CONSIGLIERE LENSI - GRUPPO FI: PER IL PRESIDENTE RENZI LA MOSTRA SUL TIBET DI PALAZZO STROZZI CONCORRE A SVILUPPARE IL DIALOGO TRA CINESI E TIBETANI. MALA TEMPORA CURRUNT
Una falsa ricostruzione della storia
“Niente di nuovo. La risposta del presidente Renzi alla mia domanda di attualità sulla presenza dell’allora assessore alle relazioni internazionali della Provincia di Firenze all’inaugurazione della mostra sul Tibet di Palazzo Strozzi, conferma la tendenza, tutta europea, di sviluppare con la Cina un dialogo solo in apparenza critico verso le violazioni dei diritti umani. Del resto non è una novità, si preferisce continuare a stabilire “migliori rapporti” con la Cina in nome di un miope spirito mercantilista senza porre stabilmente il problema del rispetto dei diritti della persona, a Lhasa così come a Cuba, paese destinatario di una importante fetta dei fondi destinati alla cooperazione decentrata dalla Provincia di Firenze. Eppure è un fatto: senza democrazia, non è pensabile nemmeno uno sviluppo economico degno di questo nome. Non lo è per i tibetani e nemmeno per i cinesi. Rimane quindi l’amarezza di aver assistito nel silenzio generale (a parte la manifestazione organizzata dal Partito Radicale Transnazionale) all’acritico plauso offerto da numerosi enti locali toscani ad una iniziativa come la discutibilissima mostra “tibetana” di Palazzo Strozzi. Un’iniziativa pseudo-culturale, organizzata dall’associazione Italia-Cina, il cui significato appare con tutta evidenza non già quello di diffondere la conoscenza delle radici storico colturali del popolo tibetano, quanto quello di avallare una falsa ricostruzione della storia delle relazioni sino-tibetane. Non risulta, infatti, che in quella sede né l’assessore Folonari, ne altri rappresentanti delle istituzioni, abbiano speso una parola di condanna sulle condizioni in cui versa il popolo tibetano dopo cinquant’anni di occupazione militare cinese. Non risulta nemmeno che l’associazione Italia-Cina, organizzatrice della mostra, si sia preoccupata di far vedere ai frequentatori della mostra tutti i volti del Tibet, anche quello occupato. E, diversamente da quanto al presidente Renzi piace credere e far credere, il silenzio di un rappresentante istituzionale di fronte a tali omissioni e mistificazioni non può essere liquidato senza una seria assunzione di responsabilità. Mala tempora currunt.”
Massimo Lensi
Gruppo FI Provincia di Firenze
*La risposta del Presidente Renzi:
Oggetto: Risposta scritta alla domanda di attualità del 20.7.06 "Il Tibet, una mostra fotografica e l'Assessore Folonari".
La Provincia ritiene che poter stabilire migliori rapporti con la Cina, anche favorendo iniziative culturali, non vada a scapito della lotta non violenta del popolo tibetano. Piuttosto, crede che diffondere la conoscenza delle radici storico-culturali di quella popolazione e contribuire a sottolineare la loro rilevanza per quella cinese possa concorrere allo sviluppo di un dialogo e di un percorso di pace in quella martoriata regione. Non aver scelto di realizzare una mostra incentrata sui diritti umani non vuol dire disprezzarli o difenderne la violazione. La presenza istituzionale alla mostra dell'Assessore Folonari e di altri rappresentanti delle istituzioni, non è segno di un orientamento politico contro chi sostiene la libertà del Tibet occupato, così come sottolineare, attraverso le immagini, le trasformazioni avvenute in Tibet non implica necessariamente sposare la tesi di un progresso tecnologico e culturale soddisfacente per il paese.
Il problema della mostra sul Tibet era stato sollevato dal consigliere Lensi il 10 agosto con u ulteriore comunicato stampa che qui si riporta:
PROVINCIA DI FIRENZE / SULLA LIBERTA’ DEL TIBET OCCUPATO LA GIUNTA RENZI ANCORA NON SI ESPRIME. SEGNO DEI TEMPI?
Dichiarazione di Massimo Lensi, consigliere provinciale (gruppo FI)
“E’ anche nelle piccole cose che si nota la capacità di un’amministrazione locale di portare rispetto istituzionale ai regolamenti, alle procedure nonché al consiglio tutto. In questo senso sono troppe ormai le occasioni in cui la giunta di Matteo Renzi si è presa tempi inaccettabilmente lunghi per rispondere alle interrogazioni e alle domande di attualità. Addirittura, capita a volte che le risposte non arrivino affatto. E’ questo, a quanto sembra, il caso di una domanda di attualità sul Tibet occupato e la presenza dell’assessore Folonari alla discutibile mostra fotografica di Palazzo Strozzi, da me presentata durante i lavori del Consiglio provinciale del 24 luglio. Sono passati ormai 20 giorni dal deposito protocollare della domanda e ancora dal Presidente non è arrivato uno straccio di risposta, nemmeno un segno di attenzione verso una tragedia che continua a perpetuarsi. La domanda è da allora rimasta per così dire inevasa, in barba al regolamento che - per analogia con le interrogazioni - prevede 5 giorni come tempo massimo per una risposta scritta. Rinnovando oggi al Presidente Renzi l’invito a rispondere, viene però spontanea una riflessione. E’ anche dalle piccole cose che si vede se le tante dichiarazioni sulla libertà ed i diritti dell’uomo siano dettate da mera retorica o da sincera adesione. E’ purtroppo un fatto che, pur a fronte delle recenti e particolari dichiarazioni del Dalai Lama, del dramma di milioni di tibetani vessati da decenni di dominio cinese all’amministrazione provinciale di Firenze non importa proprio nulla. Forse la giunta Renzi, segnalatasi già per una discutibile cooperazione con l’isola castrista di Cuba, preferisce praticare la politica dello struzzo verso le violazione dei diritti dell’uomo? Segno dei tempi? Forse, certo è che sono segnali politici molto pericolosi.”
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Allegato (note)
A Palazzo Strozzi nel mese di luglio si è svolta una mostra fotografica sul Tibet organizzata dall’associazione Italia-Cina e patrocinata da numerosi enti locali. Le fotografie esposte annunciavano un Tibet sinesizzato e sereno; si potevano osservare bucoliche immagini di un Tibet apparentemente felice, ma lontano dalla realtà delle torture, delle deportazioni e delle distruzioni dell’eredità culturale e spirituale buddista tibetana. Una operazione di vera contro-propaganda contro il Dalai Lama e il governo tibetano in esilio. Il problema però è che all’inaugurazione parteciparono numerosi esponenti istituzionali degli enti locali fiorentini, tra cui anche l’assessore della Provincia di Firenze alle relazioni internazionali e al turismo, Giovanna Cornaro Folonari. Questi i fatti. Per questa ragione il 20 luglio depositai un’interrogazione urgente per sapere ‘se la presenza istituzionale all’inaugurazione della mostra fotografica dell’Assessore alle relazioni internazionali della Provincia di Firenze è da considerarsi come un chiaro ed esplicito orientamento politico contro chi da decenni sostiene la libertà del Tibet occupato e se l’amministrazione provinciale ritenga prioritario favorire iniziative culturali tese a stabilire migliori rapporti commerciali con la Repubblica Popolare di Cina a scapito della lotta nonviolenta del popolo tibetano e delle campagne culturali, spirituali e di libertà del Dalai Lama contro l’oppressione e la violenza’.