APPROVATO IL PIANO FAUNISTICO VENATORIO
Valido per gli anni 2006 - 2010
Il Consiglio provinciale ha approvato, con 20 sì, 6 no ed un’astensione il Piano Faunistico Venatorio 2006-2010 che ha recepito alcuni emendamenti di Paolo Malquori (DS), Massimo Marconcini (Comunisti Italiani), Paolo Londi (La Margherita) ed Enrico Bertini (SDI). “Il concetto di fondo – ha illustrato in Consiglio l’assessore all’agricoltura, caccia e pesca Pietro Roselli – è il consolidamento delle condizioni che in questi anni si sono determinate nella nostra Provincia. C’è la conferma complessiva dei vari istituti faunistico venatori che sono le zone di riproduzione e cattura, le aziende faunistiche, le aziende faunistiche venatorie agrituristiche, con un incremento delle aree protette, a partire da un importante corridoio di salvaguardia di oasi nella zona del Padule di Sesto Fiorentino. Nel piano c’è una forte attenzione a mantenere e costituire quelle condizioni di habitat naturale per la possibilità di riproduzione delle specie piccole: la lepre e il fagiano oltre, se possibile, la starna e la pernice e rendere quindi la condizione ambientale favorevole affinché la selvaggina possa riprodursi”. Il capogruppo dell’Udc Bassetti ed il consigliere Nascosti (An) sono tornati sulla richiesta di creare due nuovi ATC (Ambito Territoriale di Caccia). L’Ordine del giorno d’accompagnamento è stato respinto. “Due ATC, uno per l’Alto Mugello che interessi i comuni di Firenzuola, Palazzuolo Sul Senio, Marradi, San Godenzo e Londa ed uno che comprenda gli undici comuni del Circondario Empolese–Valdelsa. Il Mugello – hanno spiegano Bassetti e Nascosti – è un territorio di circa 50.000 ettari e l’esercizio dell’attività venatoria è molto importante. Il territorio del Circondario comprende anche il Padule di Fucecchio, una tra le più importanti zone umide d’Europa, anche in questo caso è auspicabile un ATC specifico”. Per Ragazzo (Verdi): “E’ vero che una serie di zone protette sono state istituite, ma la loro valenza è del tutto irrisoria rispetto alle potenzialità del territorio della Provincia di Firenze e delle specie da favorire. Sono stati, di fatto, protetti soltanto alcuni terreni intorno a ville e residenze, si è proceduto a mettere cartelli in zone collinari dove la migrazione non rappresenta un grande fenomeno. Nello stesso tempo si è omesso di prendere in considerazione realtà peculiari per la protezione delle specie come il Padule di Fucecchio. A San Casciano l’amministrazione è intervenuta in zone insignificanti così come nel Comune di Certaldo, dove sono stati messi cartelli a protezione del Castello”. Valutazione negativa è stata espressa da Targetti (Prc): “In quanto questo piano 2006 – 2010 non contiene un bilancio o una fotografia di quelle che sono state le conseguenze e gli esiti del piano trascorso dal punto di vista del miglioramento ambientale, visto che sono stati spesi 265 mila euro”. Malquori (DS) si è interrogato su cosa dovrà diventare la gestione venatoria in simbiosi con il mondo agricolo e con il mondo ambientalista. “Ho trovato molto interessante lo studio fatto nel piano, i parametri e le tabelle che sono state riportate all’interno del piano stesso. Il piano è stato oggetto di un’approfondita riflessione non solo per le zone di ripopolamento ma anche per quanto riguarda le aree sottoposte a protezione dalla caccia dove, solo attraverso una buona gestione, queste aree non vengono abbandonate a se stesse. Occorre individuare un buon parametro e una buona percentuale di aree da salvaguardare per consentire alla fauna selvatica un buon proliferare senza costrizioni e senza problemi”. Bevilacqua (FI) si è soffermato sulla superficie agroforestale: “Le grandi opere in corso sul territorio provinciale stanno segnando ampi spazi. Riteniamo legittimo procedere ad una valutazione della superficie agroforenstale sottratta da queste opere di interesse collettivo alla gestione programmata della caccia e eventualmente la necessità di sovrapporvi idonei istituti. Per quanto riguarda le oasi e le zone di protezione sottolineiamo i danni che si registrano annualmente nei territori circostanti l’oasi Belvedere a Firenzuola e che necessiterebbero di interventi drastici per contenere i cinghiali mentre le aree incluse nelle zone di protezione di Firenze o nella valle del Mugnone e nell’asta del fiume Sieve non risultano attualmente gestite con finalità di incremento e valorizzazione di specie di fauna stanziale di interesse venatorio”.
04/10/2006 16.46