Kiev nel cuore dei Sindaci del Mediterraneo. Nardella: "Attrezziamoci per affrontare l'emergenza umanitaria. L'UE non sia silente"
Il saluto del Sindaco di Firenze al Convegno internazionale in Palazzo Vecchio. Tutti osservano un minuto di silenzio. Via a un confronto a tutto campo su ambiente, accordi culturali, sanità pubblica e lotta globale alla pandemia, migrazioni e cooperazione
E' stato aperto dal saluto del Sindaco di Firenze Dario Nardella il Convegno dei Sindaci del Mediterraneo in Palazzo Vecchio. Di seguito il testo del discorso pronunciato dal Sindaco.
"Buongiorno a tutti e ben arrivati a Firenze,
è con una certa emozione e con orgoglio che ho l’onore di darvi il benvenuto nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sede del nostro Comune e casa di tutti i fiorentini.
È un’occasione straordinaria: i sindaci delle più importanti città del Mediterraneo si ritrovano nella stessa città in un dialogo che continuerà sabato assieme ai vescovi della Conferenza Episcopale Italiana e di altri 19 Paesi di quest’area, in uno straordinario confronto fra laici e religiosi e che culminerà domenica mattina nell’incontro con Papa Francesco sempre qui a Palazzo Vecchio.
Non vi nego che quando abbiamo iniziato ad ideare questo Forum, non avrei immaginato che ciò sarebbe stato concomitante con giornate decisive come quelle a cui stiamo assistendo. Le immagini che arrivano dall’Ucraina ci rattristano e ci preoccupano fortemente e ora più che mai non vogliamo perdere la speranza che gli sforzi diplomatici messi in campo in questi giorni di tensione possano porre fine al più presto agli attacchi iniziati ieri.
Permettetemi di introdurre questi lavori con un saluto alla Città di Kiev, città che è unita a Firenze da cultura, arte e storia e da un gemellaggio siglato nel 1967, dall’allora Sindaco Bargellini
Chiedo a tutti voi di osservare un minuto di silenzio per le vittime di queste ore e per chiedere tutti insieme il cessate il fuoco immediato e ritornare alla diplomazia per un negoziato di pace a oltranza.
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Proprio lo scorso anno, in questo periodo, in questo Salone, accoglievamo una delegazione di Kiev, con il Sindaco Vitaliy Klitschko, che ci aveva fatto dono di una statua del poeta Taras Shevchenko riaffermando, proprio in quella sede, che dalla crisi pandemica saremmo usciti dall'emergenza attraverso la cultura e l’unione di popoli.
Ho molto pensato nelle ultime ore al paradosso di questi giorni. Nello stesso momento in cui navi di profughi sono ancora ferme nel Mediterraneo, con famiglie, donne, bambini, in attesa di un porto che li accolga, proprio in quel Mare le portaerei della Russia, della Nato, dell'Europa e navi cariche di missili attendono in una strategia della tensione che speravamo la storia avesse ormai superato.
Per questo l’eredità straordinaria di Giorgio La Pira, che negli anni ’50 qui promosse per primo il dialogo interculturale e religioso tra le città del Mediterraneo, ci spinge da Firenze a rivolgere un appello corale e accorato di pace e democrazia per la vicina Ucraina e per tutti i territori minacciati da conflitti. Fermatevi! Chiediamo alla Russia di mettere fine a questa invasione e a questi attacchi. Fermate la guerra! Fermatela ora!
Proprio questa mattina ho inviato una lettera ai sindaci di Mosca e Kiev per chiedere loro di raccogliere questo nostro comune appello senza esitazione perché le città non hanno eserciti, ma sono fatte per vivere di pace e per la pace. Le città non costruiscono muri ma costruiscono ponti; i nostri porti sono fatti per promuovere scambi commerciali, culturali e per accogliere viaggiatori di tutto il mondo. Non so se lo hanno capito i governi, ma se si chiudono i porti si chiudono le nostre città.
