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PRESENTATO IL PROGETTO 'DACIA DESIGN'
Innovazione negli oggetti di uso quotidiano

Uno degli oggetti del progetto Dacia Design (diritti riservati)

Questa mattina nello stabilimento dell'azienda Utilplastic a Larciano è stato presentato alla stampa il progetto 'Dacia Design', per la promozione di design innovativo, realizzato dalla Camera di Commercio di Pistoia in collaborazione con il locale Centro Innovazione Imprese e il Corso di Laurea in design industriale dell'Università di Firenze.
Alla conferenza stampa è intervenuto l'assessore alla Moda della Provincia di Firenze Elisabetta Cianfanelli, che è responsabile scientifico del progetto.

La collaborazione che si è instaurata in questi anni tra la Camera di Commercio di Pistoia, il Corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Università degli Studi di Firenze e il Centro Innovazione Imprese di Pistoia ha consentito di realizzare un lavoro comune, denominato DACIA design, il cui obiettivo principe è quello di apportare innovazione nel sistema prodotto, relativo agli accessori per la casa che, nel territorio pistoiese, è presente con un importante distretto manifatturiero conosciuto a livello internazionale. Tale comparto si dedica in particolare alla produzione di quegli accessori domestici che, un tempo, erano globalmente denominati “casalinghi”. Il termine “Dacia”, che in italiano identifica una tipica abitazione russa, destinata alla villeggiatura e circondata da giardino, deriva dall’adattamento del vocabolo russo dača. Il termine, nella sua espressione comunicativa, vuole sintetizzare i vari aspetti del progetto, definire i target e gli ambiti di mercato a cui è rivolto – quelli del nuovo lusso, identificare i lifestyles e le occasioni d’uso dei prodotti; contemporaneamente vuole contestualizzare la casa all’interno dello scenario globale, evidenziandone i suoi valori positivi di spazio del piacere e del benessere. Il “contenitore” domestico, soggetto a nuove e mutevoli dinamiche d’uso, secondo un approccio “fluido” nella gestione dei vari ambiti abitativi, assume una marcata capacità di innovazione, tramite elementi di progettualità che non vanno a incidere sulla struttura, ma sulla sovrapposizione nella logistica delle cose, per cui è essenziale l'utilizzo di un approccio creativo “soft”, in grado di comprendere a fondo le dinamiche del vivere contemporaneo. Dallo studio di questo scenario, sono emerse le parole chiave in base alle quali è stato impostato e svolto il lavoro di ricerca e dalle quali sono derivati ed elaborati sia il progetto di comunicazione, sia le lezioni per il workshop rivolto agli studenti, sia il concetto di tracciabilità del processo creativo.
Le parole chiave, attorno alle quali abbiamo impostato il nostro lavoro, sono: innovazione, bionica, forma, nuovo lusso, qualità e tracciabilità del processo creativo. Riportiamo di seguito una sintesi del lavoro di ricerca svolto e delle idee progettuali elaborate dagli studenti. innovazione I sistemi e i criteri della ricerca sono stati dettati dalla necessità di esprimere ed interpretare il nuovo. L’innovazione, la scoperta, l’invenzione sono sinonimi che vengono usati per indicare un aumento di informazioni che vanno ad accrescere "i diversi saperi". Da qui la volontà di interpretare in modo idoneo il termine “innovazione”, di cui oggi si abusa e spesso impropriamente. Il concetto che esso racchiude può, infatti, essere declinato secondo i molti ambiti del sapere e della ricerca: ne deriva la necessità di individuare correttamente la varietà dei processi innovativi e di giungere all'elaborazione di un iter di ricerca focalizzato sull’innovazione di prodotto, in cui studio formale e innovazione tecnologica possono fornire vantaggio competitivo e capacità di differenziazione. La ricerca, inoltre, elabora ed attualizza il concetto di innovazione formale quale scienza che studia le forme, interpretando i linguaggi del contemporaneo per trasformarli in segni, nel rispetto e nell’interpretazione della cultura del luogo. La regione, nella quale il Corso di Laurea in Disegno Industriale opera, corrisponde al territorio della Provincia di Pistoia che, senza dubbio, è espressione e fucina di innovazione formale; la fama e il fascino di questo habitat compongono un insieme di forme naturali e di forme create dall’uomo, attraverso il trascorrere del tempo, che costituiscono un infinito bagaglio creativo. Da questo sistema complesso di segni e dalla cultura della forma stratificata in questo spazio, è naturale considerare