Scoperte archeologiche – Quando il vino era davvero a chilometro zero
In un portone di Palazzo Medici Riccardi riappare una antica “buchetta del vino”
Scoperta archeologica in Palazzo Medici Riccardi. In una delle antiche porte che danno su via Ginori è riapparsa una storica “buchetta del vino”. Una rarità, perché è la terza del genere esistente a Firenze.
Le 'buchette' – dette anche per la loro forma 'tabernacoli' del vino - sono una testimonianza della vita fiorentina. Servivano per la vendita diretta, dal produttore al consumatore, del vino, di cui nella Firenze del Rinascimento e dei secoli successivi si faceva un grande consumo. I cittadini “bussavano” alle buchette ricavate agli ingressi dei palazzi di possidenti che rendevano disponibili i prodotti delle loro tenute, consegnavano con il soldo necessario il tradizionale fiasco vuoto e lo riavevano restituito pieno dai cantinieri. Una pratica quotidiana, con tutti i pregi che oggi si dicono del “chilometro zero”: vino genuino, proveniente unicamente dai vigneti e poderi certi, senza mediazioni e tasse.
Sono 140, ora 141, le Buchette del Vino, censite grazie alla paziente opera di ricerca dell’Associazione Culturale Buchette del Vino, di cui è presidente Matteo Faglia e vice presidente Diletta Corsini.
Le due, finora uniche, Buchette del Vino nei portoni si trovano in Piazza del Duomo al n° 29r, in quella che un tempo fu la bottega di Donatello, e in Via Sant’Antonino al n° 21.
Quella ora riapparsa in Palazzo Medici Riccardi è stata individuata da Ricciardo Artusi, funzionario della Città Metropolitana di Firenze appassionato di storia e tradizioni fiorentine, che ne ha intuite le tracce sotto uno strato di stucco e vernice sul portone, al n.14 di via Ginori, di quello che è stato per tantissimi anni il Circolo Dipendenti dell’Amministrazione Provinciale.
Il caratteristico sportellino ha le misure convenzionali (larghezza cm. 23, altezza cm. 36), necessarie far passare il “fiasco”, ed è visibile solo dalla parte interna del portone, che appartiene a un'ala del palazzo acquista dal Marchese Gabriello Riccardi nel 1789 dalla famiglia Ginori per ampliare e ristrutturare la meravigliosa Biblioteca Riccardiana,.
I documenti d'archivio testimoniano che i Riccardi commerciavano in via Ginori i prodotti, e soprattutto il vino, provenienti dalle loro fattorie di Castel Pulci, Chianni, Rivalto e Villa Saletta.
Ricciardo Artusi con la buchetta del vino scoperta in Palazzo Medici Riccardi (Foto Antonello Serino - Met)