LA PROVINCIA IMPEGNATA PER IL NUOVO PIGNONE
Il Vice Presidente Barducci ha risposto ad una domanda di Gori e Romei (DS)
Interrogativi pesanti sulla situazione che si sta venendo a creare al Nuovo Pignone. Il vice Presidente della provincia Andrea Barducci ha risposto ad una domanda d’attualità posta dai consiglieri dei Democratici di Sinistra Riccardo Gori e Renato Romei. “La situazione, al di là delle commesse, ha implicazioni anche in prospettiva sul futuro dell’azienda fiorentina. Il venire meno ai rapporti di natura commerciale e industriale tra la General Electric ed un paese come l’Iran, genera due situazioni: una ricaduta pesante sul gruppo, perché quei 300 milioni di euro a cui si fa riferimento è un peso significativo, non solo per la mancata commessa ma anche perché questo rischia di favorire altre aziende concorrenti che possono avvantaggiarsi da questo tipo di situazione ed una preoccupazione per i lavoratori e la rappresentanza sindacale rispetto ad una vicenda che rischia di assumere dei contorni estremamente preoccupanti. Noi ci auguriamo che il gruppo voglia riconsiderare questa posizione – ha detto Barducci – e cercheremo di adoperarci affinché la cosa possa prendere una piega diversa. Ci sarà bisogno del concorso delle forze istituzionali, del sindacato e di tutti quei soggetti che hanno a cuore il futuro di un’azienda così prestigiosa e importante come il Nuovo Pignone a Firenze”. D’accordo Romei: “La situazione del Nuovo Pignone è già all’attenzione della Regione Toscana, del Parlamento Italiano, del Parlamento Europeo e di tutti i livelli istituzionali. La situazione è grave e chiedo alla Giunta di seguire con attenzione quel che sta accadendo all’azienda fiorentina. Noi, come gruppo, saremo a fianco dell’amministrazione, dei lavoratori e di coloro che vorranno aiutarci a risolvere questa situazione. L’amministrazione statunitense – ha continuato Romei – considera l’Iran un paese canaglia e teme la costruzione di impianti nucleari. Noi sappiamo che l’attività industriale del Nuovo Pignone in Iran è legata, esclusivamente, alla realizzazione di turbine per l’estrazione di gas e petrolio. Tutti lo sanno ma si parla anche di un’area che va sottoposta a controllo e qui le preoccupazioni aumentano ed interessano tutti visto che il Ministro Marzano è stato recentemente in Iran ed ha sottoscritto accordi commerciali con questo paese”.
29/01/2005 13.12