APPROVATA MOZIONE SUL FONDO UNICO PER LO SPETTACOLO
Chiesto al Governo una riduzione delle spese per far ripartire la cultura
Il Consiglio provinciale ha approvato con 18 sì (la maggioranza e Prc) e 5 no (i gruppi della Casa delle Libertà) la mozione dei consiglieri Biagini, Campi e Gori (Ds), emendata dai gruppi Prc, PdCI e Verdi sul Fondo Unico dello spettacolo che richiede al governo la revisione e la riduzione di tutte le spese non di carattere sociale, tra cui anche le spese militari, allo scopo di recuperare fondi da destinare alla copertura dei tagli applicati al Fondo Unico per lo Spettacolo. “Col taglio al Fondo Unico per lo spettacolo – ha illustrato la consigliera Biagini – si è adoperato un taglio drammatico a molteplici settori. Un taglio alla vita economica del nostro Paese, al settore culturale, occupazionale e turistico. Ringrazio il cielo che in molte realtà locali si riesce a recuperare fondi per la cultura. Occorre tornare ad investire sulla cultura”. Anche per Lazzerini (PdCI) “Il taglio operato al Fondo è un danno grave e lo è soprattutto per le piccole istituzioni e casca come una mannaia su tanti enti e tante fondazioni come il “Maggio musicale” dove spero che la Provincia entri a far parte e che la gestione allegra dei passati Consigli d’Amministrazione diventi solo un vecchio ricordo”. Targetti (Prc) ha ribattuto che “Il Governo deve puntare alla riduzione delle spese militari allo scopo di recuperare fondi da destinare anche alla copertura dei tagli applicati al Fondo Unico per lo Spettacolo”. Avezzano Comes (FI) ha precisato, invece, che “Col governo Berlusconi è ripartita l’Eti, c’è una nuova legge a sostegno della Siae, è stata istituita la giornata nazionale delle bande amatoriali il 5 giugno, è stato ricostruito il teatro Petruzzelli, c’è stata la riapertura della Fenice di Venezia”. Per Marconcini (PdCI): “Questo governo vede la politica sulla cultura come prodotto da vendere. Questo Governo ha tentato anche di svendere anche il patrimonio artistico e non ha fatto nulla per valorizzarlo. Questo governo gestisce una televisione pubblica e privata che, storicamente, sta attraversando il più basso livello culturale che si sia mai vissuto in questo paese”. Grazzini (FI) si è chiesto: “Ma in questo Consiglio provinciale ce la faremo mai a parlare seriamente delle responsabilità e di come assolviamo alla nostra responsabilità di politica culturale? In quasi due anni, di fronte ad una indecente politica culturale di questo Ente si è presentata una mozione in cui c’è la solita litania antiberlusconiana”. Gori (Ds) ha ribadito che “Il governo Berlusconi ha operato male nella gestione delle spese ed ha prodotto anche il male nel mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte. Il Presidente del Consiglio va in giro a dire che tutto il sapere è in mano ad un’altra forza politica. Allora verrebbe quasi il sospetto che il poco che è stato fatto per la cultura in questo Paese è perché la cultura la si è data per persa”. Sensi (An) ha chiesto: “Dopo le elezioni di tornare a parlare in Consiglio della nostra politica culturale perché effettivamente ci sono delle cose che non sono così splendide”. Per Bevilacqua. “Gli italiani sanno discernere e comprendere ciò di cui ha bisogno. In questa finanziaria è stata prevista l’attribuzione di un 5 per mille da parte di tutti i contribuenti a quelle fondazioni che ritengono importanti nei vari settori della cultura o della ricerca. Da lì si vedrà quanto la popolazione è più interessata alla ricerca scientifica che non alla cultura”.
10/02/2006 12.53