IL CONSIGLIO PROVINCIALE SUI PROBLEMI DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO IN VISTA DELLO SCIOPERO DEL 22 GIUGNO
Approvata all’unanimità mozione della VI Commissione. Illustrati dal vice Presidente Barducci i punti d’impegno della Provincia. Gli interventi di Marco Rossi della Regione Toscana, Luigi Marroni dell’Asl di Firenze, Vincenzo Bonelli di Assoindustria Firenze, Alessio Gramolati della Cgil e dei consiglieri provinciali
Il Consiglio provinciale ha approvato, all’unanimità, la mozione della VI Commissione Consiliare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il vice Presidente della Provincia ed assessore al lavoro Andrea Barducci ha esposto i punti sui quali l’ente ha deciso d’impegnarsi: “Un primo punto riguarda la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la gestione degli appalti. Il secondo – ha proseguito Barducci – è continuare sulla strada aperta dal progetto per l’emersione del lavoro nero nel settore dell’edilizia: la stiamo gestendo come ente capo fila con un progetto quasi interamente finanziato dalla Regione. Il terzo elemento è l’ingresso della Provincia nel comitato di coordinamento ai sensi dell’articolo 27 della legge 626 a livello provinciale insieme ad una serie di enti che svolgono funzioni di questo tipo per il coordinamento delle iniziative che sul versante della sicurezza vengono messe in atto nel territorio provinciale. Infine, il quarto punto, è quello di attivare e dar corso all’osservatorio sugli infortuni, per il quale la Provincia insieme all’azienda sanitaria, alla Regione e alle stesse organizzazioni sindacali può non solo partecipare ma assumere anche una funzione di coordinamento in questo lavoro”. L’ingegner Marco Rossi della Regione ha ricordato come “Il livello infortunistico è preoccupante” e si è soffermato sui dati nel settore della costruzione: “Che vede 60 mila imprese in Toscana ma soltanto 4 imprese hanno addetti superiori a 200 ed ognuna ha, grosso modo, dai 20 ai 30 cantieri annui. L’impegno che le istituzioni pongono sul versante della vigilanza può essere ben poca cosa se si pensa che i nostri ufficiali di Polizia giudiziaria sono 400 su tutto il territorio regionale e che altri soggetti che fanno sorveglianza sono in forte crisi in termini di dipendenti. Non riusciremo mai a vincere quella battaglia di controllo puntale sul settore dell’edilizia se non intervenissimo per elevare quelle che sono le politiche generali”. Luigi Marroni, Direttore Generale Asl di Firenze ha ricordato come “La Provincia di Firenze si pone a un livello leggermente migliore sia della media Toscana che della media nazionale con 39 infortuni ogni mille addetti, contro i 46,8 a livello regionale ed i 46 a livello nazionale. Impegniamo circa 124 addetti della Asl nel territorio e ogni anno facciamo 6 mila sopralluoghi, mille dei quali nell’edilizia. Una particolare attenzione è stata dedicata ai grandi lavori, il primo dei quali in ordine di tempo è stata l’alta velocità, quindi sulla zona del Mugello ed ora nell’area metropolitana di Firenze. In questi cantieri c’è un fortissimo rischio d’infortuni e tutti gli anni si effettuano circa 500 sopralluoghi”. Per Vincenzo Bonelli, Direttore Assindustria: “Bisogna considerare che la nostra normativa vede nella pariteticità, la strada per arrivare alla soluzione dei problemi. La pariteticità significa che questo è un problema che va affrontato non in corpi separati. Ed è questa la ragione per cui abbiamo detto che non ci sembra lo strumento dello sciopero lo strumento adeguato ad affrontare questa questione. E’ la pariteticità qualcosa che ha dato dei risultati positivi”. Infine, Alessio Gramolati, Segretario provinciale Cgil ha ricordato come il fenomeno degli infortuni non è locale: “Lo scorso anno ci sono stati nel nostro paese 938 mila infortuni, 17 mila di questi sono stati invalidanti, 1400 persone sono morte, è come se ogni anno avessimo un 11 settembre. In Toscana abbiamo una media di quattro morti al giorno e dall’inizio dell’anno abbiamo avuto nella nostra Regione 32 decessi, con una concentrazione di maggiore criticità a Livorno, ad Arezzo e una parte della provincia di Firenze. Questa situazione è il prodotto di tanti fenomeni, nuovi e vecchi: la caduta di competitiva nella quale il paese è stata costretta e la crisi che stiamo vivendo che ha spinto la precarizzazione. Il nostro obiettivo è esplicito: in nessuna delle carte che presentano la nostra iniziativa c’è la rappresentazione di questa come una mobilitazione contro qualcuno. Il punto è che noi abbiamo un assoluto e impellente bisogno di rimettere in questa fase, in questa situazione, in questo ciclo economico, al centro il tema della sicurezza, perché il tema della sicurezza è esattamente connesso ed intrecciato in maniera indissolubile al tema della competitività e della qualità”.
