SUI PASSI DEL GENIO DI GREGORIO, DETTO IL GRANDE
Un convegno internazionale a quattordici secoli dalla scomparsa del pontefice
Il Genio Fiorentino ripercorre il cammino di Gregorio Magno. Dal 13 al 17 maggio 2006 studiosi e docenti universitari provenienti da tutto il mondo si confronteranno su temi storici, artistici, culturali e di storia della mistica legati alla figura e alle opere di Gregorio Magno.
A seguito dell’anniversario della morte di Gregorio Magno (604), il «Comitato Nazionale per le Celebrazioni del XIV centenario della Morte di Gregorio Magno» (istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali), organizza un convegno internazionale, dal 13 al 17 maggio, dalle 9,30 alle 18,30 nell’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, dedicato ad una delle figure più importanti della storia del Medioevo.
Papa e Padre della Chiesa, assieme ad Ambrogio, Agostino e Girolamo, Gregorio Magno fu intellettuale acuto, politico geniale, ricco di una straordinaria cultura, capace di perseguire a servizio della Chiesa gli obiettivi che non era più possibile raggiungere in Occidente a servizio dell’Impero.
La posterità ha tributato a papa Gregorio I il titolo di “Grande” esprimendo così l’eccezionale levatura della sua personalità insieme all’incredibile eredità storica che egli rappresenta.
Allo stesso tempo in cui dispiega senza risparmio la sua azione al servizio della cristianità, Gregorio si rivela anche uno dei maggiori scrittori del Medioevo. Gregorio non ha mai cessato di esprimere con la parola e la penna la sua preoccupazione volta a trasmettere il Vangelo e il suo significato spirituale e intellettuale sia in un’opera esegetica monumentale comprendente i trentacinque libri dei Morali su Giobbe e gli altri grandi Commentari rimasti incompiuti, su Ezechiele, sul Primo Libro dei Re e sul Cantico dei Cantici, sia in altri testi, tra cui i famosissimi Dialoghi.
Gregorio ha lasciato anche un segno durevole negli ambiti, inseparabili in quest’epoca, della musica e della liturgia, al punto che la tradizione ha dato il suo nome al canto fermo (canto gregoriano).