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PROVINCIA DI FIRENZE: IL CONSIGLIO PROVINCIALE SI RIUNISCE IN SEDUTA STRAORDINARIO SULLA GUERRA
Il Presidente Scalise: “Davanti a questa guerra ci sentiamo storditi e disorientati”

L’attacco in Iraq ha cambiato il programma dei lavori del Consiglio della Provincia di Firenze. E’ stata dibattuta ed approvata una risoluzione proposta da Ds, Margherita, PdCI, Verdi e Rifondazione Comunista dove il Consiglio si dichiara contrario alla guerra in Iraq e chiede al Governo di non fornire alcun supporto politico, diplomatico, operativo e logistico a qualunque azione che, anche indirettamente, configuri un coinvolgimento dell’Italia nelle operazioni di guerra, aderisce alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil e dal comitato fiorentino “Fermiamo la guerra”, impegna il Presidente della Provincia a garantire l’apertura permanente della sede provinciale affinchè costituisca punto di riferimento per istituzioni, associazioni e cittadini, la Sala Rossa è già stata attrezzata con due maxi schermi a disposizione dei cittadini, la risoluzione inoltre impegna la Giunta a partecipare, fin da subito a tutte le iniziative umanitarie e di solidarietà con le popolazioni colpite. Il Presidente del Consiglio Eugenio Scalise è convinto che le bombe lanciate costituiscono l’inizio di una nuova era. “Le sedi deputati al dialogo non hanno scongiurato la guerra. Abbiamo davanti un futuro di grande incertezza visto che gli equilibri sono già instabili. Il futuro si presenta di grande incertezza e questa guerra, fatta anche contro il terrorismo internazionale non da garanzie che questo venga debellato. Questa guerra – ha detto Scalise – è legittima per tante nazioni del mondo, immorale per molte altre. Lo sforzo dell’Onu stava ottenendo primi importanti risultati per disarmare Saddam Hussein, un dittatore condannato da tutti i governi democratici. Non capisco perchè non si è tentata questa strada fino in fondo, non siamo stati in grado di fermare questa guerra ed ora siamo storditi e disorientati: facciamo ancora di tutto per interrompere questo conflitto”. Nel dibattito il consigliere del Ppi-Margherita Vignoli ha ammesso di non concepire quello che sta accadendo: “Noi apparteniamo all’Alleanza Atlantica, ma non a quella che vuole oggi Bush. Ieri in Parlamento, l’onorevole D’Onofrio e lo stesso Presidente Bush hanno affdermato che ritengono l’Onu un organismo superato. E’ stato detto che è anacronistico, oggi, avere il diritto di veto, ma è anche vero che gli Stati Uniti non avevano i voti per farsi mettere il veto. E’ stato fatto anche l’elenco degli stati amici: 30, e degli stati canaglia. Ma – ha concluso Vignoli – ci sono nazioni dove capi di stato uccidono civili come Saddam ma fanno comodo agli Stai Uniti e per questo non vengono toccati”. Per Targetti di Rifondazione Comunista questa è una guerra che mira solo al controllo dei pozzi di petrolio, domani probabilmente al controllo dell’acqua: “Sono scenari già visti. Ogni soldato ha un equipaggiamento che costa oltre 40 milioni di vecchie lire e mentre gli stati Uniti chiedevano a Saddam di disarmare sperimentavano una bomba da 400 chili di tritolo. Non è quindi una guerra giusta – ha detto Targetti – ma frutto di quelle culture neo liberiste che vogliono mettere al primo posto la logica del mercato e del profitto e per avere un controllo militare planetario”. Panerai dei Ds punta l’attenzione sullo strumento dell’ultimatum: “E’ successo come accadeva nell’800. Se la Francia, la Germania, la Russia non fossero state isolate non ci ritroveremmo oggi a discutere di questa guerra”. Nistri di An: “Se il governo italiano avesse scelto di partecipare direttamente al conflitto irakeno, mi sarei trovato in grave imbarazzo, perché sono contrario a una guerra preventiva che non passi attraverso l’Onu. Ma – ha osservato Nistri – in realtà il governo Berlusconi ha realizzato un vero capolavoro diplomatico, dimostrando la propria solidarietà all’America, ma limitandosi a concedere l’uso delle basi Nato per usi logistici, non militari, come hanno fatto nazioni come la Francia e la Germania, dichiaratamente critiche dell’intervento. Di conseguenza l’Italia rimarrà fuori dalla guerra e dalle basi dell’Alleanza Atlantica nella penisola non partirà nessun bombardiere: tutto il contrario di quello che avvenne nel 1999, quando l’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema informò il Parlamento delle operazioni militari mentre erano già i nostri aerei da guerra erano già in azione. Mobilitando la piazza contro il governo, accusandolo di fare molto meno di quello che essa fece quattro anni fa, la sinistra dimostra la sua mancanza non solo di senso dello Stato, ma di senso del pudore”. Per Corsinovi dire di essere contrari alle guerre, in astratto, non è sufficiente. “Queste guerre dividono la comunità internazionale e dopo l’11 settembre 2001 il mondo è cambiato. Gli Stati Uniti sono l’unica grande presenza rimasta a presidiare l’ordine mondiale. Se l’Europa ha goduto, dal ’45 oggi anni di prosperità lo deve anche all’America, l’Europa deve la sua libertà all’America ritengo – ha detto Corsinovi – che il pacifismo militante troppo ostentato alla fine è un misto d’amore per la pace ma anche di culto per la violenza. Quando mai si è visto un corteo di pacifisti protestare contro Stalin oppure per la Cecenia. Quante volte avete manifestato contro le stragi dei curdi e degli sciiti. Spero solo che, come dopo il ’45 