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LA PROVINCIA E LA FINANZIARIA 2007
Approvato, in Consiglio provinciale, un Ordine del Giorno

Il Consiglio provinciale di Firenze ha approvato (con 29 voti a favore e l’astensione di Marconcini dei Comunisti Italiani) l’Ordine del Giorno di Comuni e Province sulla Legge Finanziaria per il 2007, votato all’unanimità dal Direttivo congiunto ANCI-UPI in data 5 ottobre 2006. “I Comuni e le Province – recita, in sintesi, l’Ordine del Giorno – ritengono il disegno di legge finanziaria per il 2007, per la parte che riguarda le loro competenze, inadeguato e insostenibile. In particolare, va sottolineato come anche questo anno le disposizioni che determinano il contributo delle amministrazioni locali al raggiungimento degli obiettivi generali di finanza pubblica siano state assunte unilateralmente dal Governo. A ciò si aggiunga che sono stati consolidati e posti a carico delle istituzioni locali gli effetti finanziari della manovra economica per l'anno 2007 contenuti nella finanziaria dello scorso anno. Già infatti la manovra finanziaria 2006 conteneva disposizioni per cui ad oggi, circa il 40% dei Comuni rischiano di non rispettare almeno uno dei quattro obiettivi imposti dal patto di stabilità interno, di cui il 26% per le spese sul personale. Ciò si concretezza in un ulteriore aggravio a carico dei bilanci di Comuni e Province che determina un obiettivo finale pari 2,872 miliardi per i comuni ed a 670 milioni di euro per le province. Nella sostanza l’impostazione di questa legge finanziaria, cumulandosi agli effetti negativi delle leggi finanziarie da un decennio a questa parte, provocherà un sostanziale ridimensionamento dei servizi alla cittadinanza (assistenza sociale, trasporti, strade, scuole, ecc.) e non risolve le emergenze delle città (smog, casa, etc.). In particolare, la norma di contenimento del debito produrrà una drastica riduzione degli investimenti con gravi conseguenze sullo sviluppo locale, sull'assetto del territorio e sulla crescita complessiva del paese”. Per Targetti (Prc) che aveva presentato anche due emendamenti, entrambi respinti: “E’ doveroso che sia L’ANCI che L’UPI, che sono due organismi di rappresentanza degli Enti locali manifestino questa presa di posizione, e dovremmo ottenere se non la cancellazione, il ridimensionamento o anche il cambiamento qualitativo della selezione dei trasferimenti agli Enti locali”. Marconcini (PdCI) ha sottolineato come: “Siamo di fronte a una finanziaria che verrà discussa in Parlamento, e non imposta col voto di fiducia come in passato, ed avrà, ne sono quasi certo, momenti anche di confronto e di cambiamento. Non sorprende tanto che i sindaci non si siano arrabbiati sulla questione del patto di stabilità, ma ho trovato eccessivamente veemente la risposta dei sindaci , anche perché condivido molto l’avere aggiunto una aliquota Irpef e credo siano giuste altre misure”.
Per Gori (Ds): “Faremmo un grave errore a considerare questo documento, come una discussione tout court sulla finanziaria anche perché il quadro definitivo non è attualmente disponibile, il quadro definitivo sarà quel testo che il Governo presenterà alla discussione parlamentare. Quello che oggi noi siamo chiamati a discutere e ad approvare è, invece, la posizione delle autonomie locali che hanno riscontrato nella finanziaria proposta elementi di criticità, non solo sulle questioni di bilancio, ma anche quei commi che riguardano lo stato giuridico ed economico degli amministratori”. Per Calò (Prc): “Rimane impossibile consegnare una delega in bianco al partito dei sindaci, in quanto, i primi cittadini sono quasi tutti rigorosamente targati col partito di maggioranza che anima la coalizione dell’Unione, ed è chiaro che i sindaci contestino solamente la parte relativa ai tagli. Rifondazione Comunista ha proposto di stabilizzare il debito o di spalmarlo in più anni il debito ed invece si è arrivati ad una soluzione semplicemente monetaristica che stava dentro le compatibilità dei patti”. Per Tondi: “L’Udc ha scelto di intraprendere la strada del confronto, in primo luogo, nelle sedi istituzionali, perché attraverso il confronto emergono tutte quelle contraddizioni che anche oggi hanno trovato un’adeguata rappresentazione negli interventi dei tre partiti della sinistra. Ricordo gli interventi che sono stati fatti in occasione delle finanziarie del Governo Berlusconi, dove sembrava che gli Enti locali fossero costretti alla chiusura coatta. Sono temi che non condividevo allora e che non condivido oggi. Intanto portiamo a casa questo risultato. Ricordiamo che ANCI e UPI sono, a stragrande maggioranza, gestiti e guidati da rappresentanti del centrosinistra, quindi anche questo è un segnale interessante, e verificheremo dopo i commenti che emergeranno dalla discussione sulla legge finanziaria quando questa sarà diventata definitiva”.
Per Bevilacqua (FI): “Il malcontento che regna nella cosiddetta Unione lo si evince chiaramente, anche dal dibattito in questo Consiglio. Le Province escono a pezzi da questa finanziaria. Più a pezzi dei Comuni, perché per lo meno ai Comuni si concede la possibilità di procedere a quella che fino alle finanziarie precedenti era stata preclusa, cioè all’inasprimento della pressione fiscale attraverso le addizionali e l’incremento anche delle aliquote ICI. Se questo vale per i Comuni non possiamo dire altrettanto per le Province le quali a questo punto si ritrovano complessivamente con circa 670 milioni di euro in meno che impattano sull’attività amministrativa di tutti gli enti provinciali d’Italia in modo inaccettabile e insostenibile. Quindi un taglio di 670 milioni che porterà le Province alla necessità di rivedere tutti i programmi, siano essi sull’ambiente, siano essi sulla scuola, sul lavoro e gli interventi rivolti al sociale”. Per Massai (AN): “Questo ordine del giorno è un primo momento per dibattere sui ruoli negli Enti locali in cui siamo stati eletti. Ci sono dei punti importanti ma mancano quei punti che ridefiniscono il ruolo degli Enti locali e, di fatto, l’ente locale non ha quell’autonomia vera ed effettiva che tutti ci ponevamo”.

13/10/2006 15.08
Provincia di Firenze