IL SERVIZIO DI GUARDIA MEDICA NEI PICCOLI COMUNI
L’assessore Nardini ha risposto ad una domanda d’attualità di AN
Sulla riorganizzazione del servizio di guardia medica, da parte della Regione, l’assessore ai rapporti col Consiglio Valerio Nardini ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità dei consiglieri di Alleanza Nazionale Massai e Nascosti. “Il parametro a cui devono fare riferimento le Regioni per consentire una programmazione corretta ed efficiente del servizio di continuità assistenziale nelle singole aziende è prevista dall’articolo 64 comma 2 del contratto nazionale per la medicina generale sottoscritto il 23 marzo 2005. Tale rapporto ottimale è stato definito in via innovativa a livello nazionale nel seguente parametro: un medico di continuità assistenziale in servizio ogni cinquemila abitanti residenti. Le singole aziende possono, comunque, prevedere per ambiti di assistenza definiti un diverso rapporto che tenga conto dei criteri orografici, abitativi e organizzativi del territorio, pur mantenendo a livello aziendale il previsto parametro ottimale che è, come ho detto prima, uno a cinquemila. Occorre osservare, inoltre, che da un monitoraggio effettuato con dati riferiti al primo semestre 2006 risulta che l’eccedenza oraria rispetto al rapporto ottimale della Provincia di Firenze sia di circa il 10% e pertanto il rapporto ottimale può essere agevolmente raggiunto tenendo conto dei criteri di flessibilità sopra riportati che consentono nella zona metropolitana il superamento di detto rapporto ottimale a favore delle zone più disagiate e a scarsa densità abitativa nonché della modesta operatività di alcuni punti di erogazione. La Regione – conclude Nardini – è rassicurante per quanto riguarda il servizio di guardia medica nei piccoli Comuni perché esiste una norma specifica della Legge 39 del 2004, quella relativa ai piccoli Comuni, che addirittura prevede delle misure straordinarie di sostegno per l’efficienza dei servizi sanitari nei piccoli Comuni”. Per Massai: “Bisogna aspettare che la Regione Toscana determini effettivamente il fabbisogno della Provincia di Firenze e soprattutto nei piccoli Comuni. I piccoli Comuni essendo già disagiati rischiano un ulteriore spopolamento, la cosa ci preoccupava e ci preoccupa tuttora perché in molte zone i punti di primo soccorso, laddove sono rimasti, o il servizio di pronto soccorso, rischiano di trovarsi oberati di richieste e, non avendo un servizio adeguato, i cittadini sono costretti a rivolgersi al 118. chiediamo, quindi, all’assessore di mantenere i contatti con la Regione per salvaguardare questo sevizio nei piccoli comuni”.