Chiti, Martini, Rossi: appello Gkn, serve l’autorità di Mario Draghi
Domani il tavolo convocato dal MISE
La vertenza Gkn è ormai una caso nazionale ed europeo, “il presidente del Consiglio deve intervenire in prima persona” con il suo prestigio e la sua autorità, e questo è decisivo per gli sviluppi della vicenda, sulla quale domani si riapre il tavolo convocato dal Ministero per lo sviluppo economico.
L’invito a Mario Draghi è centrale nell’appello al Governo (appellogkn.it) lanciato dagli ex presidenti della Regione Toscana Mario Chiti, Claudio Martini e Enrico Rossi, che questa mattina i tre hanno illustrato in Palazzo Medici Riccardi a Firenze, sede della Città Metropolitana, insieme al sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi e al consigliere metropolitano al lavoro Lorenzo Zambini.
L’appelllo ha raggiunto le 6.500 firme - per lo più significative e autorevoli come quelle di Don Giovanni Momigli per la Curia fiorentina e di Severino Saccardi, oggi presenti in Palazzo Medici - e ambisce nelle prossime ore a superare il traguardo delle 10.000 adesioni.
“Puntiamo al ritiro dei 422 licenziamenti da parte dell’azienda” ha detto nella sua introduzione in sindaco Fossi, una richiesta che ha bisogno dell’assunzione di un ruolo centrale da parte dello Stato italiano e di una “alzata di dignità” da parte della politica.
“Dove ci sono i lavoratori c’è la società con le sue istituzioni”, ha detto illustrando l’appello Chiti: la vicenda Gkn investe tutto il territorio Toscana ed i suoi modelli di sviluppo.
I valori della Toscana sono tutti rappresentati nell’appello, ha sottolineato il consigliere Zambini.
Per difenderli in concreto per Rossi è necessario adottare provvedimenti legislativi, perché l’economia non può dipendere dalla finanza.
Ora l’appello, ha aggiunto Martini, deve diffondersi e funzionare da moltiplicatore degli effetti.
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