PROVINCIA FIRENZE, GUIDO SENSI (FDI, GRUPPO MISTO) ANNUNCIA LE DIMISSIONI
"L'approvazione del testo Del Rio configura una prova generale di autoritarismo da parte di chi ha costruito la sua fortuna politica proprio a partire da una Provincia"
Il consigliere provinciale Guido Sensi, rappresentante di Fratelli d'Italia, iscritto nel Gruppo Misto della Provincia di Firenze, annuncia le dimissioni da consigliere provinciale. "Ero già rimasto molto turbato - dichiara Sensi - dalle dichiarazioni populiste del premier Renzi in merito ai tremila consiglieri provinciali da mandare a casa, indicati come il male della politica italiana. Assolutamente meravigliato dal fatto che queste parole siano state pronunciate da una persona che ha costruito la sua fortuna politica proprio partendo da Presidente della Provincia di Firenze e che quindi conosce bene l'attività politica e le remunerazione dei consiglieri provinciali a fronte di un lavoro condotto con impegno, energie e tempo, ancorché disprezzato perché additato al ludibrio, rimango perplesso per il fatto che su questi 3 mila per lo meno duemila sono del Pd (forse Renzi conosce questi, ma a modo suo).
Considerata l'approvazione al Senato del testo di Graziano Del Rio, che svuota completamente di ogni ruolo istituzionale il Consiglio provinciale demandandone le funzioni al Presidente della Giunta, ho maturato la decisione che se questo testo verrà confermato alla Camera, presenterò le mie dimissioni da consigliere e continuerò la mia attività politica da cittadino.
Proprio da cittadino mi domando perché sia le affermazioni di Renzi che quelle riportate sui giornali in ordine ai risparmi conseguiti non eleggendo più i Consigli provinciali (ovvero 300 milioni di euro) vengano considerate un fatto positivo. E allora constato: non fare le elezioni per il Parlamento e non avere un Parlamento porterebbe molti miliardi di risparmio. Domando a tutti: sarà questo il prossimo passo verso un altro ventennio (non quello di Berlusconi)? Mi sembra che siamo di fronte a prove generali di autoritarismo".