PROVINCIA DI FIRENZE: UN LAVORO ANCHE PER I DISABILI PSICHICI
Incoraggianti risultati dalla sperimentazione di provincia e ASL
Anche chi ha gravi problemi di disabilità psichica può essere avviato al lavoro ed inserirsi in una attività produttiva. Ci aveva scommesso una legge dello Stato, la 68 del 1999, che aveva introdotto percorsi di inserimento mirato individualizzati, lo hanno verificato positivamente la Provincia di Firenze e la ASL, che sulla base di una convenzione avviata dai due enti nel 2002 hanno attuato una prima sperimentazione biennale.
In Toscana quelli psichici sono una quota oscillante fra il 15 e il 30% del totale dei disabili. 77 i soggetti interessati dal lavoro di Provincia e ASL, con risultati molto incoraggianti che sono stati presentati questa mattina alla stampa nel salone di Martino V dell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze dall’assessore provinciale al lavoro e alle politiche sociali Davide Filippelli e dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Firenze Paolo Menichetti.
8 sono i disabili che sono stati avviati al lavoro (5 direttamente senza tirocinio, 3 con tirocinio formativo) in settori come la ristorazione, i servizi, ma anche nell’informatica; e ben 29 quelli che sono risultati collocabili (22 dei quali senza tirocinio). Altri 12 sono in attesa di tirocinio.
L’integrazione lavorativa è, insomma, possibile, e su questa strada si può insistere.
La metodologia è quella del rispetto delle caratteristiche e delle potenzialità delle singole persone. A questo scopo Provincia e ASL hanno dato vita ad uno staff comprendente uno psichiatra, un medico del lavoro, un assistente sociale e un educatore insieme agli operatori del collocamento mirato dell’Amministrazione provinciale.
Vari i piani di intervento. Il primo è quello dell’assistenza per una corretta valutazione delle potenzialità dei soggetti di supporto ai Centri per l’Impiego, che stipulano le convenzioni con le aziende. Sono poi seguiti i contatti con le famiglie e quelli con le imprese, nei confronti delle quali viene attuata una consulenza per la costruzione di contesti organizzativi e relazionali adatti per i disabili. Questi ultimi vengono poi assistiti in modo continuativo e ogni fase è attentamente monitorata.