HomeIL NUOVO SITO PRODUTTIVO DELLA BRUNELLESCHI A RIGNANO SULL’ARNO
Il 5 febbraio incontro tra le parti e con i Sindaci di Pontassieve e Rignano. L’assessore Saccardi ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di Rifondazione Comunista
“La Provincia continua a seguire la situazione della Brunelleschi di Pontassieve onde evitare che una nuova crisi porti al depauperamento del tessuto produttivo della Valdisieve e del Valdarno”. Con queste parole l’assessore al lavoro della Provincia Stefania Saccardi ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di Rifondazione Comunista che esprimeva preoccupazione sulla vicenda. “Azienda e sindacati – ha aggiunto l’assessore Saccardi – hanno concordato un piano industriale, che non è stato formalmente firmato dall’azienda, ma che prevede una serie di corposi investimenti da parte dell’azienda in un nuovo sito produttivo collocato sul Comune di Rignano e tutte le parti in causa: Provincia, Comune di Rignano, Comune di Pontassieve, azienda e rappresentanze sindacali stanno lavorando per mettere appunto un protocollo d’intesa che possa in qualche modo garantire gli interessi di tutti e possa accompagnare questo percorso di trasferimento dell’azienda con impegni precisi che garantiscano un po’ tutti gli interessi in causa. Stiamo cercando di concluderla insieme al Sindaco di Pontassieve e al sindaco di Rignano nei tempi più brevi possibili. E’ già stato fissato un incontro per il 5 di febbraio e, in quell’occasione, mi auguro si possa apporre la firma di questo protocollo d’intesa”. Calò ha ribattuto che: “Forse è l’imminente competizione elettorale a Rignano che sta accelerando la procedura. Ed intanto i lavoratori scioperano e c’è qualcosa che non va dal punto di vista istituzionale perché dietro a questa vicenda c’è un business dove al gruppo Margheri non interessa niente di salvaguardare i posti di lavoro, tanto è vero che c’è una richiesta della RSU che ha chiesto sia al Sindaco di Pontassieve Mairaghi che al Sindaco di Rignano Magherini di convocare Consigli comunali aperti perché non si intravede, in questo momento, una correttezza da parte dell’azienda, né dal punto di vista della salvaguardia del posto di lavoro né dal punto di vista del rilancio dell’attività, né dal punto di vista della correttezza sull’uso e consumo del suolo e l’ambiente”.
30/01/2007 11.41Provincia di Firenze