Galardi vota contro approvazione Statuto Città Metropolitana Firenze
"E' il mio ultimo atto in Consiglio. Blindata dal Pd la Città, negando partecipazione dei cittadini e suffragio universale"
“Nardella ed il Pd blindano la Città metropolitana, negando la partecipazione attiva dei cittadini”. Saverio Galardi, che ha rappresentato il Movimento 5 Stelle, boccia lo Statuto approvato mercoledì sera dal Consiglio metropolitano.
“Abbiamo registrato una totale chiusura da parte della maggioranza a discutere il futuro di un ente, che a pochi mesi di vita mostra già tutti i suoi limiti - dichiara Galardi - con un’incertezza di risorse e di competenze ma anche con un palese deficit di democrazia. Lo spot elettorale di Renzi sulla finta abolizione delle Provincie è adesso sotto gli occhi di tutti”.
"Preoccupante - sottolinea ancora - che venga sbandierato come una vittoria il risparmio ottenuto con la soppressione delle operazioni elettorali; i tagli ai costi della politica per il Pd si attuano abolendo le elezioni e non sui costi delle partecipate?".
"In tema di partecipate, avevo proposto un emendamento che introduceva nello statuto l'obbligo per la nuova Città Metropolitana di gestire direttamente i servizi, impiegando i dipendenti dell'Ente e le tante alte competenze ad oggi sottoutilizzate, invece di rivolgersi a costose aziende partecipate. Ovviamente l'emendamento è stato bocciato."
Il consigliere metropolitano che, nei prossimi giorni lascerà la Città Metropolitana, a seguito della sua uscita dal Movimento 5 Stelle, contesta "il colpo di mano" del Pd durante l’approvazione dello Statuto. Galardi ha votato contro l’approvazione e questo è il suo ultimo atto in Consiglio metropolitano: “Tutti gli emendamenti che avevamo presentato, come gran parte di quelli del resto delle opposizioni, sono stati bocciati senza mai approfondire la discussione. Nardella e i suoi si sono opposti all’elezione a suffragio universale del Sindaco e del Consiglio Metropolitano, così come hanno ritenuto non opportuno inserire nello Statuto il richiamo a diritti fondamentali come quello al lavoro, alla mobilità, alla partecipazione attiva dei cittadini, attraverso referendum deliberativi”.
Galardi aveva proposto di inserire nello Statuto anche richiami all'acqua pubblica, alla riduzione dei rifiuti e alla gestione diretta dei servizi ma anche al diritto allo studio e alla sicurezza idrogeologica, "tutti temi che dovrebbero essere il faro di un ente appena nato, ma bocciati dai consiglieri del Partito Democratico con l’intento nemmeno tanto celato, di rendere la Città metropolitana un luogo di ratifica di decisioni prese altrove. Emblematica è l’incertezza del futuro che attende i dipendenti della vecchia Provincia: si naviga a vista, senza certezze e senza una visione a lungo termine. Stiamo facendo i conti con un nuovo ente nato male e che rischia di ripercuotersi sugli stessi cittadini e lavoratori”.