l’innovazione formale quale elemento strategico, che può determinare la differenza nel sistema prodotto, promuovendo e veicolando il designed in Tuscany. bionica Il territorio e le ricchezze da esso espresse, lo stato di cura e di conservazione dello stesso, coniugati alla cultura ambientale ormai patrimonio della collettività, individuano nella bionica, quale espressione rigorosa dell’equilibrio tra forma/funzione/materia, una risposta per la progettazione di prodotti esteticamente piacevoli ed ecocompatibili. L’utilizzo dei modelli bionici in questo processo progettuale interviene sia sugli aspetti morfologici che funzionali, creando un'efficace sinergia tra quoziente estetico e quoziente funzionale di un prodotto. Le matrici creative ambientali di riferimento, prese in esame, sono le foglie, le piante carnivore, gli animali acquatici, i dinosauri, i primi mammiferi comparsi sulla terra, i fiori, i cartoni animati, quasi sempre ispirati alle forme della natura. Le scelte operate sui segni e sui riferimenti formali del progetto, a volte esotiche o lontane nel tempo, sono state effettuate per valorizzare ed interpretare creativamente i patrimoni formali locali, avendo sempre chiara la centralità e i know how del territorio, e ricercando in queste contrapposizioni nuovi stimoli e nuove creatività processuali. forma La natura crea forme che garantiscono resistenza, stabilità, armonia. Lo studio della forma, in natura, si basa sulle leggi della simmetria, dell’equilibrio, della sezione aurea, delle proporzioni e, di conseguenza, nella trasposizione progettuale è essenziale rispettare tali leggi. Attraverso lo studio dei modelli bionici, offerti dal vasto repertorio del regno vegetale e animale, è stato possibile identificare ed astrarre forme sorprendenti nella loro perfezione estetica ed in particolare sono state elaborate, fra le molte, strutture “a guscio”, resistenti nella loro compagine morfologica, che ci hanno consentito di esaltare l’uso di alcuni specifici materiali, sfruttandone in modo equo le loro caratteristiche compositive.
Nell'ambito del nostro lavoro, è sempre stata tenuta presente la stretta correlazione tra la forma ed il potere suggestivo dei luoghi. Chi ha l’occasione di vivere o visitare un ambito territoriale, come la Toscana, percepisce il senso della sua identità, ed avverte sensibilmente la differenza che ogni habitat ha rispetto ad altri: per questo lo studio della forma deve scoprire l’essenza e i caratteri peculiari di questa realtà, da non intendersi come entità immutabile, ma come realtà in continua evoluzione, e deve indicare i percorsi più idonei affinché questa identità, pur nel continuo cambiamento, si conservi attraverso l'interpretazione di essa. “La qualità morfologica attiene all’identità, che costituisce un valore fondamentale per la qualità della vita. In un’epoca nella quale la globalizzazione comincia a mostrare i suoi effetti negativi, di omogeneizzazione e di continui processi di “pastorizzazione” tra culture, linguaggi e contesti diversi, è sempre più forte la necessità di ancorare ogni realtà locale alle sue proprie radici. Una forma segno della contemporaneità toscana. Forse, proprio da qui, il made in Italy può ripartire”.
lusso La ricerca esprime l’idea del lusso come concetto concreto e immateriale al tempo stesso. Il concetto del nuovo lusso è espresso in una frase di Voltaire, ancora oggi perfettamente valida: "Non c’è nulla di più necessario del superfluo". Sembra paradossale pensare a tematiche del lusso in epoca di recessione e di sfiducia da parte del consumatore, tuttavia è interessante notare come, parallelamente alle tradizionali dinamiche del mercato di alta gamma, si stia delineando una nuova idea del prodotto per pochi. Il lusso “privato”, attinente in modo esclusivo al proprio habitat domestico e alla singola persona, diviene un nuovo protagonista nello scenario di mercato, un volano che individua nuove business unit, trasformando gli scenari d’uso e i caratteri comportamentali dei tradizionali target di questa fascia di mercato. Il sistema economico attuale presenta quindi, oltre a fenomeni di restrizione del mercato del design, anche nuove vie progettuali e di strategia creativa per la cultura del progetto propria del made in Italy. I valori aggiunti, forniti dalla progettualità italiana, rappresentano un efficace elemento di differenziazione negli scenari di mercato del lusso internazionale, essendo questi strettamente legati alle eccellenze artigianali e culturali proprie del particolarismo territoriale che ne è alla base.