nacque la nuova Europa, dopo questa guerra nacqua un un nuovo Iraq. Non credo che il tempo della democrazia sia finito ma ricordiamoci che al di là della barricata c’è un uomo che ha usato armi di distruzione di massa”. Per l’assessore all’ambiente Gori, a nome della Giunta, il governo italiano è in grande difficoltà: “Ritiene legittima la guerra ma non si espone e siamo di fronte all’equilibrismo di un governo che dice e non dice. E’ un dato che preoccupa e sconcerta. L’unica certezza che abbiamo – ha chiosato Gori – è l’intervento militare. Riteniamo che se gli Stati Uniti avessero lavorato per risolvere la questione mediorentiale non ci troveremmo ora in questa guerra. Gatteschi dei Verdi: “Saddam era un buon alleato prima, ora invece non fa più comodo. E’ una guerra per il petrolio ed anche noi che siamo per la pace dobbiamo lavorare con coerenza ed impegno per evitare di dipendere da questa risorsa sempre più scarsa. Oggi c’è un sentimento antieuropeo in America così come accade il contrario. Questo rapporto d’amicizia – ha spiegato Gatteschi – meritava invece più rispetto. L’Europa si è completamente disunita ma, senza tagliare i ponti con l’America, mi schiero decisamewnte contro questo intervento militare. Bertini di Forza Italia: “La questione non è tanto discutere sulla guerra ma piuttosto su un nuovo antiamericanismo ed un nuovo occidentalismo. L’embargo in Iraq non ha portato nessun risultato, e di questa situazione – ha detto Bertini – ne ha patito solo la popolazione. Noi abbiamo in mente la popolazione gasata da Saddam e stiamo insieme agli Stati Uniti ed al popolo americano. Parotti di Rifondazione Comunista ha spiegato che questa guerra moltiplicherà i disagi delle popolazioni che già stanno soffrendo. “Qualcuno è buono, qualcuno è cattivo perché non rientra nei piani strategici. Non immagineremo mai il disastro umanitario che questa guerra provocherà. Gli Stati Uniti d’America – ha denunciato Parotti – continuano a fabbricare ed a vendere nel mondo armi di distruzione di massa. Milioni di persone scenderanno in piazza contro la guerra. Siamo con gli Usa ma anche con gli ispettori Onu che hanno chiesto il motivo per cui non gli hanno permessodi finire il lavoro. Bush deve consumarle le armi perché le deve rifare. Ed in Toscana ci domandiamo: cosa contengono i sotterranei di Camp Darby. Ancora non sappiamo cosa c’è”. Marconcini dei Comunisti Italiani ha spiegato le nette differenze tra il conflitto in Kosovo e quello odierno: “Il governo del centrosinistra fece un’operazione in Kosovo che non vide tutte le forze politiche d’accordo. C’era un sentimento di paura che nel governo attuale non si evince. C’è invece un atteggiamento di superbia. Moriranno persone! Noi abbiamo avuto un sentimento di paura, voi non ce l’avete questo sentimento. Si percepisce l’imbarazzo di non avere nemmeno il coraggio di dire che siamo in guerra. L’Italia è in guerra, abbiate il coraggio di dirlo! Vi siete accodati agli Usa cercando però di non condividere certi aspetti. Gli Usa, se in passato ci hanno salvato, oggi sono riusciti a dividere tutti. Sono state addirittura vietate le manifestazioni negli Stati Uniti mentre le famiglie delle vittime dell’11 settembre hanno sfilato contro la guerra. Quella che stiamo vivendo è solo una guerra per il controllo geopolitico di quel territorio. Vi siete imbarcati in un’avventura che non ha futuro. E’ un’avventura paurosa e senza ritorno e ne pagherete le conseguenze. Biagini dei Ds ha spiegato la sua situazione di grande angoscia: “Occorre confrontarsi e discutere di questo argomento. Tutti quanti sappiamo che questa guerra è determinata dall’economia e dalla borsa americana e questa scelta è perdente. Non è una guerra contro il disarmo e dovevamo assolutamente dare fiducia al delicatissimo processo che portava al disarmo di Saddam Hussein, si è voluto invece far prevalere le ragioni della forza. I curdi stanno lottando al fianco degli americani consapevoli che gli americani non sono lì per liberarli ma per altri motivi. E voglio denunciare un’altra cosa – ha concluso la Biagini – con questo intervento si creerà il deserto degli aiuti umanitari”. Per Nigi dei Ds oggi è un giorno di dolore e di vergogna: “Vergogna nel quale ci ha gettato il nostro governo. Ieri ho sentito parlare di non belligeranza – ha detto Nigi – siamo a questo punto. C’è una destra al governo ma che non si schiera. Blair, almeno, ha assunto una posizione, il suo popolo è contrario ma non si vergognerà del suo governo”. Per Massai di An questo consiglio è stato fatto per fare ancora una volta la guerra a questo governo: “La bandiera della pace, che ha un valore universale, viene utilizzata come mezzo per fare la guerra. Il centrosinistra ha ritrovato l’unita con Rifondazione Comunista su una cosa vecchia. L’Onu – ha spiegato Massai – vale quando fa quello che il centrosinistra vuole”. Infine De Luca della Margherita-Democratici: “Non dobbiamo confondere gli Stati Uniti col governo Bush così come non dobbiamo confondere l’Italia col governo Berlusconi. Non mescoliamo sacro e profano. Questo intervento – ha chiarito De Luca – non è sotto l’egida delle Nazioni Unite, non è sotto l’egida della Nato, non è dettato da una contingenza grave, dalla necessità di una catastrofe grave. Gli Stati Uniti, promotori della democrazia, sono diventati un gigante arrogante, prepotente ed armatissimo e da questa situazione ci aspettiamo conseguenze drammatiche e non giustificate”.

20/03/2003 18.27
Provincia di Firenze