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Dragon Boat, una pagaiata oltre il tumore: Lilt Firenze premiata dalla Città Metropolitana
Celebrata la vittoria delle Florence Dragon Lady-LILT nella quarta edizione del Trofeo Nazionale della Lega Tumori. Bausi: “Rinascita fisica e interiore per tante donne operate di tumore al seno”

Dragon Lady con Dario Nardella e Nicola Armentano (foto Antonello Serino Ufficio Stampa - Met)

Un premio per celebrare il trionfo - fisico e simbolico - di Lilt Firenze alla quarta edizione del Trofeo Nazionale di Dragon Boat della Lega Tumori, che coinvolge le donne che si sono operate di tumore al seno, è quello che è stato assegnato oggi (22 giugno) alle atlete dalla Città Metropolitana di Firenze, alla presenza del Sindaco Dario Nardella e del consigliere delegato allo Sport Nicola Armentano, con Alex Peraino, presidente Lilt, durante l'Assemblea dei consiglieri in Palazzo Medici Riccardi.
La competizione - momento di ripartenza concreta e simbolica - si è svolta lo scorso 29 maggio nelle acque salate del lago di Paola, a Sabaudia e ha celebrato i 100 anni della Lilt, che ha sede a Roma ed è presente in ogni provincia del nostro Paese. Hanno partecipato 9 squadre provenienti da tutta Italia ma a spuntarla, alla fine, sono state le atlete della Florence Dragon Lady.

“Una festa di vita - commenta Susanna Bausi, vicepresidente Lilt Firenze - per tante donne che sono passate attraverso un percorso martoriante per il fisico e per lo spirito e che, adesso, si riappropriano a mano a mano della loro esistenza. Scoprire che possiamo ancora fare sport, tra l’altro a livello agonistico, significa molto per noi. Arrivare prime è stato bello, ma la giornata è stata un successo collettivo. Per questo il premio che riceviamo oggi, e che ci onora, è dedicato a tutte le amiche che hanno affrontato questo percorso”.

Per Nicola Armentano il Dragon Boat è una attività densa di significati: “Racchiude - osserva - molti sentimenti diversi e potenti. Il coraggio delle donne che sono passate per momenti difficili, la capacità di superare il dolore del corpo e della mente, l’accettazione di un nuovo capitolo della propria vita e l’atto liberatorio del pagaiare, sintomo di autentica rinascita. Un vero esempio, insomma, per chi sta combattendo questa battaglia. Il premio vuole essere un riconoscimento simbolico rispetto all’incredibile percorso intrapreso”.

Lo sport "ha la forza di creare solidarietà e amicizia, di lottare insieme per un fine che non è solo la vittoria, il raggiungimento di un traguardo sportivo, ma molto molto di più. In questo caso quello che è emerso è la volontà di condividere un percorso di vita, di farlo attraverso lo sport, di farlo in modo che attraverso questo esempio in tanti possono trovare nello sport la voglia di ricominciare a vivere".
Lo sport "è davvero un volano incredibile per trovare delle risposte, a volte nei momenti difficili della vita, e questo è uno di quegli esempi che vanno sicuramente raccontati, portati avanti e fatti propri dalle istituzioni. È quello che facciamo oggi noi, con un segno simbolico, un segno di accoglienza per testimoniare come anche le Istituzioni, di fronte a questo momento di coraggio e di condivisione di un percorso, devono comunque lottare insieme a loro".
Lo sport può fare davvero molto. Può davvero aiutare "a migliorare le condizioni psicofisiche di chiunque perché ormai è accertato che lo sport non è soltanto svago e divertimento ma sopratutto tanta salute".

Il cammino di riabilitazione fisica e psicologica di queste donne coraggiose conduce dunque qui, a bordo di queste emblematiche imbarcazioni orientali: “Hanno la testa e la coda del drago - spiega Bausi - una creatura che da quelle parti significa molte cose. Per noi vuol dire combattere il tumore a colpi di pagaia, attraversarlo con la forza di un drago”. Una metafora potente, che accompagna i colpi delle 20 pagaiatrici, al fianco di una tamburina e una timoniera. “Andiamo tutte allo stesso ritmo perché in barca, come nella lotta al tumore, vinciamo soltanto se affrontiamo la sfida tutte unite”.

“Poter praticare uno sport dopo quello che abbiamo passato - prosegue la vice presidente - è un autentico dono. Io poi ho inaugurato la squadra Florence Dragon Lady sedici anni fa e quindi ne vado ancora più orgogliosa, perché ho visto un lungo percorso di crescita. Quando arriviamo siamo impaurite e abbattute, affaticate da un percorso lungo e doloroso. Poi si va in barca insieme e vediamo che l’espressione degli occhi cambia: insieme è più facile farcela. Tra di noi c’è vera sorellanza”.

Una coesione testimoniata anche da un altro momento particolarmente toccante previsto nell’ambito della gara, la cerimonia dei fiori: “Le atlete avvicinano le imbarcazioni e ciascuna getta in acqua un fiore, per ricordare le amiche che ci hanno lasciato, ma che sono sempre con noi. E’stata una giornata di commozione e gioia: adesso festeggeremo a Firenze”.

Dragon Lady con Dario Nardella (foto Antonello Serino Ufficio Stampa - Met)

Lilt Firenze premiata dalla Città Metropolitana (foto Antonello Serino Ufficio Stampa - Met)

22/06/2022 09.56
Città Metropolitana di Firenze