qualità La riscoperta dell’importanza della qualità, per la fortuna commerciale e sociale di un prodotto, ha le sue radici nella qualità intrinseca del progetto, così come storicamente era intesa sia nella fase progettuale che esecutiva. Probabilmente, anche gli studi attuali sulla qualità non sono altro che la sistemazione e l’esplicitazione di quella "qualità" intrinseca già conosciuta ed apprezzata in passato. Nella Firenze rinascimentale, la percezione della qualità era espressa dalla sua architettura e dal suo paesaggio: la cupola progettata da Brunelleschi rappresentava il connubio tra forma ed innovazione, ed in essa, ancora oggi, è racchiusa l’identità di un luogo che esprime compiutamente qualità e bellezza. La qualità percepita può quindi definirsi il risultato ottimale, derivato dal sistema delle proporzioni tra natura ed ambiente costruito, in grado di provocare stupore e meraviglia. Riprendendo questo concetto ed uniformandoci a tale intuizione, anche i nostri prodotti devono esplicitare "qualità", attraverso un processo sinestetico. Ne consegue che la qualità finale di un prodotto dipende dal livello di qualità di ogni singolo sotto-processo e componente. Questa procedimento logico viene denominato qualità totale ed interessa tutte le azioni che partono dalla progettazione giungendo all’intero sistema prodotto.
“La qualità non è più un costo aggiuntivo né un fattore implicito, è qualcosa che si potrà leggere e delineare, descrivere, comunicare. La qualità è gradimento, è promessa, ha valenza generativa, valorizza la figura sociale del cliente, il fattore di presenza ed induce sicurezza, attendibilità. Nell’attuale cultura del progetto la ricerca della qualità, è la sua incentivazione ed esplicitazione attraverso la forma”.
tracciabilità L’iter della gestione di un progetto non può essere delineato dalla sola intuizione, ma necessita, spesso, di elementi di controllo in linea con gli elementi chiave e fondamentali della ricerca. Così definito e puntualizzato, il processo creativo acquista una duplice funzione: in primo luogo rappresenta un manifesto capace di tracciare e testimoniare l’intero iter del progetto, secondariamente rappresenta il primo vero “prodotto creativo”della ricerca, vero atto progettuale, delineato ad hoc per il particolare ambito di studio che deve essere affrontato. Il processo stesso può divenire vero e proprio elemento di comunicazione dei valori intrinseci del prodotto, estrapolando graficamente gli elementi che, più o meno direttamente, hanno partecipato alla definizione dell’output. Dall’attività di ricerca sono emerse alcune riflessioni che individuano nuove potenzialità strategiche nei confronti dell’innovazione formale. La contestualizzazione del prodotto nell’ambito territoriale di riferimento, la sinergia tra i patrimoni formali locali e la tecnologia dei materiali possono rappresentare una nuova via per riposizionare il made in Italy sui mercati internazionali emergenti, un nuovo percorso progettuale teso all’interpretazione formale dei molteplici linguaggi del contemporaneo. In tale contesto, la Scuola di Design dell’Università degli Studi di Firenze acquista una nuova centralità ed un ruolo di riferimento per il territorio, presentandosi come un nuovo modello di interazione tra creatività e potere dei luoghi. Non localismo e mera conservazione, quindi, ma riscoperta delle ricchezze insite nella realtà locale, che vanno valorizzate e reinterpretate con le tecnologie e la visione globale contemporanea. Non a caso la Toscana può rappresentare, per tale processo progettuale, un modello ed un caso unico: la conservazione “filologica” del territorio e l’attenzione per la tradizione e la cultura locale di questa area geografica rappresentano, più che mai, un punto di partenza ed una occasione unica per sperimentare ed aprire un nuovo orizzonte per la creatività italiana. Il progetto Dacia design, svolto dal Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design “Pierluigi Spadolini”, si è concretizzato anche attraverso la ricerca etimologica di un nome appropriato e l’esecuzione del suo progetto grafico, quale elemento di sintesi destinato alla diffusione, alla comunicazione e alla disseminazione del concetto di innovazione formale applicato ad uno specifico settore merceologico, in cui la contemporanea cultura del progetto, relativa allo studio della forma, possa rigenerare dei sistemi-prodotto che siano in grado di incentivare il piacere d’uso e la rigenerazione dello spazio abitativo.
