TEOFILO STEVENSON E LA RAPPRESENTATIVA DEI PUGILI CUBANI IN PALAZZO MEDICI RICCARDI
Il tre volte campione olimpico ha ricevuto un riconoscimento ufficiale dalla Provincia
Il tre volte Campione olimpico Teofilo Stevenson Lawrence e la Rappresentativa dei pugili cubani sono a Firenze per uno stage d’allenamento dal 20 al 24 marzo. I boxeur sono stati ricevuti nella Sala Nicola Pistelli della Provincia di Firenze per la consegna di un riconoscimento, da parte dell’assessore allo Sport della Provincia. Il presidente del C.O.N.I. Firenze, Paolo Ignesti, ha consegnato il gagliardetto del Comitato Provinciale di Firenze a Teofilo Stevenson, nel corso della cerimonia di premiazione del grande pugile cubano.
“L’incontro che vede come protagonisti giovani promesse della boxe della nostra regione e l’ex pugile cubano – ha affermato Ignesti – è anche un importante punto di confronto fra tradizioni sportive diverse. Lo sport è uno dei cardini principali di coesione e uno stimolo per i giovani che si avvicinano a questa disciplina. Campioni come Stevenson che hanno costruito la storia del pugilato non possono non affascinare le nuove generazioni, stimolandoli a capire il valore autentico dello sport.
Siamo orgogliosi di avere a Firenze Teofilo Stevenson, che è stato uno dei più grandi pugili di tutti i tempi. L’ex campione del ring, che ha vinto tre medaglie d’oro, è arrivato nel capoluogo toscano, grazie all’attività di Giuseppe Ghirlanda e del Comitato regionale toscano della Federazione pugilistica”.
La rappresentativa cubana, con l’accompagnatore Pedro Roque Otano Jesus (Team leader) e l’allenatore Jesus Jus Poluri è formata da Albert Portuondo Alvarez (Kg. 51), Jordan Frometa Gendry (Campione del Mondo, Kg. 57), Adrian Gonzalez Gonzalez (Kg. 64), Julio Iglesias Dunque (Campione del Mondo, Kg. 69), Luis Garcia Campoalegre (Kg. 75), Marx Robert Munos Francia (Kg. 91). La delegazione è guidata dal vicepresidente della federazione italiana Pugilato Alberto Brasca, dalla responsabile del settore professionistico della Fip Rosanna Conti Cavini e dal Presidente del comitato regionale toscano Giuseppe Ghirlanda. I pugili si stanno allenando presso la palestre della “Montagnola” e nel pomeriggio (ore 16.30) Teofilo Stevenson affronta sul “ring” fiorentino sia l’assessore allo sport che il presidente del C.O.N.I. in un match dimostrativo. I pugili sono accompagnati nel loro giro in Italia dall’ex Campione d’Europa, ed oggi allenatore della Nazionale italiana di pugilato Valerio Nati, che da professionista ha combattuto anche a Scandicci e dall’allenatore della Nazionale femminile, maestro della pugile Galassi (tre volte campionessa del Mondo) Emanuele Renzini.
Teófilo Stevenson (nato il 29 marzo 1952), è un ex pugile cubano che ha fatto la storia della boxe dilettantistica e che, nonostante le molteplici ed allettanti offerte ricevute, non passò mai alla carriera professionistica sia perché il regime cubano non ammette lo sport professionistico sia per scelta personale.
È considerato, assieme a László Papp, uno dei più grandi pugili olimpici della storia.
Stevenson rappresentò la sua nazione ai Giochi Olimpici di Monaco del 1972. In quell’occasione vinse la medaglia d’oro e, nei successivi Giochi del 1976, svoltisi a Montreal, ripetè l’impresa. In questa seconda occasione era già divenuto un eroe nazionale a Cuba, e fu anche il momento in cui andò più vicino a firmare un contratto da professionista.
I promoter statunitensi gli offrirono la somma di cinque milioni di dollari per sfidare il campione mondiale dei pesi massimi Mohammed Ali nella sua prima esibizione da professionista, il che lo avrebbe reso il secondo pugile a passare direttamente dalle olimpiadi al debutto da professionista con in palio la corona mondiale dei pesi massimi dopo Pete Rademacher. Ma Stevenson si rifiutò, chiedendo: “Cosa valgono cinque milioni di dollari, quando ho l”amore di cinque milioni di cubani?”.
Stevenson partecipò anche alle Olimpiadi di Mosca nel 1980, e divenne il secondo pugile – dopo Papp – a vincere tre titoli olimpici nel pugliato. Alle Olimpiadi di Sydney 2000, Félix Savón, anch’egli cubano, divenne il terzo pugile a riuscire nell’impresa.
Stevenson avrebbe potuto vincere una quarta medaglia alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, ma l’Unione Sovietica boicottò quell’edizione per rappresaglia contro il boicottaggio statunitense del 1980. Cuba si accodò alla decisione sovietica e Stevenson venne privato della possibilità di guadagnarsi il quarto oro. Si ritirò dal pugilato poco dopo.
Stevenson venne nominato allenatore del programma cubano di pugliato dilettantistico, e il presidente cubano Fidel Castro gli fece dono di una villa in un’area residenziale esclusiva (usanza abituale per Castro).
Quando Stevenson si rifiutò di diventare professionista e combattere contro Alì, la scena dei pesi massimi era vivace, con atleti del calibro di Ken Norton, Larry Holmes, George Foreman e Joe Frazier. Stevenson avrebbe certamente portato scompiglio nel mondo della boxe professionistica, e gli appassionati continuano a discutere sui possibili risultati di una sua ipotetica presenza in quell’epoca d’oro dei pesi massimi.