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ARNUS 2006: L'ESERCITAZIONE NEI DETTAGLI
Il luogo, le attività, le mappe

Arnus 2006: la mappa delle attività esercitate

PERCHÉ ARNUS 2006

Il 4 novembre 2006 ricorre il quarantennale dell’evento che ha scosso l’opinione pubblica e che ha messo in ginocchio il tessuto sociale, economico e culturale della città di Firenze: l’alluvione dell’Arno. Un disastro che rappresenta ancora oggi per la città l’evento massimo atteso (riferito al Rischio Idraulico), sul quale calibrare le risposte operative e le procedure del sistema di Protezione Civile e sul quale costruire gli elementi principali del Piano Comunale di emergenza.
La necessità di testare urgentemente modelli organizzativi recentemente messi a punto (vedi Piano Provinciale di Emergenza) e di verificare quelli definiti da tempo (vedi Piano Comunale di Emergenza) ha suggerito di organizzare una esercitazione, denominata “Arnus 2006”, che ha come riferimento non l’evento massimo atteso, che avrebbe richiesto un impianto esercitativo decisamente più complesso, ma un evento per così dire ‘minore’, verificatosi in un bacino di piccole dimensioni ma con l’interessamento di un’area fortemente antropizzata, la cui dinamica ed il cui contesto richiedono e giustificano ampliamente l’attivazione di procedure analoghe a quelle previste per un’esondazione dell’asta fluviale principale.
Lo scenario esercitativo preso in esame, infatti, si riferisce all’evento alluvionale dei torrenti Terzolle e Mugnone, verificatosi nel 1992, il quale, seppur con effetti meno rilevanti di quelli provocati nel 1966, ha comunque prodotto gravi danni al patrimonio privato e pubblico di ampie zone del territorio comunale di Firenze.
In quell’occasione l’Arno, fortunatamente, non ebbe un ruolo prioritario ma suscitò comunque grande apprensione per avere raggiunto un livello idrometrico agli Uffizi vicino al secondo livello di guardia (5.37 m, mai raggiunto dal 1966), conservandolo per molte ore e mantenendo alto il rischio di una possibile esondazione.
L’evento di riferimento scelto, caratterizzato da una probabilità di accadimento decisamente più alta di quella dell’evento del 1966, consente ai soggetti partecipanti all’esercitazione, per la complessità degli interventi, di attivare le procedure previste nei rispettivi piani di emergenza.

L’ESERCITAZIONE
“ARNUS 2006” si inserisce nel contesto delle numerose iniziative programmate per ricordare, in occasione del suo quarantennale, l’alluvione di Firenze del 1966.
L’esercitazione, che si svolgerà a Firenze dalle ore 06:00 del 28 ottobre 2006 alle 19:30 del 29 ottobre 2006, prevede attività sia per posti di comando (comunicazione tra componenti e strutture operative senza spostamento di uomini e mezzi) che per azioni (attività di protezione civile previste sul territorio: messa in sicurezza dei beni culturali, soccorso, attivazione dei centri operativi, allestimento di aree di emergenza, presidio del territorio ecc.), quest’ultime concentrate nella sola giornata del 29.
L’evento di riferimento considerato, per quanto attiene la gestione delle attività di soccorso, si configura come fronteggiabile attraverso l’attivazione di risorse di livello regionale e locale.
Le prime risposte operative sono attuate dall’autorità locale di protezione civile (il Sindaco), la quale, valutata la complessità dell’evento, chiede supporto alla Provincia di Firenze.
Quest’ultima adotta tutti gli atti e le iniziative necessarie per garantire, in emergenza, il supporto alle attività di competenza del Comune di Firenze, rapportandosi con la Regione Toscana per ogni ulteriore esigenza d’intervento.
Durante l’esercitazione l’attivazione del sistema di allertamento regionale è attuata sulla base della delibera regionale n. 611 del 4 settembre 2006, che recepisce la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004.
La simulazione dell’evento comprende la previsione, da parte del Centro Funzionale della Regione Toscana e del Centro Funzionale Centrale, di condizioni meteorologiche e di effetti al suolo suscettibili di determinare una criticità elevata anche per il Fiume Arno la quale, comunque, si ridurrà a ordinaria prima della fine dell’esercitazione, senza determinare l’esondazione dell’Arno. Ciò comporta comunque, come di seguito dettagliato, l’attivazione (in via sperimentale e per posti comando) presso la Regione Toscana dell’Unità di Comando e Controllo come Autorità di protezione civile per il governo delle piene (direttiva del Presidente del Consiglio del 27 febbraio 2004), oltre alle azioni di protezione civile per la salvaguardia della popolazione e per la messa in sicurezza dei beni culturali.