Elisabetta Cianfanelli, responsabile scientifico Elisabetta Benelli, coordinatore del gruppo di ricerca Team di ricerca Laura Armani Silvia Bisconti Gabriele Goretti Carlo Martinelli Alessandra Ripa Ambra Trotto

Prof. Arch. Massimo Ruffilli
Presidente del Corso di Laurea in Disegno Industriale
Dacia design, il nuovo lusso è naturale. Presentazione
L’oggetto eccellente è una tematica che ispira i designer di tutto il mondo orientati verso la riscoperta di un linguaggio estetico che recupera i valori del bello, del lusso, dell’eleganza e dell’avvenenza.
“Luxury Design” come necessità estetica ma anche etica, ovvero come paradigma d’eccellenza rivolto ad una produzione sempre più standardizzata e globalizzata. La cultura del bello come risorsa che interpreta le potenzialità creative del territorio toscano nel segno della ricerca e dell’innovazione formale e tecnologica. Questi due elementi sono da vedersi fondamentali per la creazione di prodotti eccellenti che impostano le loro caratteristiche sulla preziosità, l’esclusività e implicitamente sulla qualità fuori dal comune.
Il progetto Dacia promosso da alcune fra le più prestigiose istituzioni toscane, rivolto al settore degli accessori per la casa nel nuovo mercato del lusso, vuole porsi come ricerca progettuale effettuata all’interno del Corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Università di Firenze, rivolto al dialogo ed al confronto con le imprese e gli imprenditori dell’industria diffusa nel nostro territorio.
Un bacino industriale dove l’alto magistero della produzione si deve coniugare sempre di più con una progettazione evoluta e raffinata, come nella migliore tradizione di questo territorio.
Dunque, non una ricerca teorica fine a se stessa ed autoreferenziale, ma una ricerca applicata, ovvero “applicatissima” per stabilire un dialogo sensato tra il mondo universitario e quello delle attività produttive.
Elisabetta Cianfanelli, instancabile promotrice di iniziative volte a rilanciare il design e la sua Scuola nel contesto produttivo, affronta questa tematica ripartendo dalla lezione di Roberto Segoni, maestro e fondatore con Pierluigi Spadolini e Giovanni Koenig della Scuola di design fiorentina.
Per affrontare lo studio della forma i maestri si sono sempre rivolti al mondo della natura. L’interazione fra la bionica, ovvero la disciplina scientifica che studia la conformazione degli organismi viventi ed il design, ovvero il mondo del progetto, è sinceramente un ottimo punto di partenza per affrontare e verificare le qualità morfologiche e costruttive degli elementi naturali, nei quali il rapporto forma – funzione, si presenta, appunto, nel modo migliore ovvero quello naturale.
L’apporto umano, attraverso il progetto, tuttavia, tende a finalizzare l’applicazione di tale rapporto, agli oggetti che permettano migliori condizioni di benessere psico-fisico nella realtà contemporanea.
Arte, Design, moda, musica, spettacolo, sono oggi tutte componenti della creatività che tentano di riaffermare un linguaggio universale.
Il Disegno Industriale, in particolare, rivolgendosi al prodotto di eccellenza, si propone di affrontare la sfida del futuro attraverso il fondamentale parametro della qualità.
Questa Ricerca si candida dunque, con determinazione e coraggio, a partecipare al lavoro di coloro che si sono impegnati ad accettare questa sfida.

Rinaldo Incerpi
Presidente della Camera di Commercio di Pistoia
Di fronte a stili di vita complessi e diversificati è sempre più evidente l’importanza della capacità dei prodotti di rispondere a caratteristiche non solo di funzionalità, ma anche di ricerca e qualità estetica.
Oggetti divenuti a noi familiari possono essere rivisitati, resi più accattivanti, in grado di permettere una migliore fruizione dell’ambiente domestico e un più piacevole svolgimento delle attività ed incombenze di tutti i giorni.
Per questo motivo la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Pistoia, insieme al Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design “P. Spadolini” di Firenze, per il secondo anno consecutivo, ha voluto incoraggiare questa sperimentazione, invitando i giovani designers - studenti del Corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Università degli Studi di Firenze - e le imprese pistoiesi ad un confronto, nella convinzione che, talento e tradizione, insieme, potessero rafforzare la passione per un modo innovativo di studiare e di produrre.
Una collaborazione, questa, fra il mondo universitario e quello imprenditoriale, già sperimentata in altri settori e considerata valida e fruttuosa per lo sviluppo dell’economia e la diffusione di prodotti di qualità della nostra realtà provinciale.
