SABATO INAUGURAZIONE DELLA CHIESA RESTAURATA DI SAN FRANCESCO A CASTELFIORENTINO
Partecipa il presidente della Provincia Matteo Renzi
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Sabato 1 ottobre la Chiesa di San Francesco di Castelfiorentino tornerà all’antico splendore. Per la prima volta, si potranno ammirare le numerose opere d’arte che erano state trasferite altrove o che, dopo decenni di polvere nei depositi della Soprintendenza, sono state restaurate per essere nuovamente collocate al suo interno.
Tornano così al suo posto la tavola di Taddeo Gaddi (il più fedele collaboratore di Giotto) raffigurante la Madonna in Trono, e gli affreschi di Giovanni Del Biondo, opere giovanili che risalgono al XIV secolo e raffigurano il martirio di San Pietro e di San Paolo, le Esequie e le Stimmate di San Francesco, unitamente ad altre opere come il ciclo settecentesco del pittore Agostino Veracini e del quadraturista Pietro Anderlini.
All’inaugurazione di sabato (ore 11) saranno presenti Matteo Renzi, Presidente della Provincia di Firenze, Laura Cantini, Sindaco di Castelfiorentino, Paolo Regini, Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, Paola Grifoni, Soprintendente beni architettonici e paesaggio di Firenze, Bruno Santi, Soprintendente patrimonio storico, artistico, etnoantropologico di Firenze. Alle ore 16.00 si terrà un convegno dal titolo Presenze minoritiche in Valdelsa: San Francesco a Castelfiorentino. Aspetti religiosi, architettonici, artistici con la partecipazione di autorevoli studiosi.
Domenica 2 alle 18.00 è prevista l’apertura al culto con S.E. il Cardinale Arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli.
Il restauro della Chiesa e delle opere d’arte è stato finanziato dalla Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, mentre il Comune di Castelfiorentino ha effettuato gli interventi di riqualificazione dell’area, come la sistemazione della piazzetta dove un tempo sorgeva il chiostro e la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione.
La Chiesa di San Francesco è stata realizzata interamente in cotto, secondo la tradizione valdelsana, come quelle che l’hanno preceduta, ovvero la Pieve dei Santi Biagio e Ippolito e la Collegiata di San Lorenzo. Con i mattoni a faccia vista è stata edificata anche la sede della Misericordia che si trova nelle immediate vicinanze e, di recente, il complesso residenziale sorto nell’area dell’ex consorzio agrario, posto di fronte alla Chiesa.
L’impianto della Chiesa di San Francesco è in stile gotico e presenta alcuni stemmi in pietra serena e maiolica delle più importanti famiglie castellane come gli Albertini, gli Attavanti (dai quali discende anche Santa Verdiana), i Becci, i Benvenuti.
Il restauro della Chiesa e dei suoi affreschi è stato accompagnato dal ritorno di numerose opere d’arte che erano state trasferite temporaneamente altrove, onde salvarle dal degrado. In primo luogo sono stati restaurati e nuovamente posizionati al suo interno gli affreschi di Giovanni del Biondo, risalenti al XIV secolo, che nel 1957 erano stati staccati dal restauratore Giuseppe Rosi e condotti a Firenze alla Soprintendenza.
Gli affreschi di Giovanni Del Biondo, opera giovanile secondo l’attribuzione del critico Richard Offner, rappresentano scene della vita di San Francesco: a partire dal lato sinistro del coro si possono quindi vedere le Esequie di San Francesco e le Stimmate di San Francesco. Sulla parete destra si trovano due scene che riguardano i santi Pietro e Paolo, in particolare il martirio di San Paolo e la crocifissione di San Pietro.
E’ stata inoltre riportata la tavola di Taddeo Gaddi, il più fedele collaboratore di Giotto, raffigurante la Madonna in trono, detta anche dei Laudesi (dal nome della Compagnia per la quale fu dipinta) e da molti considerata una delle sue prime opere autonome. Un’opera importante, che finora si trovava al Museo di Santa Verdiana.
E’ stato poi restaurato tutto il ciclo settecentesco degli affreschi che – a partire dalla parete centrale del coro – furono realizzati dal pittore fiorentino Agostino Veracini e dal quadraturista Pietro Anderlini.
Sono state restaurate infine le opere di Cenni di Francesco come la Trinità, unitamente ai grandi quadri degli altari laterali.
Molte di queste opere, come gli affreschi di Giovanni Del Biondo, si posso vedere e ammirare nella loro bellezza per la prima volta. Una bellezza da ammirare, ma anche da comprendere perché, come ricorda il Proposto Don Marco Viola “non c’è bisogno solo di restaurare, ma anche di qualcuno che ci aiuti a leggere il significato di quelle opere”.
E’ anche per questo motivo che nel pomeriggio di sabato 1 ottobre, giorno dell’inaugurazione, si terrà alle ore 16.00 un convegno dal titolo Presenze minoritiche in Valdelsa: San Francesco a Castelfiorentino. Aspetti religiosi, architettonici, artistici con la partecipazione di autorevoli studiosi come Anna Benvenuti, Italo Moretti e Bruno Santi.
Per il mese di dicembre è prevista la presentazione di un libro.
San Francesco e Santa Verdiana erano coetanei. Erano nati entrambi nel 1182 (anche se sul primo le fonti sono discordi) e la tradizione vuole che San Francesco, che era già venuto a predicare a Castelfiorentino nel 1212 (dimorando presso la Comunità di S. Maria della Marca), fece visita a Santa Verdiana nel 1221, ammettendola al terz’ordine francescano. Di fatto un insediamento francescano risulta essere documentato fin dal 1236, sei anni prima della morte di S. Verdiana. Non solo: in alcune opere d’arte S. Verdiana - come ricorda il proposto Don Marco Viola - “appare vestita da francescana” e una delle sue biografie più accreditate presso la curia arcivescovile, Vita di Santa Verdiana Vergine (il cui testo integrale è scaricabile dal sito della propositura www.santaverdiana.org) venne pubblicata per la prima volta nel 1902 in una collana francescana.
Insomma, il culto di Santa Verdiana a Castelfiorentino è indissolubilmente connesso al messaggio universale di pace di San Francesco d’Assisi. E la forte vicinanza fra le due chiese, da ritenersi forse casuale e collegata al tracciato dell’antica via Francigena, assume in quest’ottica tutta una serie di significati simbolici.
“La presenza francescana a Castelfiorentino – sottolinea Don Marco Viola - era piccola, ma significativa: vi hanno fatto parte persone di cultura e predicatori di un certo rilievo, come Donato Brasavoli. Il culto di San Francesco a Castelfiorentino è sempre stato molto sentito, ma le ultime due generazioni di castellani l’avevano smarrito per il degrado della Chiesa, lasciato per quasi 40 anni in uno stato di completo abbandono. Di qui l’importanza di riconsegnare la Chiesa di San Francesco a tutta la comunità castellana, all’interno della quale ognuno può entrarvi, lo ricordo, con la sua sensibilità. La Chiesa, ogni chiesa, è la casa di Dio, ma è abitata dagli uomini. E penso che chiunque vi entri possa poi uscirne arricchito di qualcosa. Entrare nella Chiesa di San Francesco, poi, vuol dire anche ritrovare le radici della nostra memoria, storica e spirituale, unitamente a una tradizione di valori di pace e solidarietà ai quali Santa Verdiana e San Francesco hanno dedicato la loro esistenza.”