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RENZI: “SULLA CACCIA POLEMICHE FUORI LUOGO”
Il Presidente della Provincia interviene alla presentazione della mostra “Nel segno di Diana”. In esposizione 80 opere di Roberto Lemmi per celebrare il centenario della rivista Diana. Domani alle ore 11,30 la cerimonia d’inaugurazione a Palazzo Medici Riccardi

Il Presidente Renzi con Renato Cacciapuoti, presidente del Gruppo editoriale Olimpia

“Polemiche fuori luogo: la nostra Provincia ha un ambiente straordinario e i cacciatori concorrono a mantenerlo. Chi ama la caccia ama il proprio territorio”. Così il Presidente della Provincia, Matteo Renzi, ha risposto ai giornalisti durante la presentazione alla stampa della mostra “Nel segno di Diana” (organizzata a Palazzo Medici Riccardi nel quadro delle celebrazioni del centenario della rivista Diana) “Certo – ha continuato Renzi - la caccia ha bisogno di regole precise, e noi le abbiamo date”.
L’impegno dell’Amministrazione provinciale nell’affrontare le questioni venatorie è stato pubblicamente riconosciuto dal presidente dell’Editoriale Olimpia, Renato Cacciaputi, che ha consegnato a Matteo Renzi una medaglia raffigurante Diana, coniata dall’antica zecca lucchese “per l’impegno profuso per la soluzione dei problemi della caccia”. Riconoscimenti sono andati anche all’Assessore all’Ambiente Luigi Nigi e al nuovo Assessore alla caccia, Pietro Roselli.
La mostra sarà inaugurata domani (2 settembre) alle ore 11,30. Fino al 24 settembre sarà quindi possibile visitare nella Limonaia di Palazzo Medici Riccardi i quadri del pittore e illustratore Roberto Lemmi raccolti “Nel segno di Diana”; sottotitolo: “Gli animali selvatici, i cani, la caccia attraverso le opere di un testimone del ’900”.
Si tratta di 80 opere che rappresentano realtà naturalistiche, cinofile, venatorie e sociali, nel periodo fra il 1940 e il 1970, corredate da un supporto documentale storico/artistico attinente al periodo.
La mostra si propone di valorizzare l’attività venatoria sotto il profilo artistico e culturale attraverso il lavoro di un pittore animalier fra i più significativi del ’900, che legò il suo nome a «Diana», la più importante rivista cinegetica italiana, viva e presente sulla scena editoriale per un intero secolo.
Inserita nel contesto delle celebrazioni per il Centenario della rivista Diana, promosso dall’Editoriale Olimpia in collaborazione con la Provincia di Firenze e la Federazione Italiana della Caccia, la mostra mira ad indagare le ricerche artistiche che hanno animato gli interessi di Roberto Lemmi, artista, illustratore e naturalista e appassionato cacciatore, con la volontà di approfondire l’avventura biografica della sua formazione all’Accademia delle Belle Arti di Firenze fino alle collaborazioni con la rivista Diana e ai legami importanti con Enrico Vallecchi e altri intellettuali e pubblicisti dell’epoca. L’analisi delle opere presentate propone un duplice registro di lettura che lega l’artista naturalista – cacciatore nel modo tutto particolare di rappresentare i soggetti, le situazioni immerse a volte in in clima fantastico dal sapore quasi favolistica. Una produzione che si caratterizza nella pittura di genere ( cani, animali selvatici, ambienti naturali, scene di caccia) arricchita però da spunti fumettistici ed elementi che evidenziano le qualità dell’artista come illustratore versatile ed ispirato.
L’ARTISTA ROBERTO LEMMI
Nasce a Firenze nel 1901. Appassionato naturalista e cultore dell’arte di Diana, fin da giovane mette in evidenza il suo talento di illustratore. Nei primi anni ’20 frequenta l’Accademia d’Arte a Firenze e perfeziona le sue tecniche che lo portano a collaborare con le più importanti case editrici cittadine. Nel 1936 incontra l’editore Enrico Vallecchi che lo incarica di realizzare una copertina per la rivista Diana da lui diretta. Ha inizio una collaborazione che andrà avanti per oltre trent’anni, fino al 1971, anno della sua scomparsa. Vero e proprio cacciatore di immagini, fu in grado di tradurre emozioni e situazioni, realizzando, in bianco nero o a colori, tavole di infinita suggestione.
