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ARNO, LA PROVINCIA PER SCONGIURARE L’EMERGENZA
Le proposte presentate dal Presidente Matteo Renzi stamani in Palazzo Medici Riccardi

Durante l’emergenza Arno, la Protezione civile e il Servizio di Piena della Provincia hanno garantito un costante monitoraggio della situazione con una decisiva opera di comunicazione e interventi. Il presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi ed i responsabili della Protezione Civile e del Servizio di Piena, con l’assessore alla Difesa del suolo Tiziano Lepri e alla Protezione civile Stefano Giorgetti, hanno illustrato interventi e prospettive per l’Arno, alla luce degli eventi dei giorni scorsi. “Intendo ringraziare tutti gli operatori – ha detto Matteo Renzi - che, pur in numero ridotto rispetto alle necessità individuate dagli Ordinamenti di Piena, hanno garantito la gestione dell’emergenza. Il controllo e il monitoraggio dell’Arno sono stati assicurati con grande spirito di partecipazione e di servizio a tutela dei cittadini”.
La Protezione civile, con la propria sala, ha costantemente monitorato i livelli idrometrici del reticolo idraulico principale dell’Arno 24 ore su 24, così come anche il livello delle piogge. I dati sono stati aggiornati ogni mezzora attraverso il sistema di monitoraggio distribuito su gran parte del territorio provinciale e costituito da idrometri e pluviometri. E’ stato registrato il generale superamento del primo livello, di guardia, dell’Arno con superamento del secondo in alcune zone della Provincia (in particolare Incisa). L’azione di Protezione civile e Servizio di Piena, con tempestiva comunicazione di situazioni di rischio, inviando sul posto anche nuclei di valutazione, è stata possibile grazie al raccordo con la Polizia provinciale, le associazioni di volontariato, la Protezione civile dei Comuni. Ecco una sintesi degli interventi: a Rignano (rimozione di una macchina che stava per essere travolta), sul Vingone (allagamenti), fra Incisa e Reggello (allagamento di una strada vicina al fiume, a supporto del Comune di Incisa, in vista di una possibile evacuazione della popolazione interessata, poi scongiurata); Barberino Val d’Elsa (rischio per il ponte di collegamento tra Vico val d’Elsa e Ulignano); in Mugello e Valdarno superiore smottamenti, piccole frane, fronteggiati anche dagli operatori della viabilità provinciale; problemi al sistema fognario in diverse località della provincia (soprattutto nel Valdarno).
Proprio a fronte dell’impegno del personale, la Provincia rileva che manca un senso di uguale responsabilizzazione in altri Enti. Infatti ad oggi, dopo 4 anni dal passaggio di competenze in materia idraulica, lo Stato, il Ministero delle Infrastrutture, non ha ancora trasferito 11 persone dell’organico promesse al momento del trasferimento, né predisposta, in alternativa, la loro monetizzazione, con grave danno per l’organizzazione dei servizi di polizia idraulica e di piena. Non solo: il Ministero delle Finanze sta progressivamente sottraendo risorse economiche, vendendo ai privati le aree del demanio idrico per le quali la Provincia avrebbe percepito canoni di concessione da investire in lavori e manutenzioni di opere idrauliche.
Problemi anche dalla farraginosa legge regionale in materia di difesa del suolo che prevede che per le tantissime competenze idrauliche sull’intero territorio provinciale, dalle manutenzioni alle opere sui corsi d’acqua principali a quelle sul reticolo minore, le Province dovrebbero utilizzare gli introiti delle concessioni per l’utilizzo delle acque e per l’occupazione delle pertinenze fluviali.
Ad oggi per ciò che riguarda le concessioni di derivazione delle acque, lo stato degli archivi regionali trasferito ha comportato, visto il mancato perfezionamento della maggioranza dei procedimenti pendenti “ereditati”, l’impopolare nota che la Provincia ha inviato a 13.000 cittadini per procedere alla definizione delle concessioni, con una doppia valenza: recuperare i canoni arretrati, ma anche conoscere l’effettiva quantità d’acqua prelevata per concorrere alla definizione di un bilancio idrico realistico.
Per ciò che riguarda le concessioni sulle pertinenze fluviali, la legge 212/2002 consente all’Agenzia del Demanio di vendere le pertinenze fluviali sottraendo i proventi delle concessioni alla Provincia, senza neanche richiedere a quest’ultima se la vendita di quelle aree possa costituire un danno ai fini della percorribilità dei fiumi per le manutenzioni o della realizzazione di nuove opere idrauliche.
La questione dell’assenza di coordinamento sull’attività di piena tra le tre province di Firenze, Arezzo e Pisa: allo stato non è individuato il soggetto che possa, in caso di eventi straordinari, decidere comportamenti sull’Arno che travalichino la suddivisione territoriale delle tre province che hanno ereditato le competenze dei corrispondenti Circondari Idraulici gestiti, prima del passaggio di competenze, in maniera unitaria dal Provveditorato alle Opere pubbliche. Il soggetto potrebbe essere l’Autorità di Bacino, alla luce dell’art. 29 del Piano Assetto Idrogeologico del Bacino del F. Arno (PAI) che recita: “l’Autorità di Bacino promuove il coordinamento tra gli enti preposti ai servizi di polizia idraulica e di piena, al fine di garantire un indirizzo uniforme a scala di bacino e di migliorare l’efficacia e l’efficienza del servizio stesso”.
La questione, in caso di eventi straordinari, della comunicazione, ma anche della formazione dei Piani di Protezione Civile dei singoli Comuni rivieraschi dell’Arno: occorre che i Piani Comunali riservino delle indicazioni anche per l’evento “esondazione” individuando le criticità idrauliche e i livelli di allerta, superati i quali si provveda all’evacuazione.
La Provincia, tramite l’istituto della sussidiarietà, assicura assistenza con la propria Protezione Civile, ma fondamentale è anche il ruolo dei singoli Comuni, che meglio di altri possano individuare criticità anche sul reticolo minore per programmare in tempo lavori di manutenzione adeguati alla riduzione del rischio.
Il Piano di Bacino del Fiume Arno Stralcio Rischio Idraulico. La realizzazione delle casse di Figline Valdarno, dei Renai di Signa e di San Miniato costituirà un contributo notevole alla mitigazione del rischio idraulico. L’Autorità di bacino ha fatto sapere che nel 2006 ci sarà l’apertura dei cantieri. Gli enti attuatori di queste casse sono i Comuni di Figline, di Signa e di San Miniato. La Provincia di Firenze si dichiara disponibile a dare il proprio contributo tramite i propri uffici tecnici per l’accelerazione di tutta la procedura tecnico-amministrativa.

01/12/2005 13.24
Provincia di Firenze