CARAPELLI, STATO D'ATTESA PER ULTERIORI SVILUPPI
In Consiglio provinciale il punto sulla situazione dell'azienda di Tavarnelle Val di Pesa
Della situazione della Carapelli, azienda di Tavarnelle Val di Pesa, una delle più note dell'agroalimentare italiano (267 dipendenti, di cui circa 100 nello stabilimento locale) si è parlato in Consiglio provinciale, dove il Presidente e assessore al Lavoro Andrea Barducci ha risposto a una domanda d'attualità presentata dai consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi di Rifondazione comunista. Carapelli, del gruppo Deoleo Sa, ha usufruito della cassa integrazione straordinaria per crisi, fino alla scorso 27 aprile, per un massimo di 55 addetti, a fronte di alcuni riassorbimenti occupazionali ad Inveruno (Milano) e uscite volontarie a Tavarnelle.
La cassa riguarda attualmente 5 lavoratori dello stabilimento di Tavaernelle e 40 operanti ad Inveruno. Dei 5 esuberi dello stabilimento fiorentino, 4 raggiungeranno in requisiti pensionistici attraverso gli ammortizzatori e dunque potranno essere inseriti in mobilità secondo il criterio della non opposizione al licenziamento.
Il 28 marzo, presso la sede fiorentina di Confindustria, le parti si incontreranno per valutare la situazione mentre il tavolo ministeriale dovrà verificare sia la presenza dei finanziamenti eventualmente necessari che dei relativi requisiti. Un argomento che tornerà a centro del confronto sindacale, sarà quello del Piano industriale richiesto dalle organizzazioni sindacali e non ancora presentato.
I sindacati contestano all'azienda di non volere presentare il Piano a casua della crisi, secondo le organizzazioni sindacali invece sarebbe necessario proprio in in regione dello stato di difficoltà aziendale (crisi di liquidità persistente da oltre tre anni e debvito del Gruppo pari a circa 600 milioni di euro). Altro elemento che rivestirà un ruolo nelle strategie future è quello legato al pacchetto azionario del Gruppo Deoleo: sembra infatti che per il 30 per cento delle azioni, detenuto da istituti bancari spagnoli e posto in vendita, sia stato individuato un acquirente che dovrebbe presentare un'offerta pubblica di acquisto.
"Sono questioni che ci preoccupano - commenta per Rifondazione comunista Andrea Calò - C'è molta pubblicità ma poca concretezza. C'è un problema di sostegno al salario e al reddito e ce n'è uno di liquidità. La Carapelli ci fa sospettare che di fatto manchi una strategia. Manca la presentazione di un piano industriale in un contesto in cui la multinazionale spagnola non ha chiarito quali sono gli assetti societari. Battano un colpo il comune di Tavarnelle e la Regione Toscana".