Polo di Case Passerini. Gandola (FI nel Cdx) visita l'impianto
"Prendere reale coscienza delle esigenze del territorio. Grave arretratezza per convertire le bioplastiche"
“Dello smaltimento dei rifiuti si parla da decenni senza che la politica prenda davvero coscienza delle reali esigenze del territorio, senza conoscere nè visitare gli impianti, senza prospettive per il futuro, aldilà degli slogan. Per questo motivo, stamani ho ritenuto opportuno visitare l’impianto di Alia di Case Passerini, a Sesto Fiorentino e colloquiare con i dirigenti e le maestranze dell’azienda. Anche e soprattutto in vista del nuovo piano regionale dei rifiuti che escluderà l’inceneritore di Case Passerini tra gli impianti da realizzare nell’area metropolitana fiorentina”.
Così si esprime Paolo Gandola, consigliere metropolitano di Forza Italia nel Centrodestra per il cambiamento dopo la visita avvenuta stamani presso l’impianto sestese.
“Stamani - spiega Gandola - ho avuto modo di visitare l’impianto di trattamento meccanico biologico e produzione che tratta i rifiuti urbani non differenziati e l’area di recepimento dell’organico che poi verrà trasformato in compost. Il trattamento dei rifiuti non differenziati ha la finalità di produrre il combustile solido secondario poi impiegato per la produzione di energia elettrica nei termovalorizzatori, principalmente dell’Emilia Romagna.
Ho potuto così prendere coscienza del processo aerobico in bio celle che viene svolto all’interno dell’impianto ed il trattamento dei rifiuti vegetali.
Accanto all’impianto si trova la nota discarica che dal 2020 non accoglie più rifiuti urbani, avviandosi a chiusura.
La visita è stata importante ed istruttiva per approfondire il ciclo dei rifiuti e prendere coscienza del trattamento effettuato.
Durante l’incontro, tuttavia, colloquiando con i vertici di Alia, sono emersi due aspetti importanti: il primo riguarda il falso storico diffuso negli ultimi decenni, soprattutto da parte della Sinistra, sulla riduzione della tariffa Tari in progressione all’aumentare della raccolta differenziata. Sebbene si sia lavorato per un contenimento della tariffa questa, come noto, non è certo diminuita, stante il fatto che differenziare, significa utilizzare impianti, muovere molti più mezzi, trattare i rifiuti e dunque avviare un procedimento assai più costoso, anche in termini di personale e avanzamento tecnologico, ben superiore al semplice conferimento in discarica dei rifiuti".
"Altro aspetto - continua Gandola - riguarda la mancata programmazione, ad oggi, degli investimenti necessari per porre in essere gli adeguamenti impiantistici che consentano alle bioplastiche di essere compatibili con le condizioni dei processi di compostaggio, così da consentire di non dover più gettare nell’indifferenziato le bioplastiche. Ancora oggi, infatti, a distanza di qualche anno, i manufatti in bioplastica rigida, infatti, come stoviglie e piatti usa e getta, il cui utilizzo è di fatto ineliminabile, si biodegradano a condizioni e tempistiche di processo diverse che le rendono di fatto non trattabili insieme alla normale frazione. Sul punto preoccupa l’arretratezza degli impianti a causa dell’incapacità della politica di investire nella sperimentazioni della filiera del riciclo organico.
Interventi in questo ambito, invece, sono assolutamente urgenti proprio per evitare di vanificare gli sforzi immanni ed estremamente costosi che i cittadini stanno compiendo nel rispetto della strategia del plastic free. Ad ogni buon conto, la visita di stamani è stata positiva ed istruttiva e mi riservo, nelle prossime settimane, di richiedere l’accesso anche ad altri impianti dell’area metropolitana, non ritenendo più possibile che la politica decida senza vedere, senza conoscere, senza prendere reale coscienza di ciò che oggi esiste già sul territorio”.