Realizzò una serie infinita di copertine per «Diana», illustrò racconti, manuali, romanzi, si cimentò nel fumetto – fu uno degli illustratori de «Il Giustiziere mascherato» - nel bozzetto caricaturale come nella pubblicità, acquistando notorietà nazionale e internazionale. Naturalista con sentimento, approfondì anche gli aspetti etologici e scientifici degli animali che descrisse, confrontandosi con i maggiori ricercatori dell’epoca.
Progettò e dipinse sfondi di grandi diorami realizzati dal Laboratorio di Zoologia Applicata di Bologna, per il quale dipinse un’intera sala dedicata agli aspetti ecologici e zoologici del Parco Nazionale d’Abruzzo. Creò numerose serie di litografie e di cartoline a soggetto naturalistico, che furono diffuse in tutto il mondo a testimonianza di un’attività scientifica collegata alle migrazioni degli uccelli.
Le sue raffigurazioni sono vere, i suoi animali sono vivi, i suoi personaggi parlano, gli ambienti sono rappresentati fedelmente. Scrupoloso e documentato come un miniaturista, nel rigoroso realismo, nella fedeltà del colore e delle forme, ma anche con la pennellata disinvolta e toscanissima del macchiaiolo, riuscì a infondere nelle sue opere un afflato di poesia e di sentimento che le rese particolarmente preziose e gradevoli.
DIANA, CENT’ANNI DI CACCIA
Nel 2006 Diana celebra i suoi cento anni di pubblicazioni. È l’unico periodico attualmente in edicola che può vantare un primato così prestigioso. Nel corso della sua vita, la rivista ha rappresentato e indubbiamente rappresenta un punto di riferimento di primaria importanza per il mondo della caccia e per l’editoria specializzata.
Grazie ai suoi successi, accanto alla rivista sono nate diverse e importanti iniziative editoriali che hanno favorito la costituzione di una Casa editrice – l’Editoriale Olimpia – che dal 1940 è leader nell’editoria del tempo libero e delle attività all’aria aperta.
Diana nasce nel 1906 per l’interesse di un appassionato naturalista, Arturo Renault, gentiluomo italo-francese, trasferitosi in Toscana al seguito dei Savoia. Con una periodicità consona alle esigenze e alle possibilità imprenditoriali e commerciali dell’epoca, acquisisce a mano a mano una connotazione e una identità nazionale. Nel 1930 viene rilevata da Enrico Vallecchi, che ne fa prima un mensile, poi un quindicinale di successo. Per qualche anno – a cavallo fra gli anni Trenta e Quaranta – è anche Organo Ufficiale della Federazione dei Cacciatori, che aderisce al Coni. Nel dopoguerra consolida il rapporto di collaborazione con le Associazioni Venatorie, in particolare con la Federazione Italiana della Caccia, pubblicando note, reportage e inserti speciali, in concomitanza con la realizzazione editoriale da parte di Ed. Olimpia dell’Organo Ufficiale della Federazione («Il Cacciatore Italiano»). Vallecchi la dirige fino al 1990. Gli succede Giuliano Incerpi. Dal 2003 è diretta da Renato Cacciapuoti.
Oggi la rivista è una delle realtà più vive e importanti nel mondo della caccia. Si costituisce come punto di riferimento ideale per tutti coloro che si dedicano con passione a questa attività, ed è considerata fra le voci più autorevoli sia per i suoi contenuti di politica venatoria, sia per gli alti valori tecnici, culturali, storici e letterari che rappresenta e diffonde.

Immagini della presentazione della mostra "Diana cent'anni di caccia" nell'archivio fotografico della Provincia per le redazioni giornalistiche alla pagina http://met.provincia.fi.it/ai

01/09/2006 15.11
Provincia di Firenze