OBIETTIVI
L’esercitazione intende mettere alla prova l’efficacia del sistema di risposta delle componenti e delle strutture operative del Sistema della Protezione Civile che operano a livello regionale e locale, avendo cura di verificare:
le procedure di risposta operativa per i diversi livelli di allarme e per i diversi stadi di attivazione del servizio di piena;
la tempistica e le modalità di attivazione della Unità di Crisi (UdC) Comunale, del Centro Operativo Comunale COC, della Sala Operativa Provinciale, dell’UdC Provinciale e del Centro Operativo Misto (COM);
la funzionalità delle sale operative e delle capacità di raccordo;
i collegamenti radio tra le diverse componenti e strutture operative;
le procedure e le attività poste in essere per la salvaguardia e la tutela della popolazione a rischio;
i tempi e le modalità d’intervento dei funzionari preposti dalle Soprintendenze, quali responsabili delle operazioni per il salvataggio delle opere d’arte nei siti a rischio che partecipano all’esercitazione: Museo del Bargello, Santa Croce, Biblioteca Nazionale e la Casa Museo Siviero;
le attività di informazione da fornire alla popolazione interessata dall’evento sui comportamenti di massima da assumere durante le varie fasi dell’emergenza;
i tempi di delimitazione delle aree a rischio e relativa individuazione dei cancelli di accesso;
l’attività di valutazione tecnico-scientifica dell’evento;
l’idoneità e la funzionalità delle aree di ricovero e delle aree di ammassamento soccorritori e risorse;
i Piani di emergenza del Comune di Firenze e della Provincia di Firenze nelle rispettive attività operative e di coordinamento;
le capacità di coordinamento fra Regione, Provincia di Firenze, Comune di Firenze e Prefettura-UTG ;
le procedure del sistema di allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico della Regione Toscana;
i tempi di attivazione e di intervento delle organizzazioni di Volontariato;
l’attivazione, presso la Regione, dell’Unità di Comando e Controllo per il governo delle piene e le relative procedure sperimentali.
IN PARTICOLARE, PER QUANTO RIGUARDA I VIGILI DEL FUOCO:
Verifica della pianificazione operativa di CMR (Colonna Mobile Regionale) con particolare riferimento all’applicazione dell’ ICS (Incident Command System);
Verifica dei tempi d’allertamento ed intervento dell’unità di valutazione e pianificazione;
Verifica dei flussi informativi tra sale operative (Comandi e Direzione Regionale);
Verifica della risposta operativa di sezioni operative, nuclei speciali, squadre qualificate e predisposte per il soccorso e salvataggio;
Verifica della pianificazione, predisposizione e messa in sicurezza delle zone operative;
Verifica della fattibilità dello spostamento della sala operativa 115 dai locali di Via la Farina
IN PARTICOLARE PER IL 118
veriifica dei protocolli e procedure maxievento vigenti
verifica della operatività PMA.

Nel corso dell’esercitazione saranno inoltre sperimentate alcune procedure, attualmente non operative, relative a:
allerta per possibile esondazione dell’Arno nel centro storico di Firenze. La Regione Toscana si riserva la possibilità di sperimentare, in accordo con il DPC, una modulistica specifica per il rischio Arno, attualmente in fase di definizione;
predefinizione di “gemellaggi” tra siti museali e organizzazioni di volontariato e modello di intervento da attivare sia da parte delle Autorità di protezione civile che dei funzionari preposti dalle Soprintendenze, quali responsabili delle operazioni per il salvataggio delle opere d’arte nei siti a rischio: Museo del Bargello, Santa Croce, Biblioteca Nazionale e Casa Museo Siviero.

TERRITORIO E PRINCIPALI CARATTERISTICHE IDROLOGICHE DELL’AREA
L’esercitazione interessa il territorio del Comune di Firenze, percorso dai torrenti Terzolle e Mugnone, i cui bacini presentano una morfologia dominante collinare, con quota media di 314 m. s.l.m. e dislivello massimo di 698 m.
L’uso del suolo è ripartito in parti uguali fra boschi, coltivazioni ed aree urbane.
La pendenza media del reticolo idrografico, variabile tra 5x10-2 e 5x10-4, e la permeabilità dei suoli, da bassa a molto bassa, sono fattori che determinano un tempo di risposta dell’onda di piena tipicamente inferiore ai 60 minuti.
I torrenti esondati Terzolle e Mugnone hanno bacini idrografici relativamente piccoli (complessivamente circa 50 Km2, cfr. Figura 1) e impermeabili interessati da forte urbanizzazione; tuttavia, data la non eccezionalità delle piogge, la causa delle alluvioni è da ricercare essenzialmente nella presenza di materiale negli alvei.
Le esondazioni dei torrenti Terzolle e Mugnone che seguirono al nubifragio del 1992, esaminate nella ricostruzione dello scenario per lo svolgimento dell’esercitazione, costituiscono, a nostro parere, una tipologia di criticità particolarmente interessante, caratterizzata dalla rapida evoluzione delle piene e dalla conseguente difficoltà nella gestione della fase preventiva.

