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NUOVA AREA PIP DI SCANDICCI A MISURA DI SOSTENIBILITA'
Un oggetto misterioso chiamato “Emas” renderà le aziende sinonimo di sostenibilità. Ecco come

Un ambiente sano, pulito, giova eccome alle aziende. Ad esse è rivolto addirittura un “sistema”, concepito in ambito Ue: si chiama Emas, cioè “‘Sistema di Ecogestione e Audit”, presentato stamani in Palazzo Medici Riccardi per gli appuntamenti di ‘Agenda 21’ (vengono ricondotti a questa sigla una serie di parametri di sostenibilità ambientale universalmente riconosciuti e come tali da declinare a livello locale). L’Emas è uno strumento di politica ambientale ed industriale a carattere volontario volto a promuovere costanti miglioramenti dell'efficienza ambientale delle attività industriali.
Ebbene “la metodologia Emas sarà applicata in modo sperimentale dalla Provincia e dagli Enti interessati nell’area Pip (Piano insediamenti produttivi) del Comune di Scandicci”, annuncia l’assessore provinciale all’Ambiente Luigi Nigi, con l’assessore all’Ambiente di Scandicci Fabrizio Signorini. Insieme a loro anche Alessandro Baglioni, assessore all’Urbanistica del Comune di Scandicci, e Tiziano Lepri, assessore alla Pianificazione Territoriale e difesa del Suolo della Provincia di Firenze.
L’area Pip di Scandicci, dunque, si estende per circa 18 ettari, un terzo di proprietà comunale, l’altra di privati, in zona Padule, ed è destinanta all’insediamento di circa 180 attività produttive e artigianali. “Promuoveremo un approccio cooperativo per la gestione ambientale a livello locale – spiega Emilio Galanti, dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Firenze – puntando a coinvolgere interlocutori accreditati nelle azioni di miglioramento dell’ambiente nel territorio”.
I fondamenti dell’Emas stanno in un regolamento comunitario, il 1863/93, i cui compiti sono affidati in Italia al Comitato Ecolabel-Ecoaudit-Sezione Emas Italia. Ebbene, le aziende che vogliono aderire all’Emas mandano al Comitato una dichiarazione ambientale, con gli impegni assunti dalle stesse. Viene aperta una procedura, al termine della quale il sito industriale viene iscritto in un apposito registro comunitario. Una volta convalidata, la dichiarazione ambientale è pubblica e viene periodicamente aggiornata.
“Anche nel caso in cui gli effetti legati alle attività dell’impresa vengano percepiti su scala globale – commenta Fabio Araldo, dell’Università Bocconi - è solo a livello locale che possono essere efficacemente adottate le azioni in grado di incidere su tali effetti”. Insomma “think globally, act locally”, pensare globale e agire locale per evitare, ad esempio, l’inquinamento, in quanto tale, e che unito al traffico necessario alla stessa attività aziendale oltre a produrre danno alla collettività, finisce, in casi particolarmente critici, a mettere a rischio anche i vantaggi più spiccatamente economici e gestionali dell’agglomerazione territoriale. “Queste imprese – continua araldo - molto spesso si trovano ad affrontare problematiche ambientali simili perché immettono in un stesso corpo ricettore le emissioni dei propri processi produttivi: gli scarichi idrici nello stesso fiume, per esempio il Bisenzio nell’intera area tessile pretese, oppure i rifiuti nella stessa discarica”. L’Emas, invece, aiuta anche l’accettazione dell’attività industriale da parte della comunità
Ai lavori del convegno di Agenda 21 hanno preso parte anche Francesco Rizzi (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa); Marco Griffi - Ambiente Impresa srl; Aldo Nepi (Settore Programmazione dello Sviluppo Sostenibile - Regione Toscana); Alessandro Franchi, dell’Arpat; Riccardo Sabatini, coordinatore sicurezza e ambiente della Cna di Firenze; Alessandro Piccini, consulente Cna; Fabio Boretti, della Confartigianato; Pietro Bartolini, di Assindustria Firenze, e Massimo Migani, della Segreteria regionale di Legambiente Toscana.

21/11/2005 15.00
Provincia di Firenze