Coppia di Campi in India. Gandola (Fi nel Cdx): "Felice per il rimpatrio"
"Imbarazzo perché hanno dovuto organizzare il rimpatrio di tasca propria"
“Tutta la città di Campi Bisenzio fa il tifo per il rimpatrio di Simonetta Filippini ed Enzo Galli ancora bloccati in India ma in questa vicenda le Istituzioni italiane non hanno dato prova di efficienza e questo dobbiamo dirlo con coraggio, senza tentennamenti”.
Si esprime così Paolo Gandola, consigliere metropolitano FI nel Centrodestra per il cambiamento e capogruppo azzurro a Campi Bisenzio.
”Adesso ciò che conta è che la famiglia rientri domani senza ulteriori intoppi e che Simonetta possa curarsi nel migliore dei modi presso l’ospedale di Careggi e vincere la sua lotta contro il Covid, ma tutta la vicenda mette in luce la non volontà delle istituzioni italiane di organizzare il rimpatrio in Italia".
Se ciò è stato reso possibile "lo dobbiamo unicamente alla pervicace volontà della famiglia, alla professionalità del legale Elena Rondelli e all’affetto delle tantissime persone che hanno partecipato alla sottoscrizione pubblica".
"Un esito che mi amareggia e mi addolora profondamente - spiega il consigliere metropolitano - in questi giorni mi sono spesso messo in contatto con deputati e sottosegretari di Stato ma da parte dell’unità di crisi della Farnesina non c’è stata nessuna dimostrazione di voler sbloccare la vicenda in tempi utili alla guarigione in sicurezza della donna".
Per le istituzioni del nostro Paese, infatti, "è opportuno prima attendere la loro negatività al virus e poi organizzare il rientro in Italia. Il tutto, diciamolo fuor di bocca, meramente per questioni di natura economica, come se l’Italia, paese membro del G8, non avesse le risorse economiche per procedere al rimpatrio. La famiglia ha dovuto dunque far tutto da sola, promuovendo un volo sanitario privato in biocontenimento".
Tutto ciò contribuisce a dilaniare il rapporto tra i cittadini e le comunità territoriali con le istituzioni nazionali, che hanno di fatto garantito la sola massima assistenza in loco.
Adesso che Enzo, Simonetta e la loro figlia stanno finalmente rientrando in Italia, le istituzionali nazionali, regionali e locali ci risparmino il coro di giubilo. Da rappresentante istituzionale quale sono - attacca Gandola - provo solo profondo imbarazzo e dovrebbero provarlo anche chi poteva procedere al rimpatrio e non ha inteso farlo, obbligando i privati a gestirselo di tasca propria.