SCUOLA. BASTICO: “CONTRO GLI ABBANDONI ANAGRAFI ‘ANTILUCIGNOLO’ ”
Obiettivo dell’obbligo a 16 anni portare tutti i ragazzi con successo alla fine del biennio
Un’Agenzia nazionale a Firenze per l’Autonomia scolastica
I lavori del convegno di oggi all’Istituto degli Innocenti
La legge Finanziaria 2007 ha esteso a 16 anni l’obbligo scolastico. Il provvedimento sarà attuato a partire dal prossimo anno scolastico.
Oggi si sono svolti a Firenze nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti i lavori di un convegno nazionale sull’Obbligo di istruzione fino a 16 anni. L’iniziativa è stata promossa dalla Provincia e dal Comune, dal Centro Iniziativa Democratica Insegnanti (Cidi) e dall’Istituto degli Innocenti.
L’estensione dell’obbligo va a incidere su una scuola che deve passare attraverso una verifica culturale di fondo, perché è ancora organizzata per un gruppo ristretto; per questo è una grande occasione di cambiamento e si inserisce nella strategia del Governo, che è stata spiegata in occasione del convegno di oggi dal Viceministro alla Pubblica Istruzione Mariangela Bastico.
“Vogliamo una scuola pubblica, di qualità, che non lasci indietro nessuno - ha detto il Viceministro – e vogliamo portare tutti i ragazzi, non uno di meno, al livello dell’istruzione superiore. Dobbiamo non soltanto garantire l’accesso – già si iscrive alle superiori il 97% dei ragazzi – ma il successo nel biennio formativo”. Ecco dunque l’attualità di Don Milani e del suo principio che “non c’è più nulla di più sbagliato di fare parti uguali fra soggetti diversi”. Sullo sfondo il fantasma degli abbandoni*, in Italia, e in tutte le Regioni, più alti che negli altri pesi europei. Importantissimi dunque i progetti per la lotta alla dispersione: il Viceministro ha parlato del progetto di costituire in tutte le Regioni una “Anagrafe AntiLucignolo” che consenta attraverso strumenti conoscitivi precisi di “recuperare i ragazzi uno ad uno”.
Il Governo non ha intenzione di mettere mano ai programmi scolastici, non c’è tempo: “Indicheremo i livelli che devono essere raggiunti, le capacità essenziali da dare ai ragazzi”. E non solo nella scuola, perché vanno introdotti laboratori e attività fuori dalle mura scolastiche e vanno messi in campo altri soggetti della formazione e dell’associazionismo, e questo fine sarà fatto un elenco nazionale dei soggetti educativi.
Sul fronte dell’Autonomia il Viceministro ha poi preannunciato la nascita di una “Agenzia nazionale per il sostegno all’Autonomia scolastica”, che avrà sede a Firenze, porterà al superamento di 22 enti (l’INDIRE, Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa, e gli IRRE, istituti regionali per la ricerca educativa, tutti attualmente commissariati), con una economia di spesa ma anche la stabilizzazione di una parte del personale precario.
Nel corso dei lavori del convegno l’assessore provinciale alla pubblica istruzione, Elisa Simoni ha lanciato la proposta di affrontare con un ulteriore appuntamento di studio il problema dell’istruzione professionale. Una proposta che è stata ritenuta importante e caldeggiata dal Viceministro Bastico.
“E’ di fondamentale importanz - ha poi rilevato Simoni nel suo intervento - cosa si insegna, come si insegna, a chi si insegna, chi insegna. Cambiare i tempi della scuola vuol dire permettere ai ragazzi di stare più a lungo in un luogo dove si crea la cittadinanza, venire incontro all’esigenza dei ragazzi, che sono molto più ricettivi di quanto si pensa, di avere nella scuola quelle risposte che, lasciate in altri sedi, incidono negativamente sulla loro formazione”.
“Dobbiamo pensare – ha aggiunto il presidente dell’Istituto degli Innocenti Sandra Maggi - alla necessità di aprire maggiori contatti con il mondo del lavoro e del volontariato. Ai ragazzi serve cultura ma servono anche adulti di riferimento, modelli, e possibilità di fare esperienza diretta”.
Nella sua relazione l’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Firenze, Daniela Lastri, ha messo in evidenza le esperienze che gli enti locali hanno attivato con le scuole, attraverso la realizzazione della continuità educativa, la sperimentazione degli istituti comprensivi e il sostegno che viene dato all'autonomia scolastica: “sono iniziative e percorsi che – ha rilevato - hanno come scopo principale quello di mettere sempre più al centro i bisogni formativi degli studenti”.
“Il Paese ha bisogno di rivedere tutto il processo culturale degli ultimi anni per innalzare il suo livello di istruzione e di cultura – ha detto il presidente nazionale del Cidi Sofia Toselli – senza rinunciare a obiettivi di qualità, al rigore, all’intelligenza, alla professionalità”.
"In Toscana - ha annunciato l'assessore regionale Gianfranco Simoncini - diversamente da altre Regioni che hanno fatto scelte diverse, l'obbligo a 16 anni coinciderà con l'obbligo scolastico e ci dovremo porre il problema di strutturare un nuovo sistema, basato su un biennio unitario al quale aggiungere un terzo anno che consenta ai ragazzi che non proseguono gli studi di conseguire un diploma di qualifica professionale. Dovremo poi affrontare, con il governo, il problema del percorso post diploma e del nuovo assetto che dovrà avere l'alta formazione tecnica e professionale, cercando di fare ordine nelle diverse tipologie esistenti e ridisegnando in manera più razionale questo importante segmento educativo".
Nel pomeriggio i lavori proseguono con un Forum di discussione all’Istituto Salvemini di via Giusti.
*Più di centomila, secondo i dati diffusi dal Ministero della Pubblica istruzione, gli studenti che abbandonano la scuola. Nelle superiori, frequentate dal 91,1% dei ragazzi fra i 14 e il 18 anni (95,4 in Toscana), gli studenti che interrompono la frequenza sono il 3,7%, 93.747 in numeri assoluti. La più alta percentuale delle interruzioni è nel primo anno di corso (40,8%). Non tutti quelli che interrompono abbandonano definitivamente: una parte passa ad altri indirizzi o, prima o poi, rientra in formazione nel canale della formazione professionale o nei corsi serali per lavoratori-studenti.
Su 100 ragazzi che dopo la scuola media si iscrivono alla prima classe della scuola superiore, 17 non concludono positivamente l’anno scolastico. A 19 anni il 76,8% dei ragazzi ha un diploma (74,9% in Toscana). La maggiore probabilità di conseguire il diploma riguarda i liceali (85%), seguono gli studenti dei tecnici (79%), dell’istruzione artistica (62,9%), degli istituti professionali (47,8%). (Fonti: Osservatorio Istituto degli Innocenti, Miur, Istat).
Le immagini del convegno: http://met.provincia.fi.it/ai/
La scheda di presentazione: http://met.provincia.fi.it/comunicati/comunicato.asp?id=35381