IL DIBATTITO IN CONSIGLIO IN MERITO A QUANTO VERIFICATOSI PRESSO LE AZIENDE OSPEDALIERE CAREGGI E MEYER
La legge 194/78 ed altri temi al centro degli interventi
Ampio dibattito in Consiglio provinciale dopo la comunicazione del Presidente Matteo Renzi in merito a quanto verificatosi presso le Aziende Ospedaliere Careggi e Meyer. Per Nascosti (An): “Sulla mala sanità c’è il Consiglio regionale e quindi, opportunamente, del caso ne parlerà il Consiglio regionale”. Per Bassetti (Udc): “Ogni vita va salvaguardata dal suo concepimento. Ogni vita è un dono per chi ci crede e chi non ci crede. La Legge 194 risale al 1978, sicuramente alcune devono essere cambiate perché se l’aborto terapeutico si poteva fare fino alla 22esima settimana è perché 30 anni fa difficilmente un feto poteva sopravvivere fino alla 22esima settimana; la medicina in 30 anni ha fatto grandi passi in avanti perciò ci sta che si debba anche rivedere i limiti per l’aborto terapeutico”. Per Lensi (FI): “La 194 era una legge, ed è tuttora una legge da modificare, una legge da ritoccare in alcune parti. Va assolutamente difesa per quello che fu non un diritto civile conquistato, ma la possibilità, l’autodeterminazione della donna, e la possibilità di scegliere. E’ una legge da difendere fino in fondo e va capito come applicarla nelle forme più idonee, attraverso anche nuovi regolamenti applicativi”. Massai (AN) ha detto di voler difendere: “Il diritto di chi non sa, perché probabilmente il dramma di tutto questo è: qual è stata l’informazione, qual è il livello di informazione che in questa legge viene dato a chi, a un certo punto, deve decidere non di spingere un bottone ma di fare un gesto che molto probabilmente lo segnerà. Questo è il problema che si deve porre la politica”. Marconcini (PdCI) ha chiesto di: “Porre l’attenzione al pericolo che questo paese viva di un rigurgito d’estremismo centrista; del centro radicale che estremizza. Senza la legge 194 saremmo davanti ad un numero di aborti nettamente superiore; saremmo di fronte a morti o comunque gravi danni alle donne che hanno tutto il diritto all’autodeterminazione”. Per Campi (DS): “E’ chiaro a tutti che dopo l’approvazione del referendum sulla legge 40 sulla fecondazione assistita, l’attacco successivo sarebbe stato sulla legge dell’interruzione di gravidanza. In quella legge, non solo si è creato contrasto con la legge 194, ma è stato messo in discussione il principio della laicità dello stato tornando indietro di decenni. Una legge che non ha funzionato e che ha agevolato il turismo riproduttivo”. Per Avezzano Comes (FI): “Il dramma dell’interruzione di gravidanza è presa da troppe donne, e sottolineo da troppe minorenni, come metodo per il controllo delle nascite. Perché si parla sempre di 194 che non va toccata e non si tiene in conto di quello che giustamente il consigliere Bevilacqua e anche il Presidente Renzi nel suo intervento pongono: una presa di coscienza del legislatore di quelli che sono stati, in questi 30 anni, gli sviluppi tecnologici e diagnostici”. Per Lo Presti (DS): “C’è bisogno di seguire passo per passo le tecniche di diagnosi prenatale che progrediscono, a loro volta, con le tecniche di terapia intensiva. Ci vuole una norma che abbia dei principi cardine ai quali fare riferimento e mi pare che la 194 li abbia. Ci vuole più vigore e norme più stringenti perché la legge sia applicata davvero in tutte le sue parti in tutto il territorio nazionale per quanto riguarda la prevenzione, ma anche l’assistenza pre e post parto”. Per Tondi (Udc): “La legge 194 è una legge vecchia, è superata e va cambiata riducendo i termini entro i quali si può si può praticare l’aborto”. Per Calò (Prc): “E’ inopportuno parlare in Consiglio provinciale di quanto accaduto. E’ solo una scusa per attaccare la 194”. Per Bevilacqua (FI): “L’attuazione della legge 194 risale al 1978. A trenta anni di distanza questa legge deve fare i conti con una medicina che ha fatto degli sviluppi enormi. Dobbiamo chiedere al Ministero della Salute, che ogni anno redige una relazione sugli aborti procurati e l’età delle madri che effettuano l’interruzione della gravidanza, di rendere noti anche i feti che nascono vivi. Dobbiamo trovare l’accordo su un punto: la nascita è preferibile all’aborto e sarebbe meglio parlare della legge 194 come legge sulla vita invece che legge sull’aborto”.