Tre ambiti e cinque fasi per il Piano strategico della Metrocittà Firenze
Si lavora nella prospettiva di un masterplan della Toscana Centrale. Tutti i dettagli
Il Piano strategico metropolitanto è lo strumento per eccellenza di una capacità di co-progettazione evoluta di merito e metodo tra gli attori fondamentali del territorio, quali oltre alla Città Metropolitana la Camera di Commercio, l’Ente Cassa di Risparmio e l’Università di Firenze, con la Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione.
Nel Piano Strategico metropolitano si definiscono i programmi generali, settoriali e trasversali di sviluppo nel medio e lungo termine per l’area metropolitana, individuando le priorità di intervento, le risorse necessarie al loro perseguimento e il metodo di attuazione.
Il Piano costituisce il quadro generale di riferimento per tutte le forme di pianificazione e programmazione della Città Metropolitana;
promuove e gestisce in forma integrata le politiche del territorio e un loro coordinamento a livello sovra comunale.
Il Piano Strategico, seppure metropolitano, ha due scale territoriali di riferimento imprescindibili: la scala sub-metropolitana, individuando contesti di progettazione legati alle aree del territorio: Area fiorentina, Mugello-Valdisieve, Empolese Valdelsa, Chianti, Valdarno Fiorentino, ma anche la scala dell’area vasta della Toscana Centrale, dialogando con i territori metropolitani limitrofi di Prato e Pistoia, che potrebbero essere interessati a promuovere progettualità congiunte, in particolare nell’ottica dello sviluppo di un Masterplan della Toscana Centrale, promosso dalla Regione Toscana, interlocutore chiave del lavoro di Pianificazione Strategica.
La Città Metropolitana, con gli atti illustrati stamani al Consiglio e alla Conferenza metropolitani, ha definito tre ambiti e cinque fasi.
Un primo ambito è quello che si focalizza su progetti trasversali di costruzione o valorizzazione di progetti di infrastrutturazione della città metropolitana. Grandi progetti trasversali di rete, territorialmente diffusi, capaci di portare a un ulteriore livello quali-quantitativo il lavoro già avviato in questi anni. Tra le infrastrutture, non solo fisiche:
- Infrastruttura di innovazione e trasferimento tecnologico
- Infrastruttura digitale
- Infrastruttura della governance e della semplificazione
- Infrastruttura della conoscenza e della formazione
- Infrastruttura della mobilità
Un secondo ambito si focalizza su macro progetti strategici, che possono avvalersi di una o più infrastrutture di cui sopra, e perseguono un obiettivo verticale puntuale. Questi progetti possono essere articolati in quattro principali categorie:
- progetti di innovazione e sviluppo;
- progetti di inclusione, benessere e coesione sociale;
- progetti ambientali, assetti urbani e mobilità;
- progetti su conoscenza, educazione e cultura.
Un progetto per esempio di Suap integrato metropolitano, in grado di coinvolgere tutti i comuni, fa parte della prima fattispecie, mentre un progetto che, anche sfruttando i processi dei SUAP, riuscisse ad attrarre multinazionali per investimenti greenfield in selezionate aree industriali dismesse farebbe parte del secondo ambito.
I macro progetti strategici durano un tempo pari o superiore alla durata del periodo di programmazione. Si articolano in un terzo ambito progettuale, quello dei progetti strategici operativi, che gemmano dai macro progetti, e sono più circoscritti come ambito, tempistiche, luogo di intervento. Si prestano di norma bene ad essere oggetto di studi di fattibilità o di azioni puntuali volte alla realizzazione di un intervento. Se per esempio il recupero dei contenitori dismessi è un macro progetto strategico, la costruzione di un progetto per una caserma dismessa, in grado di inserirsi nella progettualità del Piano, è un intervento del terzo ambito.
La prima fase è quella delle scelte preliminari di natura organizzativa e metodologica. Fase avviata con la Approvazione della Macrostruttura della CM e la istituzione dell’Ufficio di Piano, almeno per le risorse umane allocate dalla Città Metropolitana.
La seconda fase ha per obiettivo l’analisi del territorio, elementi di lettura dello stesso di diagnosi. E’ un momento di ricognizione dell’esistente, a partire dalle progettualità esistenti, di acquisizione di nuovi elementi conoscitivi relativi sia a Firenze sia ad altre città metropolitane con le quali sono utili analisi comparative, sia a livello nazionale. Il lavoro di analisi si appoggia in misura consistente sul contributo dei soggetti del Comitato Promotore, detentori di dati, informazioni e conoscenze rilevanti per il Piano strategico metropolitano.
La terza fase, parallela alla seconda, consiste nella attivazione del dialogo con i territori, frutto sia del lavoro del progetto di partecipazione, sia di incontri mirati dell’ufficio di piano con interlocutori pubblici e privati rilevanti per lo sviluppo delle progettualità.
La seconda e la terza fase portano a una quarta fase, che dovrebbe realizzarsi a metà 2016, focalizzata sulla redazione di un primo documento intermedio che, dopo un ulteriore momento di concertazione con il territorio, perverrà alla stesura di un primo Piano strategico, da approvarsi nell’autunno 2016, la quinta fase. Il Piano prevede aggiornamenti annuali con individuazione di nuove progettualità e la condivisione di processi partecipativi negli anni successivi.
Un processo comunicativo strutturato accompagnerà tutte le fasi.
Infatti, contestualmente alla costituzione del Comitato Promotore, è stato dato avvio al processo di partecipazione ‘Piano Strategico Città Metropolitana 2030’, già finanziato dall’Autorità Regionale per la partecipazione con Deliberazione n. 13 del 30 aprile 2015, che accompagnerà il processo di redazione del Piano Strategico Metropolitano.
La Città metropolitana valorizza l’ascolto e la partecipazione dei cittadini, sia singoli che in forma associata, al fine di innescare processi di innovazione sociale e culturale oltre che economici e costruire comportamenti collettivi consapevoli.
A questo riguardo, il Piano Strategico metropolitano dovrà essere attivamente partecipato anche dalle forze economiche, dalle associazioni di categoria, dalle Università, dalle Fondazioni bancarie e da tutti i soggetti che vorranno essere parte attiva in questo percorso, come avvenuto nelle pratiche virtuose sviluppatesi in varie città metropolitane europee.
Il progetto 'Piano strategico Firenze Città Metropolitana' è stato riconosciuto dalla Regione tra i progetti di partecipazione della cittadinanza degli enti locali. Sono stati stanziati 8o mila euro, la cifra più consistente erogata dall'Autorità di Partecipazione per questo tipo di progetto, a dimostrazione dell'importanza con cui viene considerato.
Sulla base delle richieste della Regione, è stato indicato anche il soggetto al quale sono affidati i servizi di consulenza: la società 'Avventura urbana srl' di Torino, in ragione della sua esperienza in questo settore. Ha già lavorato ai processi partecipativi di Torino e Bologna e a Firenze in fase di redazione del Piano strutturale del Comune. ''(mb)''