PROVINCIA DI FIRENZE: IL PRESIDENTE MICHELE GESUALDI: “I NO AD UNA GUERRA CHE FERISCE LA SPERANZA”
L'affermazione durante il proprio intervento nel corso del Consiglio provinciale di giovedì scorso. “Le bombe che sono cadute sull’Iraq aprendo un triste giorno, non sono cadute solo sull’Iraq, sono cadute anche sulle speranze di pace che milioni di persone in tutto il mondo hanno dimostrato sfilando nei cortei"
Intervenendo alla grande manifestazione svoltasi giovedì pomeriggio a Firenze contro la guerra in Iraq il Presidente della Provincia ha pronunciato un intervento del quale sono riportati, di seguito, alcuni passaggi:
“Le bombe che sono cadute sull’Iraq aprendo un triste giorno, non sono cadute solo sull’Iraq, sono cadute anche sulle speranze di pace che milioni di persone in tutto il mondo hanno dimostrato sfilando nei cortei con la stessa richiesta e gli stessi simboli di Pace, dicendo sì alla Pace e no alla Guerra. Quella speranza oggi è ferita ma non spezzata come dimostra questa grande manifestazione che vede Firenze, tutta Firenze unita a chiedere pace e benessere, non morte e sangue. Quelle bombe sono cadute anche sugli accorati e ripetuti appelli del Papa che ha detto a chiare note che Dio non benedice quei paesi che producono morte tra la popolazione civile. Questo grande della Chiesa e del mondo che è Giovanni Paolo II viene citato troppo spesso dai nostri governanti ma mai ascoltato quando parla di pace, di immigrati, di indulto, di praticare cioè il bene non il male. Quelle bombe sono poi cadute sulla volontà di gran parte dell’Europa di restare unita per cercare una soluzione politica e non violenta alla crisi. Un’unità che avrebbe dato un segno di forza e di autonomia ad una Europa che cresce mettendo al primo posto i valori della Pace e della giustizia e che avrebbe esercitato un robusto ruolo di politica internazionale, con pari dignità dell’alleato americano. Quelle bombe infine, sono cadute sulla volontà dell’Onu di operare per risolvere per strade pacifiche la crisi irachena e la strada imboccata, che stava dando risultati, è stata drammaticamente interrotta dall’ultimatum prima e dalle bombe poi. Quelle bombe sono poi cadute sull’equilibrio internazionale improntato ad un dialogo tra diverse culture capace di garantire una pacifica soluzione. Bush deve ascoltare di più l’Onu perché nel mondo di oggi pace e guerra non sono affari di un solo popolo, di un solo governo, di una sola nazione.
Oggi la guerra, qualsiasi guerra, è una drammatica scorciatoia che normalmente passa sopra le ragioni degli altri, aprendo incognite drammatiche e molto dolorose per il mondo intero. L’Onu deve essere più ascoltato ed il suo ruolo non può essere svilito. I Governi di due Stati, nostri Alleati e amici, pretendono in questo momento di rappresentare il mondo intero. I Governi di Stati Uniti e Gran Bretagna non possono invocare l’aiuto internazionale e poi accettarlo soltanto se coincide con la loro volontà”.