Sanità, la Consulta metropolitana fiorentina: proposte in ordine alla Telemedicina e "TeleCare"
Sono state inviate alla Regione Toscana. Prosegue intanto il lavoro su una altra serie di questioni poste dal decreto di riordino
La Consulta permanente delle professioni sanitarie in ottica socio-assistenziale del territorio metropolitano fiorentino, presieduta dal consigliere della Città Metropolitana delegato alla Sanità Nicola Armentano, ha inviato una serie di proposte alla Regione Toscana e all'assessore alla Sanità Bezzini, dopo avere svolto un'approfondita analisi circa l’impatto che il DL 77/2022 avrà’ sull’organizzazione della sanità toscana .
La Consulta ha focalizzato i lavori sul tema della Telemedicina e del "TeleCare", tenendo conto della scadenza fissata per fine gennaio 2023 dal Ministero per i piani regionali a riguardo.
Ciascuno dei rappresentanti degli Ordini nella Consulta ha elaborato proposte e osservazioni specifiche. Alla Consulta prendono parte rappresentanti degli Ordini: dei medici e degli odontoiatri di Firenze; dei medici veterinari di Firenze e Prato; dei farmacisti di Firenze; delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia; della professione di ostetrica interprovinciale di Firenze, Prato, Arezzo, Grosseto, Siena, Lucca, Pistoia; dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e prevenzione di Firenze; degli psicologi della regione Toscana;
degli assistenti sociali della regione Toscana; dei biologi delle regioni Toscana e Umbria; dei chimici e dei fisici della regione Toscana; l'Università degli studi di Firenze, scuola di Scienze della salute umana. Ai lavori della Consulta hanno preso parte la D.ssa Matarrese della Regione Toscana e la D.ssa Betti Giusti dell'Università degli Studi di Firenze.
Per la Consulta le prestazioni nelle modalità di Telemedicinina/Teleassistenza/Telecare/Teleriabilitazione dovrebbero essere improntate ai criteri di proporzionalità, appropriatezza, efficacia e sicurezza e in rapporto con le esigenze della persona garantendo la consapevole partecipazione della stessa, in ossequio ai principi deontologici cui ciascun professionista deve attenersi.
Quindi agire sulla necessaria integrazione delle svariate fonti di informazioni sanitarie (a titolo esemplificativo: cartella clinica, fascicolo sanitario elettronico, ecc.) correlate a quanto derivante dal sistema socio-assistenziale (a titolo esemplificativo: collocamento mirato, invalidità civile, handicap, ecc.) al fine di creare un valido strumento, anche formale e strutturato, dialogante tra strutture socio-sanitarie – territorio – utente.
La gestione del flusso delle informazioni deve necessariamente prevedere una metodologia, anche con eventuale previsione normativa, di autorizzazione al trattamento al fine di garantire l’acquisizione del consenso, la tutela della riservatezza, la pertinenza dei dati raccolti e, per quanto di competenza, la sicurezza delle tecniche, che vada a dare implementazione completa di quanto previsto dalla L. 196/2003 e le altre normative inerenti la privacy ed il trattamento dei dati.
I requisiti architettonici della struttura informata, che prevedono anche l’interoperabilità tra strutture territoriali e regionali e casi di disaster recovery, devono essere integrati prevedendo l’inserimento nella piattaforma e l’utilizzo anche di professionisti che non siano dipendenti pubblici, potendo quindi prevederne l’utilizzo in base al presupposto dell’iscrizione all’albo e dell’esercizio dell’attività professionale.
Le prestazioni implementabili in modalità di telematica (Telemedicina, Televisita, Teleassistenza, Telemonitoraggio, Teleconsulto socio sanitario, Teleconsulenza informativa, Telemonitoraggio socio sanitario, Teleriabilitazione, ecc.) vadano a ricomprendere tutte quelle erogabili dai professionisti sanitari e sociali, ivi comprese quelle:
dei Biologi nutrizionisti di Comunità e di famiglia in ottica di tele consulenza medico sanitaria;
dei Tecnici Sanitari sia in ottica di teleconsulto (tecnico ortopedico, dietista, tecnico di neurofisiopatologia, tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, fisioterapista, logopedista, podologo, ortottista, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, tecnico della riabilitazione psichiatrica, terapista occupazionale, educatore professionale) sia in quella di teleriabilitazione (tecnico ortopedico, fisioterapista, logopedista, podologo, ortottista, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, tecnico della riabilitazione psichiatrica, terapista occupazionale, dietista, educatore professionale) ) nonché nella teleassitenza (tecnico sanitario di laboratorio biomedico, tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, tecnico audioprotesista) e nella teleradiologia (tecnico sanitario di radiologia medica).
Nel nomenclatore regionale aggiornato a dicembre 2022 risultano mancanti molte delle figure delle professioni sanitarie tecniche, di riabilitazione e della prevenzione. In tale nomenclatore è assente, e deve prevedersi, l’integrazione con i profili delle professioni di tale Albo (tecnico sanitario di radiologia medica, tecnico sanitario di laboratorio biomedico,tecnico audiometrista, tecnico audioprotesista, tecnico ortopedico, dietista, tecnico di neurofisiopatologia, tecnico fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, igienista dentale, fisioterapista, logopedista, podologo, ortottista e assistente di oftalmologia, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, tecnico della riabilitazione psichiatrica,terapista occupazionale, educatore professionale, tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro) e pertanto risulta necessario un opportuno aggiornamento e integrazione delle prestazioni erogabili che devono essere ricomprese nei Lea.
La formazione dei professionisti socio-sanitari deve essere ottimizzata per tutte le tipologie professionali, non essendo possibile incentrare l’impostazione formativa solo sulla formazione della figura medica, ma estendendola a tutte le altre professioni sanitarie, comprendendo inoltre, nel piano formativo, aspetti correlati alle tecniche della comunicazione, gli aspetti amministrativi, deontologici e legali. La formazione, universitaria (pre- e post-laurea) e non universitaria, in tutte le tematiche fin qui riassunte deve acquisire priorità e sostegno anche ai fini delle possibilità di diffusione e implementazione completa delle previsioni del Pnrr.
“Siamo contenti del lavoro svolto dalla Consulta - commenta il consigliere Armentano - Si configura come un'importante sede di confronto e di proposta per le scelte strategiche della sanità di domani a sostegno del già eccellente lavoro condotto dalla Regione Toscana".