GENIO FIORENTINO: CONVEGNO SU GIORGIO SPINI
Il 5 maggio alle 17 nella Sala di Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi
La Fondazione Circolo Rosselli organizza per venerdì 5 maggio alle ore 17 nella sala di Luca Giordano a palazzo Medici Riccardi a Firenze il convegno “L’attualità della ricerca storica di Giorgio Spini”. La Fondazione ha chiamato a ricordarlo Gaetano Arfè, emerito dell’università di Napoli di storia contemporanea e già dirigente e parlamentare socialista, Tiziano Bonazzi, ordinario di Storia del Nord America all’Università di Bologna, Adriano Prosperi, che insegna Storia dell’Età della Riforma e della Controriforma alla Scuola Normale di Pisa e il teologo valdese Paolo Ricca, quattro studiosi anche in modo di coprire i multiformi aspetti della sua attività scientifica e civile. La manifestazione rientra nell’ambito del ciclo “Il Genio Fiorentino”, promosso dalla Provincia di Firenze.
Giorgio Spini è scomparso il 14 gennaio di questo anno 2006. Nato a Firenze nel 1916, aveva insegnato nelle università di Messina e di Firenze, nonché nelle università U.S.A. di Harvard, California (Berkeley) e Wisconsin: era uno dei più illustri storici italiani, ma con una apertura internazionale non frequente nella sua generazione. Non a caso il Times gli ha dedicato mezza pagina di ricordo il 14 febbraio, esattamente un mese dopo la sua scomparsa. Attivo fino agli ultimi giorni di vita, ha scritto numerosissime opere di storia.
Fondamentali sono i suoi tre volumi della “Storia dell’Età Moderna”. Profondamente originale l’opera degli anni sessanta, “Autobiografia della giovane America”, dedicata ai Padri pellegrini. Fu anche fortunato autore di manuali di storia per le scuole che hanno formato generazioni di studenti.
Profondamente legato alla sua città e alla sua regione, scrisse “Cosimo Primo e l’origine del principato mediceo” (libro dedicato alla nascita della Toscana moderna) e una storia di “Firenze” per la collana dedicata da Laterza alle città italiane.
Nell’opera su “Le Origini del socialismo. Da Utopia alla bandiera rossa ” dimostrò l’esistenza di un socialismo degno di essere chiamato tale anche prima di Marx, legandosi alla sua militanza nel Partito d’Azione (una militanza continuata poi in Unità Popolare, successivamente nel P.S.I. e poi nella Federazione Laburista).
L’otto settembre 1943 il sottotenente Giorgio Spini, dopo aver aiutato a raccogliere le armi per i partigiani in Val Pellice, nelle valli Valdesi, torna a Firenze, nella sua città. Da lì riesce a passare clandestinamente le linee e a raggiungere l’esercito italiano nell’Italia liberata. Viene aggregato all’VIII Armata Britannica, con cui risalirà tutta la penisola fino a Belluno. A Firenze, nell’agosto 1944, entra come primo ufficiale italiano: Il Times lo ricorda come “lo storico che salvò (i dipinti) degli Uffizi dalla distruzione”, rievocando l’episodio del suo intervento nel castello di Montegufoni , quando spiegò alle truppe indiane che lo avevano occupato la necessità di salvaguardare le tele di Giotto e di Botticelli che vi erano state nascoste. Sono vicende narrate nel libro “La strada della Liberazione”, curato dal figlio Valdo per la Casa Editrice Claudiana.