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MOZIONE PER IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN CINA
Approvata dal Consiglio provinciale

Il Consiglio provinciale ha approvato con 19 voti a favore e 4 astensioni (Prc e PdCI) la mozione della VII Commissione consiliare sulla situazione dei diritti umani in Cina. L’atto invita il Governo, il Parlamento italiano, la Regione Toscana ad adoperarsi affinché l’esigenza di maggiori e proficui rapporti economico-commerciali non sia disgiunta, nei confronti della Cina e in ogni altro paese in cui si riscontrino evidenti violazioni, a una decisa azione per sollecitare un effettivo rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali ed impegna la Giunta provinciale a promuovere e ad aderire a iniziative finalizzate a sostenere e favorire una maggiore conoscenza delle situazioni di violazione dei diritti umani a livello internazionale e per la promozione di una cultura di pace e di difesa del diritto alla vita e alla libertà. Tondi (Udc) ha ricordato che la mozione: “E’ un’iniziativa del nostro gruppo consiliare. A fronte dei numerose viaggi effettuati da delegazioni nazionali, regionali e degli enti locali in Cina per stringere accordi di natura squisitamente commerciale, riteniamo sia assolutamente indispensabile sollecitare un effettivo rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali”. Per Lensi (FI): “La mozione può aiutare una riflessione più generale sul problema dei diritti umani in Cina. Una mano firma contratti commerciali, l’altra mano invece critica le situazioni e le violazione dei diritti umani. E’ assolutamente importante ed imprescindibile arrivare a una forma di collegamento stretto tra ciò che sono gli affari e la violazione dei diritti umani”. Targetti ha spiegato l’astensione di Rifondazione Comunista: “Non perché non condivida una serie di denunce che riguardano la violazione dei diritti umani ma avrei preferito non usare il termine regime comunista cinese nel senso che avrei usato il termine regime cinese”. Massai (An) ha ribattuto che: “In Cina vige un regime comunista: non a caso vi è un partito unico, vi è una chiesa alternativa e vi sono sindacati di regime tutto questo è ciò che succede in un normale regime comunista”. Infine Marconcini (PdCI): “La Cina è uno dei luoghi dove più spesso vengono violati i diritti ma condivido quanto detto dal consigliere di Rifondazione Comunista: bastava non ci fosse la parola comunista”.

14/12/2006 12.46
Provincia di Firenze