Bekaert, Territori beni comuni: "Metrocittà Firenze e gli altri enti siedano al Mise"
Per Carpini e Falchi "inaccettabile che venga dato seguito a una scelta di chiusura che anche a distanza di tempo resta incomprensibile"
“A due anni e mezzo dall’incredibile e inaccettabile annuncio della chiusura dello stabilimento Bekaert di Figline le Istituzioni e la politica non possono limitarsi a prendere atto dell’epilogo di questa vicenda, ennesimo caso nel nostro territorio di una deindustrializzazione irresponsabile a danno dei lavoratori": i consiglieri metropolitani di Territori beni comuni Enrico Carpini e Lorenzo Falchi sottolineano come "da trenta mesi centottanta famiglie vivono nell’incertezza più totale sul futuro".
Nonostante gli impegni "non esiste alcuna certezza sulla reindustrializzazione, non sono stati individuati nuovi soggetti industriali, anzi è stata respinta con eccessiva facilità la proposta dei lavoratori, pronti a rilevare l’azienda con una Cooperativa e un’operazione di straordinario valore simbolico e sociale. Non può esserci una soluzione senza il coinvolgimento delle Istituzioni locali, dei Comuni interessati, della Città Metropolitana che ne deve raccogliere e rilanciare la voce e che sono da sempre schierati per chiedere una soluzione positiva della vertenza".
È indispensabile che questi interlocutori "partecipino al tavolo di crisi presso il Mise: chiediamo al Sindaco metropolitano un impegno forte affinché, a tutti i livelli, sia chiara la portata delle ricadute di una scelta che anche a distanza di tempo rimane incomprensibile e inaccettabile".