CALÒ (PRC): “VERTENZA TIPOGRAFIA VARESE FINISCE IN UN NUOVO DRAMMA SOCIALE, LA PROPRIETÀ SMANTELLA LO STABILIMENTO E LO DELOCALIZZA IN LOMBARDIA: CIRCA 35 LAVORATORI RISCHIANO DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO”
“Occorre fare piena luce su una vicenda che presenta molti lati oscuri e coinvolgere immediatamente Provincia e Regione”
Fuori dallo stabilimento di Ponte a Ema (Comune di Bagno a Ripoli) della L.T.V. Tipografia Varese Spa è appeso uno striscione con scritto: “NO ALLO SMANTELLAMENTO DELLA L.T.V. STABILIMENTO DI FIRENZE”.
Si tratta di una delle più grosse e storiche tipografie fiorentine che si occupano di editoria scolastica, collegate alla casa editrice Le Monnier gruppo Mondadori. Dentro lo stabilimento vi lavorano circa 35 addetti, fra personale a tempo indeterminato e a termine. Dell’esistenza di questa vertenza se ne è accorto il consigliere provinciale di Rifondazione e vicepresidente della VI Commissione consiliare, che visto lo striscione ha acquisito gli estremi della vicenda, scoprendo che, a seguito di un incontro presso l’Associazione Industriali di Firenze, l’amministratore delegato ha comunicato alla RSU ed alle organizzazioni sindacali la dismissione del 50% del reparto stampa. Immediata è la preoccupazione del gruppo provinciale del PRC, che in questa dismissione e delocalizzazione intravede uno sbocco drammatico.
Negli ultimi sette anni si è consumato il travaglio di questo stabilimento che da Armando Paoletti s.p.a. finisce nelle mani della Mondadori di Silvio Berlusconi, fino a diventare Tipografia Varese.
Nel ’99 si ha la cessione da parte della famiglia Paoletti della casa editrice fiorentina Le Monnier con tutti i dipendenti e gli immobili di proprietà al gruppo Mondadori.
Nel dicembre 2000 cessione del ramo d’azienda Armando Paoletti s.p.a. da parte del gruppo Mondadori alla Tipografia Varese, la quale si impegna a mantenere le stesse caratteristiche giuridiche, economiche e sociali ai lavoratori. Mondadori garantisce alla Tipografia Varese un contratto di affitto con scadenza al 31.12.2007 dell’immobile sito in Via Meucci n. 6 a Ponte a Ema e separato dalla sede della Casa Editrice Le Monnier da una semplice porta antipanico, inoltre Mondadori garantisce un contratto di fornitura commerciale fino al 31.12.2007.
Anno 2003 Mondadori e Tipografia Varese concordano il prolungamento del contratto commerciale fino al 31.12.2011, Mondadori però non modifica il contratto di affitto, il quale rimane con la scadenza del 31.12.2007.
Settembre 2006 arriva la doccia fredda, la Tipografia Varese comunica a sindacati di categoria ed alla RSU la ferma volontà di abbandonare il territorio fiorentino entro il 31.12.2007, avvalendosi dell’intenzione di Mondadori (di proprietà di Berlusconi) di non rinnovare il contratto di affitto. Apprendiamo però che la proprietà precedentemente aveva acquistato un immobile di circa 8.000 metri quadrati in Provincia di Varese, installando una linea di produzione stampa a totale servizio di Le Monnier.
La Tipografia Varese s.p.a. è attualmente così strutturata: stabilimento centrale a Varese, da poco possiede un altro stabilimento di circa 8.000 metri quadrati nella stessa città, stabilimento di Firenze in via di smantellamento.
Risulterebbe che il giorno 21 settembre 2006 presso l’Associazione Industriali di Firenze, la proprietà abbia manifestato l’intenzione di lasciare il territorio fiorentino, tutto ciò è avvenuto in sordina, senza che trapelasse alcuna informazione e gettando nello sgomento i lavoratori, ai quali è stata prospettata in modo sibillino l’alternativa (del tutto impraticabile) di trasferirsi in Lombardia o di andarsene. C’è inoltre una grossa preoccupazione per la perdita di esperienze e professionalità di alto profilo, legate ad un settore strategico come quello dell’editoria e inserite in un contesto produttivo, quello del Comune di Bagno a Ripoli, che finora non era stato toccato dalla crisi sociale ed economica che ha invece colpito altre zone della Provincia.
Resta inspiegabile il fatto di come il Sindaco e la Giunta di Bagno a Ripoli non si siano accorti della presenza del grosso striscione e del dramma sociale che si svolgeva nel loro territorio.
Per il PRC è ora di fare piena luce su una vicenda controversa e dai lati oscuri, poiché si tratta di capire se siamo di fronte ad una nuova speculazione su un’area produttiva, o se si tratta del solito gioco che preferisce la rendita finanziaria al rischio d’impresa.
La vicenda sarà portata all’esame della VI Commissione consiliare della Provincia con procedura d’urgenza, mentre il gruppo provinciale PRC ha presentato un interrogazione urgente sulla questione, lo stesso farà il gruppo consiliare regionale.
Ancora una volta si assiste al depauperamento del tessuto produttivo della nostra Provincia, dopo i casi Ciatti, Matec, Ginori, Pirelli e altri, e dopo avere assistito alla crisi del settore editoriale a Firenze (precedente a questo è stato il caso della Nuova Italia), senza che Comuni, Provincia e Regione abbiamo messo in azione tutto il loro impegno per evitare un declino irreversibile dell’economia provinciale e per contrastare l’arroganza delle imprese.
Andrea Calò
Consigliere provinciale PRC
Vicepresidente VI Commissione Consiliare