AIUTI DALLA PROVINCIA PER I COMUNICATORI SIMBOLICI
Approvata all’unanimità una mozione per aiutare ad uscire dall’isolamento molti disabili gravi
Approvata all’unanimità dal Consiglio provinciale la mozione di Massimo Lensi (FI), emendata da Piergiuseppe Massai (An), sui comunicatori simbolici. “E’ un’iniziativa che parte dall’associazione Luca Coscioni che si batte da anni per la ricerca scientifica. I comunicatori simbolici sono sistemi tecnologicamente avanzati per la comunicazione e il ripristino delle comunicazioni espressive dei soggetti con capacità motorie estremamente ridotte. Esistono nel nostro paese – ha illustrato Lensi – persone disabili con malattie progressive che fanno perdere all’individuo le funzioni motorie e la parola facendo rimanere intatte le funzioni cerebrali. Persone che rimangano, in altre parole, prigioniere del proprio corpo. Il piano sanitario nazionale non prevede, ancora, forme d’aiuto. Molti disabili fanno richiesta all’azienda sanitaria locale per questo tipo di comunicatori simbolici, cioè in grado di consentire al malato di poter comunicare all’esterno e di poter essere meno isolato e meno assistito, però il nostro sistema sanitario eroga solamente la cifra di contributo che riguardava l’assistenza protesica facendo pagare il resto al disabile”. La mozione impegna la Giunta a chiedere alla Direzione competente, in collaborazione con le Aziende Usl, di definire le tipologie di disabilità che possono trovare giovamento dall’utuilizzo di questi strumenti e di destinare, durante la predisposizione del bilancio preventivo 2005, e compatibilmente con le esigenze dello stesso, una somma adeguata per l’erogazione di contributi per sostenere progetti presentati dalle associazioni di riferimento volti all’acquisto e alla diffusione di apparecchiature quali comunicatori simbolici da destinare a persone totalmente invalide. “Una mozione importante – ha sottolineato Massai – per aiutare persone con una grave disabilità a comunicare col mondo esterno”. Per Gori (Ds) fermo restando la bontà del documento “Le politiche sanitarie dovrebbero essere assicurate dal Parlamento e dal governo nazionale. La problematica posta è, comunque, condivisibile”.
02/02/2005 13.15