IL DIBATTITO SULLA PETIZIONE PER LA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA E DELL’AMBIENTE
Diciotto i voti a favore, 12 i contrari in Consiglio provinciale
Il Consiglio provinciale ha approvato, con 18 sì (Ds, La Margherita, PdCI) e 12 no (Fi, An, Udc Prc e Verdi) la delibera di risposta alla petizione di iniziativa popolare per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Respinto con 18 no e 4 sì (Prc e Verdi con la Cdl che non ha partecipato al voto) l’Ordine del Giorno d’accompagnamento presentato da Prc ed emendato dai Verdi. Il capogruppo di Rifondazione Comunista Sandro Targetti ha spiegato di non condividere la risposta della Giunta: “Ed aumenta i problemi ed i dubbi sul rispetto alla salute degli impianti di incenerimento e di altre fonti di inquinamento. Chiediamo che si approfondiscano gli studi sulle problematiche collegate o collegabili alle nano polveri. Oggi, dopo anni di ragionamenti, di discussioni, di forti scontri sociali, il consenso intorno alla scelta dell’incenerimento come strada prevalente non c’è. Questo Consiglio deve scegliere se a fronte di un aumento delle problematiche ambientali e sanitarie, a fronte della mancanza del consenso delle popolazioni vuole continuare su questa strada oppure se prevale il principio di precauzione e si guarda se ci sono altre soluzioni possibili”. Il capogruppo dei Democratici di Sinistra Riccardo Gori ha ricordato che: “Anche nel centro e nel nord Europa c’è il modello della termovalorizzazione come soluzione terminale del ciclo dei rifiuti. E questo avviene in tutte le realtà metropolitane e in tutte le città europee. E questo processo è accompagnato da un forte risparmio energetico. Noi diciamo, con grande semplicità, ai cittadini che il 70% della raccolta differenziata in un’area metropolitana di questo genere è un obiettivo difficilmente raggiungibile se non con prospettive decennali. Possiamo puntare a quegli obiettivi che sono contenuti nel Piano provinciale: il 55% della raccolta differenziata, mentre possiamo spingerci un po’ più avanti rispetto alla diminuzione dei rifiuti (fissata al 15% in meno) con grandi impegni economici e grandi patti che debbono entrare in campo ma resta attivo uno zoccolo duro che noi non possiamo non proporre a termovalorizzazione”. Graziano Grazzini, a nome di Forza Italia ha rilanciato l’idea del referendum: “Non vogliamo entrare, come forza politica, nella costrizione di dover optare tra due tesi tecnico-scientifiche. Ci atteniamo ai dati forniti dagli uffici e agenzie preposte, pretendendo il massimo aggiornamento dei dati. Rileviamo che l’unica novità proposta dalla Regione Toscana su questo fronte, in un anno, è l’unificazione delle società che si occupano di rifiuti: una bella torta da spartire. Il rischio di far precipitare la situazione in un’emergenza e in una conflittualità sociale è ormai dietro l’angolo. Il referendum consultivo è, in questo senso, uno strumento che potrebbe aiutare ad un dibattito più consapevole e ad una vera partecipazione democratica”. Massai, Sensi e Nascosti di alleanza Nazionale ritengono, invece, che: “Una discussione tecnica non era da portare in Consiglio provinciale. Ci chiediamo: Vale o non vale il Piano provinciale dei rifiuti? Si vuol fare, oppure no il termovalorizzatore? Sosteniamo che deve essere presa una decisione definitiva su questo argomento. La delibera di risposta alla petizione dei cittadini fa capire che siamo di fronte ad un nuovo rinvio”.
03/07/2006 19.54