VIA LIBERA DELLA PROVINCIA ALLA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA DI SAN SALVI A FIRENZE
Approvata delibera dal Consiglio provinciale
Il Consiglio provinciale ha approvato, con 18 voti a favore della maggioranza e 7 contrari dei gruppi della Casa delle Libertà e Rifondazione Comunista, la realizzazione di interventi per il recupero e la riqualificazione dell’area di San Salvi a Firenze. “Lo scopo del piano urbanistico esecutivo – ha spiegato l’assessore all’urbanistica Luigi Nigi di fronte all’assemblea di Palazzo Medici Riccardi – è quello di rivitalizzare l’area di San Salvi basandosi sul presupposto di ricercare la massima omogeneità e il massimo equilibrio tra tessuto urbano e l’area in oggetto. L’intera zona dove si esercitano attività sociosanitarie sarà utilizzato in parte per collocarvi le funzione dirigenziali e amministrative dell’azienda sanitaria, e in parte per residenza con piccole appendici destinate ad attività commerciali. Una parte delle volumetrie sarà utilizzata per realizzare residenze studentesche, la parte a nord dell’area conserverà l’attuale destinazione per attrezzature scolastiche. Così come la zona sud ovest in cui è collocata la scuola materna e elementare Andrea Del Sarto, la parte ad est conserverà la destinazione a verde pubblico e sportivo e per le attrezzature di quartiere. Per attuare il piano urbanistico esecutivo è necessario riorganizzare il sistema della viabilità e dei parcheggi. Verranno realizzati tre accessi carrabili e numerosi accessi pedonali. Notevole importanza assume anche la previsione della realizzazione di una stazione metropolitana all’interno dell’attuale sede ferroviaria che perimetra il complesso a sud garantendo così all’area un rapporto di scambio con l’intero contesto della città”. Secco no da parte della Casa delle Libertà. Nascosti (AN) lo ha motivato col fatto che occorre, prima di proseguire con questi accordi di programma, ad una seria revisione del Piano Territoriale di Coordinamento provinciale. Per Targetti (PRC) “Il recupero di San Salvi è molto importante: “Perché riguarda una zona delicata, un polmone verde ed un luogo che, storicamente, svolgeva funzioni pubbliche. Una serie di osservazioni proposte sono state accolte. Il primo progetto era, infatti, non solo invasivo, ma tendeva a rompere l’unitarietà di utilizzo e di fruibilità di questo polmone verde e tendeva ad intaccare la totalità di funzioni pubbliche all’interno di quest’area. La residenza edilizia privata costerà molti soldi e sarà un grosso affare per chi costruisce queste abitazioni all’interno di un parco: questa logica non la accettiamo come non accettiamo la vendita dei gioielli di famiglia, che devono restare invece nel patrimonio pubblico”.