PROVINCIA DI FIRENZE: CERTOSI SULLA RIFORMA MORATTI: “ALTRO CHE AUTONOMIA: QUESTA SCUOLA DIVIDE”
L’argomento è stato al centro di un convegno nazionale sui problemi della scuola, dedicato a ‘L’autonomia della scuola e i suoi protagonisti’
L’autonomia della scuola esce indebolita dalla legge di riforma Moratti “soprattutto – spiega Piero Certosi, vicepresidente della Provincia e assessore alla Pubblica istruzione - per la cancellazione del curricolo e la sua sostituzione con i piani di studio che il ministero elabora senza alcun confronto con la scuola e con la comunità scientifica”. Il curricolo, secondo Certosi, “è lo strumento più adeguato per stimolare la progettualità e l’autonomia della scuola e per il dialogo di questa con la comunità nella quale è inserita”. L’argomento è stato al centro di un convegno nazionale sui problemi della scuola, dedicato a ‘L’autonomia della scuola e i suoi protagonisti’, svoltosi all’Istituto degli Innocenti e all’Istituto Salvemini-Duca d’Aosta su iniziativa della Provincia, del Cidi, dell’Andis e dell’Istituto degli Innocenti. In questi anni è stato fondamentale il lavoro di ricerca e approfondimento sul curricolo cioè sui contenuti culturali essenziali e sugli spazi di autonomia e di creatività delle singole e dei docenti, che si è svolto, in modo significativo, anche nel contesto delle scuole della provincia di Firenze. Per aiutare i complessi processi di riforma “è necessario prima di tutto – continua Certosi - mettere a disposizione delle scuole più risorse e più investimenti”, ma la legge finanziaria 2002 e quella del 2003 complessivamente “hanno diminuito le risorse finanziare per l’autonomia del 50 per cento”. E allora mentre “la società domanda più istruzione per tutti, più istruzione di qualità, si operano delle scelte che indeboliscono il sistema pubblico di istruzione facendone un terreno dove operare risparmi e un terreno di scontro ideologico”. Il sistema scolastico e formativo da costruire “deve dare risposta al diritto di tutti e non solo di alcuni, di imparare di più, di contribuire a elevare la base culturale dell’intera società”. Con la Riforma Moratti si opererebbe invece “una netta separazione tra istruzione e formazione, assegnando all’istituzione Scuola il solo compito di istruzione delegando ad altri soggetti il compito di formazione in una logica non di integrazione ma di divisione. Si dividono precocemente gli alunni tra chi entrerà nel percorso di istruzione superiore e chi nella formazione professionale”. La Provincia di Firenze, nel quadro delle competenze in materia di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di programmazione territoriale, convinta di dovere favorire i processi di innovazione, compresa la regionalizzazione e il decentramento, ha elaborato e attuato il piano di riorganizzazione della rete scolastica provinciale.
Il modello di istituto comprensivo “si è affermato nelle località e nelle situazioni territoriali più diverse: non solo la montagna ma anche la grande città”. Dopo il saluto al convegno dell’assessore alla Pubblica istruzione del Comune Daniela Lastri, è intervenuto il presidente nazionale del Cidi, Domenico Chiesa. Chiesa troverebbe “positiva l’istruzione portata alla concreta manualità o tecnicità, ma senza togliere opportunità alla crescita culturale, senza diversificare le ‘vocazioni’ come fa la Riforma Moratti; la scuola deve dare l’opportunità al futuro lavoratore di rimettersi (anche per propria scelta ) in gioco senza nessun problema”.
Per Norberto Bottani, dell’Ocse, il sistema scolastico è in linea con quello degli altri Paesi, per quanto atipico. La riforma italiana “si pone in quadro di rinnovo generale di sistemi scolastici e ha al centro l’autonomia, ma quella italiana è autonomia parziale, limitata (non dà possibilità di scelta dei docenti); è un’autonomia “nascosta nelle pieghe del sistema scolastico nazionale”.
Cesare Angotti, direttore scolastico regionale, vede nella riforma Moratti un segno di vulnerabilità per la modernizzazione che si evidenzia “nella biforcazione tra due obiettivi e nella scelta da operare a 13 anni”. La scuola dell’autonomia disegnata da Berlinguer passava attraverso la progettazione curricolare che sarebbe attenuata nella Riforma Moratti. Carlo Fiorentini, Presidente del Cidi Firenze, ha sostenuto che “chi vuole una scuola di qualità per tutti deve impegnarsi con la costante attenzione al soggetto che apprende, alle sue difficoltà, con metodologie diverse dalla scuola del programma e con l’abbandono della scuola enciclopedica e nozionistica”. Si tratterebbe cioè di cercare di realizzare la “scuola del curricolo”. Paolo Benesperi, assessore all’Istruzione e Formazione della Regione Toscana sente la necessità di creare un clima di dialogo e collaborazione da parte degli Enti locali con la scuola. Tra stare alla finestra e farsi carico dei problemi, meglio insomma la seconda ipotesi.