EVENTO STORICO DI RIFERIMENTO
L’evento storico di riferimento è l’evento alluvionale del 30-31 ottobre del 1992, di seguito descritto in dettaglio, il quale, seppur limitato ai torrenti Terzolle e Mugnone, come riportato nella cartografia delle aree inondate (cfr. Figura 2) causò notevoli danni e disagi alla popolazione.
L’evento avvenne in un contesto di precipitazioni di straordinaria intensità che caratterizzarono tutto il mese di Ottobre (vedi Tabella 1), con valori associati a tempi di ritorno di circa 6 anni.
Nella notte del 20 ottobre, in particolare, dopo eccezionali precipitazioni, si originò un colmo di piena che transitò in Firenze facendo registrare agli Uffizi la quota idrometrica di circa 4,85 m. Nella mattinata del 21 ottobre il colmo di piena transitò in città facendo registrare un livello idrometrico di 5,37 m.
In accordo con le registrazioni pluviometriche, l’evento ebbe il suo avvio con una precipitazione che divenne intensa intorno alle ore 21:00 del giorno 30, continuò a crescere fino alle ore 22.30 e alle ore 22:40, quando vennero raggiunti i massimi di circa 50 e 60 mm/h nei due pluviometri (media su 5’), e diminuì progressivamente fino a cessare intorno alle 23:15 (cfr. Figura 3)
Le intensità registrate non sono da considerarsi eccezionali, infatti la distribuzione di probabilità ai valori estremi stima un tempo di ritorno di 5.7 anni.
Il volume totale di pioggia, caduto sul bacino in tale lasso di tempo, è stato stimato in 1.7x106 m3.
La ricostruzione dell’evento e delle conseguenti inondazioni è basata principalmente su testimonianze e su evidenze indirette, quali le chiamate di pronto intervento ed il censimento dei danni.

SCENARIO DELL’ESERCITAZIONE
Lo scenario è aderente nella sua evoluzione all’evento storico di riferimento la cui tipologia è riferibile ad un evento fronteggiabile a livello regionale e locale (LR 67/2003; evento di tipo “b” ex L. 225/1992).
I tempi di evoluzione della piena sono analoghi a quelli dell’evento storico ma traslati ad orari diurni, compatibili con le esigenze esercitative.

ATTIVITÀ ESERCITATIVE
- EVACUAZIONE SOGGETTI SVANTAGGIATI A RISCHIO Via Cosseria angolo Via Crimea
- POSTO MEDICO AVANZATO INSTALLATO DAL 118 IN COLLABORAZIONE CON IL VOLONTARIATO SANITARIO E DI PC Via Spadolini (Fortezza da Basso)
- DISOSTRUZIONE LUCI DEL PONTE Ponte della Ferrovia in via Cosseria (accesso sulla riva sinistra del Mugnone)
- OPERAZIONI DI SACCHINATURA Riva destra del Mugnone (Via Cosseria all’altezza di Via Crimea)
- INTERVENTO TECNICO URGENTE E SANITARIO PER AUTOBUS INCIDENTATO Via Cosseria, angolo Via del Romito
- UTILIZZO TELEFERICHE PER EVACUAZIONE FERITI Via Cosseria, fra Ponte dello Statuto e Via Crimea
- VUOTATURA SEMINTERRATI CON IDROVORE Via Cosseria angolo Via Crimea
- MESSA IN SICUREZZA BENI CULTURALI Complesso monumentale di S. Croce (Piazza S.Croce)
- MESSA IN SICUREZZA BENI CULTURALI Biblioteca Nazionale (Piazza dei Cavalleggeri, 1)
- MESSA IN SICUREZZA BENI CULTURALI Museo del Bargello (Via del Proconsolo 4)
- MESSA IN SICUREZZA BENI CULTURALI Casa Museo Rodolfo Siviero (Lungarno Serristori, 3)
- OPERAZIONI DI SACCHINATURA Fiume Arno - Lungarno delle Grazie

Arnus 2006: la messa in sicurezza dei beni culturali

25/10/2006 18.11
Provincia di Firenze