Voglio rileggere con voi le parole di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze nella metà del Novecento e membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana. A lui si deve il primo incontro internazionale della storia tra i sindaci delle grandi capitali del mondo nel ottobre del 1955, in piena guerra fredda, in questo Salone. Mosca, Pechino, Filadelfia, Vienna.... Sempre La Pira, dopo l’incontro con il Re del Marocco, Maometto V, organizzò il primo Colloquio Mediterraneo con lo stesso spirito che ci ritrova riuniti qui oggi:
“Cooperare alla costruzione della pace nel Mediterraneo e nel mondo: ma come? - Si chiedeva La Pira - davanti ai colleghi sindaci - Per risolvere questo problema occorre una cosa: piazzare questo colloquio nel vasto quadro e nella vasta prospettiva della crisi storica attuale, una crisi che, come sappiamo, riguarda la storia umana in tutte le sue dimensioni…
I nostri popoli e le nostre nazioni sono portatori di una civiltà che, grazie alla incorruttibilità e alla universalità dei suoi componenti essenziali, costituisce un messaggio di verità, d’ordine e di bene, valido per tutti i tempi, per tutti i popoli e per tutte le nazioni.”
La riflessione di La Pira proseguiva poi ricordando che, ieri come oggi, noi rappresentiamo continenti, nazioni e lingue diverse, vissuti quotidiani diversi. Ma sono molte di più - e più solide e profonde - le cose che ci accomunano: penso alle nostre comuni radici abramitiche. Penso alla costruzione del pensiero greco ed arabo che si articola in una visione ordinata del mondo, che rappresenta l’essenza delle nostre civiltà. Penso infine alla strutturazione giuridica e politica elaborata dal pensiero romano.
Queste, dunque, le nostre radici comuni, di cui siamo fieri portatori; questa la nostra forza comune di Sindaci del Mediterraneo.
E come Sindaci, dobbiamo essere sempre consapevoli della straordinaria e crescente importanza assunta dalle città come attrici politiche ed istituzionali di assoluto rilievo sulla scena internazionale. In un mondo contraddistinto dalle difficoltà degli stati centrali a governare le sempre crescenti complessità della globalizzazione, dovendo ricercare sempre il giusto equilibrio tra ideologia e politica reale, sta infatti alle città e a noi Sindaci il compito di lavorare assieme con spirito di collaborazione e pragmatismo, superando quella “ragione di stato” e quelle contrapposizioni che troppo spesso limitano le azioni delle nazioni.
L’epoca che stiamo vivendo, care colleghe e colleghi, ci impone di essere coraggiosi, di assumerci la responsabilità di intervenire nel dibattito internazionale e nei processi decisionali, diventando protagonisti veri ed attivi del dialogo mediterraneo. Dobbiamo però fra di noi sapere che questo spazio non ci verrà dato se non saremo noi i primi a credere alle enormi potenzialità che le Città hanno nel contesto mondiale. Vi esorto dunque ad essere coraggiosi e consapevoli, del potere diplomatico di cui siamo detentori, anche sfruttando i preziosi momenti di dialogo di questi giorni, che Firenze mette a vostra disposizione, perché il dialogo sia proficuo, per fare emergere le vostre idee e poroposte.
Del resto, lo stesso La Pira diceva che occorreva “unire le città per unire le nazioni” e dunque io credo che da Firenze dobbiamo oggi rinnovare il nostro impegno, consapevoli che il Mar Mediterraneo è storicamente stato crocevia di culture e può nuovamente svolgere un ruolo determinante di pace e sviluppo delle nazioni, attraverso, e grazie, alla cooperazione tra città e comunità religiose.
Purtroppo, sempre di più, abbiamo la sensazione che l’Europa, il più grande progetto politico di pace e di unità scaturito dai drammi e dalle nefandezze della seconda guerra mondiale, stia smarrendo la consapevolezza della storia e della forza di quest’area geografica. L’assenza politica, e perfino fisica, tra i vertici UE di una preoccupazione rispetto al futuro del Mediterraneo è un fatto preoccupante. Senza una politica illuminata e un impegno concreto delle Istituzioni europee a favore dello sviluppo e della coesione delle Nazioni e dei popoli del Mediterraneo, l’Europa sarà più debole e più divisa.
Di fronte ai problemi come le catastrofi ambientali, le migrazioni, le crisi politiche, le emergenze sanitarie, le diseguaglianze sociali che crescono chiedo con forza, anche in qualità di presidente di Eurocities, associazione che racchiude più di 250 città europee con più di 250.000 abitanti, che l’Europa non rimanga ferma o indifferente e si prenda a cuore quest'area; che si impegni insieme ai Sindaci a definire un’agenda per il Mediterraneo fatta di scadenze e impegni certi e verificabili con la previsione di adeguati investimenti economici.
