzo nel Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi, pone dunque in rinnovata luce un originale protagonista dell’arte toscana del XX secolo, attraverso una selezione di circa cento opere che documentano le fasi fondanti della sua attività.

Dopo un primo gruppo di tele recuperato nell’occasione ad attestare un esordio in ambito informale, le opere in mostra si fanno testimoni di una poetica incentrata sulla trascrizione della realtà in chiave esistenziale. Sono per lo più immagini solitarie della Firenze dei quartieri di Campo di Marte e delle Cure, dove Chiti Batelli viveva e lavorava, restituite con una pittura dalla forte componente segnica.
Cabine telefoniche, semafori, automobili, camion, cartelloni pubblicitari, accanto a scorci cittadini e a visioni di periferia, costituiscono il repertorio tematico con cui l’artista si confrontò per tutta la vita, giungendo a esiti di incantata poesia.

L’esposizione è ospitata nelle sale del Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi ed è stata promossa dal Comune di Fiesole e da Anna e Marcella Chiti Batelli, con il patrocinio del Comune di Firenze.

“La creatività di questo grande artista – ha scritto Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze – sarà mostrata al pubblico internazionale che ogni giorno viene in visita a Palazzo Medici Riccardi e sarà riscoperta dalla cittadinanza di Firenze che con questa ricca esposizione di circa ottanta opere potrà idealmente riappropriarsi dell’arte di un magistrale talento del novecento fiorentino”.
A tal proposito, ricorda Paolo Becattini, Assessore alla Cultura del Comune di Fiesole: “quando organizzammo nel Museo Civico di Fiesole una delle ultime mostre pubbliche del Maestro, mi era rimasto come un desiderio inespresso di omaggiare di nuovo, e con maggior respiro, proprio la sua arte, il suo lavoro. Così, finalmente, il tributo importante di Palazzo Medici Riccardi, dove la Presidenza della Provincia di Firenze ha colto in pieno la forza ed il valore dell’esposizione dedicata a Chiti Batelli»

Il catalogo, a cura di Federica Chezzi e Chiara Toti, ospita inoltre i testi critici di Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze e di Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi.
Scrive Natali che “la città – nell’epifanie che Chiti Batelli avverte a lui consentanee – non è quella ch’è negli occhi di tutti. È piuttosto il luogo – sovente disabitato e fors’anche un po’ pauroso – dove inattesi si levano i protagonisti del mondo del pittore, i suoi simulacri ricorrenti: siano, essi, pompe di benzina o strutture di contorno alle stazioni ferroviarie. Per solito la città è grigia di colore; come fosse nel bianconero d’una pellicola neorealista. Ma subito s’accende d’intensa cromia all’apparizione improvvisa d’un distributore di carburante. Solo quello attrae il poeta».
Mentre per Acidini, infine, «la pittura di Chiti Batelli resta memorabile per la limpida semplicità dei suoi mezzi, per l’asciutta e ritrosa visione di ambienti naturali e urbani investiti da una silente e continua trasformazione, che turba, scioglie, e ricompone i contorni delle case, i confini delle radure o i profili degli alberi, illuminandoli di volta in volta del riverbero d’una luce interna e segreta. In questi scenari di quiete precaria la figura umana, evocata da tracce e manufatti, fa registrare la sua vistosa assenza».


Scheda tecnica
Mostra promossa da: Città di Fiesole, Anna e Marcella Chiti Batelli
Patrocinio: Comune di Firenze
Cura (mostra e catalogo): Federica Chezzi, Chiara Toti
Saluti istituzionali: Andrea Barducci, Paolo Becattini
Testi in catalogo: Cristina Acidini, Antonio Natali, Chiara Toti, Federica Chezzi


Utilità
Luogo: Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi, via Cavour n. 3
Apertura: dal 22 febbraio al 25 marzo 2014
Orario: 9-18, mercoledì chiuso


INAUGURAZIONE: 21 febbraio 2014, ore 17,30


Didascalie per le immagini delle opere in mostra (allegate)

01. Cabina apparati Campo di Marte
olio su cartone, cm 51 x 56

02. Muro bianco (periferia)
olio su tavola, cm 40 x 40

03. Paesaggio, 1986
olio su tela, cm 44,5 x 58

04. Semaforo
olio su tavola, cm 95 x 84

05. Cartellone pubblicitario
olio su cartoncino, cm 31 x 72


'''Biografia'''
Artista schivo e per scelta al margine dei circuiti ufficiali, Folco Chiti Batelli vanta però esegeti di eccezione, da Alessandro Parronchi a Renzo Federici, da Roberto Tassi a Paolo Rizzi, da Antonio Paolucci ad Alberto Signorini, da Luigi Baldacci a Marco Fagioli. In coerenza con il suo carattere, anche la sua biografia è scarna di eventi, se non per le mostre – numerose – alle quali ha iniziato a partecipare a partire dal 1963 (la prima fu alla Saletta del Fiorino di via Tosinghi). L’artista aveva allora trentun anni (era nato a Firenze nel 1932) e aveva alle spalle una formazione presso l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Gianni Vagnetti. Da lì in avanti gli eventi espositivi si succedettero rapidamente. Se ne citano alcuni in Italia e all’estero: nel 1970 presso la Galleria Inquadrature di Firenze, nel 1986 presso la Galleria Pro Arte di Lugano, nel 1988 presso la Galleria Pirra di Torino, nel 1995 presso la Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, nel 1997 presso la Galleria dell’Officina di Brescia. Nel 1977 Chiti Batelli prese anche parte al Premio del Fiorino, giungendo nella terna dei finalisti. Estremamente prolifico fu anche il suo sodalizio con la Galleria Pananti che presentò le sue opere in più occasioni (1972, 1974, 1979, 1982, 1984, 1991, 2001). Tra le mostre più recenti si ricordano la personale del 2002 presso l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e quella del 2005 presso il Museo Archeologico di Fiesole. Dal 2007 un suo autoritratto è entrato a far parte della Collezione degli Autoritratti della Galleria degli Uffizi. Si è spento a Firenze nel 2011.

21/02/2014 13.56
Provincia di Firenze