Cementificio Testi, Gandola (FI nel Cdx): "Bene la richiesta del tavolo di crisi in Regione"
Per il consigliere metropolitano "occorre fare di tutto per riattivare al più presto la produzione. Con il Recovery fund i sacchi di cemenento saranno fondamentali"
"La crisi del cementificio Testi di Greve in Chianti si trascina oramai da troppi mesi e questa situazione di stallo non può più proseguire. Occorre far sentire più forte la voce delle istituzioni nella difesa di un sito produttivo di interesse per la Toscana. Ne va del futuro di 75 lavoratori e delle loro famiglie": lo dichiara Paolo Gandola, consigliere metropolitano di Forza Italia nel Centrodestra per il cambiamento che nei giorni scorsi si è recato a Greve in Chianti per incontrare i lavoratori presenti al presidio permanente all’esterno del cementificio, acquistato recentemente dalla Buzzi Unicem.
"Non si può continuare a tenere i lavoratori sospesi in un limbo senza alcuna prospettiva - , ha aggiunto il consigliere metropolitano - e in questo senso salutiamo con positività la richiesta dell’apertura del tavolo di crisi in Regione Toscana, essendo urgente avviare il percorso nei canali istituzionali e avviare una interlocuzione con la nuova proprietà, dopo le mille giravolte tra le varie acquisizioni che si sono succedute in pochi anni".
"Attualmente - ha proseguito Gandola - quasi tutti i dipendenti sono in cassa integrazione Covid e sono pochissimi quelli che stanno operando all’interno del sito produttivo per sorvegliare la sala di controllo. Il disimpegno dell'azienda manifestato fino ad oggi è inaccettabile ed inspiegabile, occorre salvaguardare l’integrità produttiva e richiedere alla proprietà di rendere noto nel dettaglio il processo di riorganizzazione e quale sia il futuro dell’attuale livello occupazionale".
Negli anni i lavoratori del cementificio hanno prodotto cemento per realizzare le gallerie dell’alta velocità Firenze-Bologna, "le commesse e gli ordini non sono mai mancati e lo stop alla produzione non trova alcuna giustificazione a meno che l’interesse non sia quello di sottrarre dal mercato una azienda storica che con le sue maestranze ha sempre assicurato qualità e buon lavoro".
"L’incontro con alcuni lavoratori - ha confidato l’esponente azzurro - é stato a tratti ricco di emozione. Ho potuto ascoltare dalla viva voce degli operai il forte stato di inquietudine che stanno vivendo in questi mesi, in attesa di conoscere il proprio futuro. Molti di loro sono ben lontani della pensione e il rischio di rimanere senza lavoro provoca preoccupazione e vera sofferenza. La loro presenza al presidio in questo senso è stoica ed ammirevole, è evidentemente il senso di attaccamento al lavoro, al cementificio e a tutta l’area del Chianti dove quasi tutte le maestranze risiedono da sempre".
"Se poi il sito produttivo dovesse essere ammazzato dalla proprietà - ha proseguito Gandola - depotenziato e chiuso, che ne sarà della cava e di tutto il cementificio? La Regione fin da ora dovrebbe quantificare e notificare all’azienda i milioni di euro necessari per la bonifica e lo smantellamento del sito così da far comprendere pienamente ad alla svelta alla proprietà la convenienza a riattivare la produzione il prima possibile. Con il Recovery Fund si darà avvio a opere ed interventi fondamentali per tutta la Toscana e l'Italia ed i sacchi di cemento della Testi saranno fondamentali. Si riattivi la produzione il prima possibile - ha concluso Gandola - Forza Italia non farà mancare la propria voce in tal senso".
Il consigliere metropolitano Paolo Gandola al cementificio Testi
Il consigliere metropolitano Paolo Gandola al cementificio Testi
Il consigliere metropolitano Paolo Gandola al cementificio Testi