Intanto occorre un piano immediato per affrontare l'emergenza umanitaria che sta scoppiando a causa della guerra in Ucraina.
Ciascuna delle nostre città ha monumenti riconosciuti dall'Unesco, che ringrazio per il supporto, e che proprio qui, a Firenze, a novembre, terrà un vertice a cinquanta anni della Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale.
Come sapete, cari Sindaci, il Forum sarà articolato in quattro sessioni.
Nella prima sessione, che avrà inizio fra poco, discuteremo di come lo sviluppo di progetti e partnership culturali possa rappresentare un’opportunità di crescita economico e sociale e di coesistenza pacifica. Ringrazio il Professor Romano Prodi che parlerà tra poco.l per progetto ambizioso che Palmira alla cultura e ai giovani del Mediterraneo.
Nella seconda sessione, nella tarda mattinata, parleremo di sicurezza sanitaria pubblica e protezione sociale. Ancora in troppe aree la crisi pandemica è ben lungi dall’essere superata, obiettivo del dibattito è discutere su quali strumenti le città possono mettere in campo per garantire un modello di tutela sanitaria a necessaria protezione dal covid-19 e programmazione della vaccinazione.
Nel pomeriggio, la terza sessione verterà sulla questione ambientale la crisi energetica. Gli incendi nella scorsa estate, le esondazioni, ci pongono davanti una domanda urgente. Molti gli aspetti di cui discutere, dalla siccità e desertificazione, all’inquinamento ambientale e allo sviluppo sostenibile e alle questioni energetiche.
Infine, la quarta sessione verterà sulle politiche migratorie e sulle possibili azioni di cooperazione che le città possono mettere in campo per la protezione dei diritti umani fondamentali.
Questi i quattro assi lungo i quali si snoderanno le riflessioni dei prossimi giorni.
Ciascuna sessione sarà anticipata da uno speech di inquadramento. Invito ciascuno di voi a partecipare attivamente Successivamente si aprirà il dibattito tra noi sindaci, moderato da un giornalista. Chiedo pertanto a ciascuno di intervenire ed alimentare il dibattito. Solo attraverso la condivisione delle esperienze e delle visioni di ciascuno potremo veramente arricchire in maniera compiuta queste importanti giornate di confronto.
Non esitiamo a porre interrogativi e richieste. Mettiamoci in gioco con umiltà, risolutezza e desiderio di contribuire alla discussione. Diamo voce ai più di 50 milioni di abitanti che insieme rappresentiamo.
Obbiettivo dei nostri lavori come sapete, è arrivare ad un documento congiunto assieme ai vescovi del Convegno Mediterraneo frontiera di Pace, che si uniranno a noi in una sessione condivisa sabato mattina. Avete già ricevuto una bozza di lavoro dalla quale partire per poter arrivare a una dichiarazione condivisa. Il nostro obiettivo è consegnare domenica la Dichiarazione di Firenze a Papa Francesco.
Non esitiamo a porre interrogativi e richieste. Sarà una grande opportunità di dialogo per elaborare e promuovere progetti concreti di inclusione culturale, sociale ed economica, anche religiosa.
E’ come se il Mar mediterraneo si ritrovasse qui a Firenze ma - mi dicono i miei concittadini - Firenze non ha il mare. Sì, ma il Mediterraneo è luogo dello spirito, della cultura, della civiltà.
In questo Palazzo, che da sette secoli rappresenta la vita pubblica della Città e che costituisce il cuore del Rinascimento italiano ed europeo, sono insieme a noi gli affreschi del Vasari, le opere di Michelangelo, del Bronzino. La bellezza deve ispirarci.
Tutti noi abbiamo alle nostre spalle la forza delle nostra storia e della bellezza delle nostre città. E’ una forza che non possiamo disperdere e che ci permette di costruire il futuro. Un futuro per i nostri giovani. Un futuro per le nostre comunità. Un futuro fatto di civiltà e pace. Il futuro del Mediterraneo.
Grazie a tutti voi e buon lavoro".