L’obiettivo concreto prefisso è quello di far sì che, in un paese di creativi e di inventori come il nostro, il dialogo e la stretta interazione tra mondo della cultura e del senso estetico e quello dell’economia e delle attività produttive diventi una realtà stabile e duratura.
Come potrete vedere nella rassegna illustrata dal catalogo, i lavori presentati sono stati realizzati secondo diverse tecniche, materiali e modalità espressive e suggeriscono soluzioni via via sobrie, eleganti o talora eccentriche, mirando a trasformare oggetti comuni in manufatti originali e rappresentativi di un particolare gusto per il dettaglio, di un’intuizione, di una prospettiva insolita, offrendo una gamma di idee che sono un ponte tra semplicità ed esclusività e proponendo di vivere strumenti ed utensili quotidiani in modo nuovo.
I risultati ottenuti dalla collaborazione tra competenza imprenditoriale e fantasia dei designers, rappresentano un motivo di grande soddisfazione per l’ente camerale che è particolarmente lieto di aver creduto e promosso questa iniziativa.

Alfredo Mati
Presidente del Centro di Impresa e Innovazione
In un momento senza dubbio difficile per le imprese europee, sentiamo sempre più frequentemente proclamare l’importanza della “innovazione” come elemento fondamentale della competitività, e in genere a questo termine viene attribuito un significato essenzialmente tecnologico.
Ma basta guardarsi intorno per accorgersi che molti prodotti devono il loro successo principalmente al loro valore formale, o alla loro capacità di interpretare o addirittura anticipare bisogni o desideri dei potenziali compratori.
Il Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze con questa iniziativa prosegue nella sua ricerca spingendo i suoi studenti a misurarsi con prodotti tradizionali e imprese già solidamente presenti sul mercato, ma disponibili ad aprirsi a nuove idee .
La formula della iniziativa, già collaudata con il progetto Food Design - AlimentaRevolution, dello scorso anno, consente l’incontro fra la fantasia e la voglia di dissacrazione proprie dei giovani, e le esigenze della produzione; se costringe i neo-designer a misurarsi con la necessità di concretezza delle imprese, apre anche prospettive talvolta impensabili ai produttori in un settore sensibile come quello della casa.
Anche questa volta le proposte che emergono dagli elaborati sono interessanti e stimolanti e sicuramente alcune daranno luogo a prodotti che acquisteremo in futuro.
Dobbiamo ringraziare di questo gli studenti e i docenti del Corso, e le imprese che si sono rese disponibili a questa nuova esperienza.

Massimo Desideri
Imprenditore – Titolare UTILPALSTIC di Larciano
DACIA DESIGN rappresenta ormai il secondo passo di un rapporto tra aziende , enti pubblici e Università , rapporto che spero non possa più considerarsi un esperimento, ma il frutto di una normale e naturale sinergia .
Ricerca e Innovazione sono quasi un’entità strana, qualcosa di cui parliamo ed alla quale tutti noi assegniamo un’importanza fondamentale per lo sviluppo, ma che troppo spesso rimane qualcosa di astratto e di irraggiungibile .
Le grandi imprese hanno struttura, mezzi, mentalità e risorse umane per poter accedere alla ricerca con facilità, ma è altrettanto importante che anche le imprese di piccole dimensioni prendano coscienza del “valore aggiunto” intrinseco nella ricerca e che, quando è possibile, sappiano approfittare dell’opportunità che gli viene presentata.
DACIA DESIGN ne è esempio concreto.
Ho visto negli studenti con i quali ho collaborato un grande entusiasmo e “sana” creatività.
Caratteristiche, queste, che certo devono essere incanalate, corrette ed adattate alle problematiche produttive e commerciali.
Ma è proprio questo creatività non “inquinata“ la vera forza, ed è sicuramente stimolante ed invitante per contrastare la inevitabile quotidianità di noi imprenditori.
Cercherò di fare tesoro di tutto questo.
Devo ringraziare la Camera di Commercio, il CII, la Facoltà di Disegno Industriale, per aver voluto, seguito e portato a compimento questo progetto.
Un ringraziamento particolare alla dott.ssa Elisabetta Cianfanelli e a tutti gli studenti che hanno lavorato con passione .
La mia gratitudine va certamente anche a tutti quegli studenti i cui lavori non sono stati selezionati e tengo a precisare che le loro proposte sono state scartate esclusivamente per problematiche interne di produzione e/o commercializzazione.

13/11/2006 13.18
Provincia di Firenze