Il Presidente della VI Commissione Riccardo Lazzerini ha ricordato come “La mozione prevede, fra l’altro, piani di formazione e informazione per le imprese ed i lavoratori e protocolli per introdurre maggiori condizioni di sicurezza negli appalti pubblici”. Nascosti (An) ha polemizzato sul fatto che “La Regione sulla legge 626 è ancora inadempiente non avendo ancora istituito l’osservatorio previsto dalla stessa legge. La mozione è importante perché impegna la Provincia con misure direte per la formazione”. Per Targetti (Prc) Le politiche liberiste hanno precarizzato il lavoro e le tutele. Hanno precarizzato anche il salario, perché il potere d’acquisto non è più quello di prima”. Bassetti (Udc) ha sottolineato come “Viviamo in un momento particolare della storia nazionale e internazionale dove non è più possibile garantire il lavoro sicuro a tutti dalla nascita fino alla pensione. Il precariato è da rivedere ma fino ad ora ha aiutato a ridurre la disoccupazione nella nostra Provincia”. Per Marconcini (PdCI): “Il problema della sicurezza sul lavoro non è coniugabile soltanto con la nuova filosofia di una migliore formazione del lavoro. Sono tra coloro che pensa che il nodo più grosso sia legato alla flessibilità ed alla precarizzazione da risolvere”. Ermini (La Margherita) ha ricordato come “In Toscana abbiamo enti pubblici: Regione, Provincia ed i comuni che sono assolutamente attenti agli infortuni sui luoghi di lavoro. C’è l’associazione degli industriali, abbiamo sindacati forti, possiamo quindi dare un contributo alla soluzione di un problema che sarà sempre e comunque immenso”. Per Grazzini (FI) “La flessibilità è stata l’arma che ha permesso di combattere i livelli di disoccupazione. La precarietà è tutt’altra cosa ed è anche una percezione di incertezza del proprio rapporto con il lavoro”. Gori (Ds) ha sottolineato come: “Le questioni legate alla sicurezza del lavoro sono questioni che appartengono al tasso di civiltà di una nazione e di un popolo. Fino al 2002 abbiamo assistito a un trend positivo sotto il profilo della diminuzione degli incidenti sul lavoro soprattutto mortali, dal 2002 questo trend si è di nuovo impennato, in termini negativi. Qualcosa dev’essere successo, sicuramente laddove si sono allentate le regole di un lavoro regolare, lì ci sono stati i rischi maggiori e le incidenze maggiori degli infortuni”. Polemico, infine, Calò (Prc) che ha ricordato come “I lavoratori con lo sciopero del 22 chiedono che la Regione Toscana applichi una norma prevista del piano e tutti hanno insistito che bisogna rafforzare l’informazione e la formazione però nessuno ha parlato delle responsabilità perché comunque le leggi ci sono e i datori di lavoro sono responsabili”. Massai (An) ha ricordato come la politica deve dare delle risposte: “Ci abbiamo provato con degli indirizzi, forse minimali e parziali e che sono frutto di una mediazione, di una risposta che questo Consiglio in quanto istituzione dà a quei lavoratori che il 22 andranno in piazza non per cercare lo scontro o il conflitto sociale, ma per chiedere che quando qualcuno muore sul posto di lavoro durante l’orario di lavoro, tutti siamo sconfitti, dal primo all’ultimo, senza distinzioni ideologiche”.