"Deep" di Giuliano Caporali in Palazzo Medici Riccardi
Una mostra che celebra cinquant’anni di carriera del pittore aretino. Venerdì 8 novembre, alle ore 16.30, il vernissage con un’appendice a 'The Artists' Palace' dove alle ore 18 verrà presentata l’opera monumentale "In the purple"
Dal 7 al 28 novembre 2019 le Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi, in via Cavour 1, a Firenze, ospitano “Deep”, mostra personale di pittura di Giuliano Caporali a cura di Mario Balduzzi.
Venerdì 8 novembre, alle ore 16.30, l’inaugurazione ufficiale presentata da Paola Grappiolo, alla presenza dell'assessore regionale Vincenzo Ceccarelli.
La giornata inaugurale proseguirà alle ore 18 all’interno di The Artists' Palace di piazza San Lorenzo 6, con la proiezione di un video sull'artista e la presentazione dell'opera "In the purple" e di una serie di lavori su carta.
L’evento espositivo, patrocinato da Regione Toscana e Città Metropolitana di Firenze è reso possibile grazie al contributo di The Artists' Palace, Bluex… al servizio dei sogni e Bludiprussia.
'''La mostra'''. Giuliano Caporali, artista aretino tra i più apprezzati e conosciuti della sua generazione, festeggia i suoi 50 anni di carriera con una mostra a Palazzo Medici Riccardi, uno dei luoghi simbolo del Rinascimento fiorentino e dell’arte italiana.
Una personale emblematica già dal titolo, risultato di una lunga ricerca che il pittore ha portato avanti con tenacia, senza mai accontentarsi dei risultati e dei riconoscimenti di pubblico e critica ottenuti.
La parola “Deep” sta a indicarci qualcosa che sta in profondità, sotto la superficie, qualcosa di intenso – scrive il curatore Mario Balduzzi. – La mostra vuol prendere questo titolo in prestito a indicare in modo emblematico, quanto per l’artista sia stato importante, in tutti i suoi anni di pittura, scavare e arrivare ai dati essenziali del suo lavoro, mediante un costante esercizio di riduzione, di eliminazione da tutto ciò che è superfluo o banale.
Le opere allestite nelle Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi affrontano, attraverso varie tecniche, alcuni aspetti di come Caporali intenda la pittura, che uscendo dal piano puramente bidimensionale si spinge verso la tridimensionalità, avvalendosi anche di elementi extra-pittorici come filo di ferro e stoffa e pigmenti contemporanei come quelli fluorescenti.
Per l’artista non è tanto importante il supporto o il tipo di colore utilizzato – spiega ancora Balduzzi, – infatti possiamo trovare pittura a olio, tecniche miste, acrilico su vari supporti; a lui interessa lo studio dei colori come fonte di trasmissione delle proprie emozioni, il modo come essi vengono composti denotano la trasmissione del linguaggio e compongono il tutto; l’importanza è data dal modo in cui sono bilanciati reciprocamente, per stabilirne un rapporto che possa trasmettere e veicolare un messaggio che non può essere espresso con la stessa forza dalla lingua scritta. Questo processo avviene per l’artista, come nell’utilizzo delle note in una composizione musicale, così come, lo spazio che c’è fisicamente fra un’opera e l’altra, rappresenta la pausa nella musica.
Nei lavori presentati per l’importante appuntamento fiorentino Caporali mette in connessione modernità e passato, memoria e desiderio di guardare al futuro. “Deep” è un compendio delle sue esperienze formative e lavorative, legate ai classici della pittura italiana, in dialogo con le suggestioni per le correnti artistiche informali, che lo hanno indirizzato negli anni verso un linguaggio gestuale e di sintesi, ma allo stesso tempo armonico e articolato.
Come su un antico intonaco, sulle tele, tavole o carte di Caporali, emergono segni, graffiti, impronte o immagini sublimate o trasfigurate richiamando, pur nella complessità della stesura, segni o pennellate di colore, paesaggi della natura o forme che riaffiorano nella nostra memoria trovando una loro armonia con l’insieme – scrive Paola Grappiolo, a cui sarà affidata la presentazione della mostra. – Un altro aspetto carismatico, della sua pittura, è la raffinata sensibilità nell’accostamento dei colori, tono su tono, da cui emergono le fenditure, l’evocazioni d’immagini evanescenti, sospese nel tempo che appaiono come nulla di definito, di dichiarato, ma affioranti sulla tela in un equilibrio compositivo degno dei grandi maestri della pittura di un tempo.
"Deep" di Giuliano Caporali sarà accompagnata da un elegante catalogo e rimarrà aperta tutti i giorni, mercoledì escluso, dalle 9 alle 19.
'''Breve biografia'''. Giuliano Caporali, nato a S. Mama (Arezzo) nel 1950, vive e lavora ad Arezzo. Diplomato all’Istituto d’Arte della sua città, si dedica fin da giovanissimo a collettive e concorsi di pittura. La sua formazione pittorica nasce soprattutto dalla volontà assidua di sperimentazione che ha concretizzato e sedimentato nei complessi rapporti tra materia e colore.
Dal 1976 dipende dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è disegnatore presso la Soprintendenza di Arezzo. Ciò gli ha permesso di frequentare e studiare da vicino alcuni maestri del passato, da Piero della Francesca a Beato Angelico, dal Signorelli al Vasari, fino a Cimabue, per i quali ha curato elaborati grafici per il recupero delle opere, collaborando ad allestimenti di mostre e progetti architettonici.
A queste esperienze istituzionali, fondamentali per la sua crescita artistica, ha opposto un dialogo con la poetica dell’informale, traendo suggestioni dall’ambiente antico dei muri corrosi, dal rapporto tra tempo e spazio, tra pittura e architettura, natura e artificio.
Da anni Caporali espone in Italia e all’estero con personali e collettive in prestigiosi spazi privati e pubblici. Della sua opera si sono interessati giornali e riviste specializzate.