Politiche di inclusione per le persone Lgbti, sì di Metrocittà Firenze a Re.a.dy
Approvato dal Consiglio anche un ordine del giorno sulla stepchild adoption
Il Consiglio Metropolitano di Firenze ha approvato lo schema di accordo con cui la Regione Toscana, la Città Metropolitana di Firenze e le altre Pubbliche Amministrazioni toscane aderenti alla Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubblica Amministrazioni anti discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere) si impegnano a promuovere e consolidare la rete sul territorio toscano e intendono fornire una spinta propulsiva forte alla concertazione, al confronto e alla massima integrazione delle politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans gender e intersessuali realizzate dalle Pubbliche amministrazioni a livello locale.
La struttura competente della Direzione “Turismo, Sociale, Sport e Formazione” è stata incaricata di porre in essere gli adempimenti amministrativi necessari all’attuazione dell’Accordo approvato.
Lo schema di accordo è stato illustrato da Benedetta Albanese, consigliera delegata alla Promozione sociale e alle Pari opportunità. D'accordo con la delibera Matteo Palanti (Linea Civica) che, insieme a Riccardo Lazzerini (Territori Beni Comuni) ha presentato un ordine del giorno recepito favorevolmente dalla maggioranza Pd per esprimersi a favore del ddl Cirinnà e della stepchild adoption. L'ordine del giorno verrà inviato alle Presidenze della Camera e del Senato nonché ai Parlamentari eletti nel collegio della Toscana.
Il consigliere Sandro Fallani ha spiegato il sì del Pd al documento anche con una riflessione sulla secolarizzazione del matrimonio ("bisogna prendere atto del fatto il 40 per cento dei bambini nasce fuori dal matrimonio"). Marco Semplici (Forza Italia), che si è astenuto sull'adesione alla rete Re.a.dy ma ha votato contro l'ordine del giorno, ritiene che il documento rappresenti "più uno spot che un’azione vera" e che "le questioni lgbti e delle coppie di fatto siano più frutto di una speculazione elettorale che una necessità oggettiva, sia da parte degli oltranzisti favorevoli che di quelli contrari: conviene a molti schieramenti politici".
La consigliera delegata Benedetta albanese ha replicato che "non si tratta di uno spot, ma un fenomeno culturale da cogliere con attenzione per educare ed educarci al rispetto".
Ad ottobre 2015 hanno comunicato l'adesione alla rete Re.a.dy. 95 realtà, di cui 9 Regioni, 11 Province, 66 Comuni, 6 organismi comunali del decentramento, 2 organismi di parità, un'associazione di enti locali.
Nel territorio regionale toscano hanno comunicato alla Segreteria Nazionale l’adesione, oltre alla Regione, le Province di Pistoia, Prato e Arezzo, la Città di Firenze, i Comuni di Capraia e Limite, Pistoia, Pisa, Viareggio, Monte San Savino, Marciano della Chiana, Capolona, Siena, la consigliera di parità della Provincia di Arezzo e la Città Metropolitana di Firenze (circa il 16 per cento della rete).
Al momento manca un coordinamento a livello regionale della Rete per integrare le politiche realizzate dalle Pubbliche amministrazioni a livello locale.