Semplici (Forza Italia): "Sì a protesta contro riforma scuola"
"Ma senza ostacolare il diritto allo studio. No ad occupazioni o autogestioni"
Il consigliere metropolitano di Forza Italia Marco Semplici, in una nota siglata insieme agli esponenti di Fi Tommaso Cardini e Mattia Mattoni, rileva che "la Buona Scuola di Renzi pare non essere gradita da nessuno, neanche dai gruppi di sinistra che fino a qualche tempo fa lo sostenevano. Tra i punti che più contestiamo alla riforma renziana: la scuola-lavoro e i presidi-sceriffo”.
Circa la "scuola lavoro", gli studenti "saranno obbligati a prestare almeno 400 ore di lavoro nell'ultimo triennno dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. Lo stage non può mascherare del lavoro non retribuito: serve che le scuole prevedano un sistema di controllo che escluda quelle aziende che sfruttano gli studenti solo per compiti di scarso rilievo formativo".
In Italia "abbiamo bisogno di una riforma che tuteli i giovani che decidono di studiare e lavorare contemporaneamente: oggi gli orari scolastici non permettono ai giovani di esercitare entrambe le attività e le aziende non sono incentivate a investire in formazione".
Sul “Preside-manager e assunzione dei docenti", i presidi dal 2016 "avranno la possibilità di scegliere sui posti che si liberano ogni anno i docenti. La riforma inoltre introduce un comitato di valutazione dei docenti. I presidi-manager sono una buona idea ma non così come è prevista con questa riforma".
Semplici, Cardini e Mattoni ritengono che "i professori devono sempre essere assunti su concorso biennale e poi, in caso di motivata necessità, il preside interviene. Sempre nell'ottica di un intervento successivo sul professore troviamo la nostra giusta applicazione nel comitato di valutazione. Il comitato di valutazione deve avere potere di richiamo e giudizio solo in caso di necessità: su richiesta di studenti, genitori, professori o anche il preside. Una grave mancanza della riforma consiste nella valutazione dei presidi. Con i nuovi strumenti infatti si rende il preside potente ma irresponsabile".
“La posizione sulle proteste studentesche e sulle prevedibili occupazioni – concludono Semplici, Cardini e Mattoni - rimane la stessa. Per quanto riguarda le occupazioni, ormai è risaputo sia una prassi che attuano gli allievi per bloccare la didattica. Occupando le scuole non si ottiene nulla, si crea solo caos e devastazione. I presidi dovrebbero avere mano dura, applicando norme più severe che contrastino l'occupazione o appunto chi vuole occupare, tali possono essere: la previa sospensione dall'istituto, l'impossibilità di fare gite oppure gravi conseguenze anche a livello di condotta".